
ROMA – Quando si arriva alla metà di settembre 1982 l’Italia è un paese che si sta gettando alle spalle in maniera sempre più veloce un decennio brutto e cupo come gli anni ’70, le scuole sono iniziate da circa una settimana, la stagione estiva non si è ancora ufficialmente chiusa e la vita sta riprendendo a pieno ritmo seppur con un caldo dilagante oltre ad un’estate che non ne vuole sapere di finire a livello climatico.
Lo sport, come anche la vita appunto, sta ripartendo è la stagione sembra già entrata nel vivo malgrado la condizione fisica non sia ancora ideale: per la 2° giornata di campionato, alla prima annata con 2 stranieri per club dalla riapertura delle frontiere operata nel 1980, di big-match non ce ne sono, ma in vero ci stanno 2 interessanti scontri fra 2 pretendenti allo scudetto come Inter o Roma con 2 neo-promosse d’eccezione a livello di Verona e Sampdoria…la scena è tutta per Inter-Sampdoria 1-2, ma soprattutto per Roma-Verona (tornata a giocarsi in massima lega dopo la retrocessione scaligera del 1978/79).
In particolare sappiamo che le 2 parti impegnate nella capitale si sono già affrontate il 1/9/1982, in occasione della 4° e penultima giornata del girone estivo di Coppa Italia superato da entrambe (rispettivamente 9 e 7 punti rimediati da ognuno)…il roboante 0-5 in favore dei giallorossi fa pendere l’ago della bilancia pesantemente dal loro lato, ma mai sottovalutare l’avversario; oltretutto va pure detto che la Roma viene dalla vittoria per 3-0 nell’andata dei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA del mercoledì appena trascorso…le assenze per infortunio del terzino Nela, dei centrocampisti Conti/Ancelotti/Giovannelli fanno presagire che sarà una gara complicata almeno in avvio, dato il fatto che Conti e Ancelotti rappresentano la metà del centrocampo titolare. Dall’altro lato, invece, di indisponibili ci sono solo il difensore polacco Zmuda (rottosi il ginocchio come Ancelotti e che starà fuori almeno fino al prossimo anno), il centrocampista centrale Guidetti e il bomber ex di turno Sella…la cornice dei 47000 presenti, seppur con spazi vuoti con appena 2000 ospiti presenti, accoglie i presidenti Viola e Guidotti intanto che l’arbitro Pieri cerca subito di far capire ai capitani Di Bartolomei-Tricella quale sarà il metodo di valutazione in ossequio alle nuove direttive federali; si capisce subito che, almeno da copione, la “zona” di Liedholm dovrebbe cercare di schiacciare attraverso il 4-4-2 (poi 4-5-1 vero e proprio in seguito all’ingresso di Faccini per Iorio) un palleggio esasperato il fortino eretto da Bagnoli, soprattutto guardando la differenza dei valori in campo
[Tancredi;
Nappi-Vierchowod-Di Bartolomei (cap.)-Maldera;
Chierico-Prohaska-Falcao-Valigi;
Iorio (75° Faccini)-Pruzzo]
contro il 4-5-1 dei gialloblù, pure se, a dire il vero, il modulo è più orientato ad 1,5 punte senza contare il fatto che nella ripresa si passerà al 4-5-1 più conservativo per cercare di spezzare l’equilibrio chiamando fuori i padroni di casa
[Garella;
Oddi-Spinosi-Tricella (cap.)-Marangon;
Fanna-Dirceu (83° Fedele)-Sacchetti-Di Gennaro-Volpati;
Penzo (79° Gibellini)].
Di nazionali che avevano vinto il mondiale l’estate scorsa ci sta solo Vierchowod (al tempo ancora della Fiorentina) mentre abbiamo ben 2 brasiliani di altissimo rango a livello di Falcao e Dirceu oltre al leader austriaco Prohaska.
Dopo un pre-gara allietato dal premio “Chevron” per il capocannoniere italiano dell’anno passato Pruzzo, vediamo un primo tempo in cui i padroni di casa inizieranno subito al massimo cercando di intimorire l’avversario ma messi a referto solo un sinistro incrociato fuori di Maldera, un mancino alto di Valigi, un colpo di testa alto del medesimo Pruzzo e la traversa colpita da Prohaska su tiro-cross dal fondo prima che l’altro ex Marangon si faccia ammonire causa un fallo sullo stesso Valigi…il Verona, forse stordito dalla batosta per 1-2 rimediata dall’Inter 7 giorni addietro, non prende subito le misure alla Roma che aveva espugnato Cagliari per 1-3 all’esordio in stagione. Accade così che l’iniziativa capitolina si esaurisca dopo neanche un quarto d’ora lasciando che i nemici prendano confidenza con il terreno di gioco: Spinosi si attacca Pruzzo mentre Sacchetti sta incollato a Falcao e Di Gennaro non fa mai ragionare Prohaska intanto che le avanzate dei terzini casalinghi vengono ridotte al minimo sfruttando le continue sgroppate sia di Volpati dalla parte di Nappi, che di Fanna dal lato di Maldera…da questo bailamme di marcature e accoppiamenti esce lentamente fuori un Verona redivivo, che con il passare dei minuti (e dei gol sugli altri campi) cresce soprattutto con Volpati, il quale non riesce a sfruttare neanche una delle 3 palle d’oro capitategli…prima spedisce fuori di destro a “tu per tu” con Tancredi, poi colpisce la traversa di testa da contro-cross di Marangon nato con una punizione troppo lunga di Dirceu per finire tramite un bello slalom ancora di destro respinto benissimo da Tancredi allo scoccare dell’intervallo.
Alla ripartenza delle operazioni vediamo una squadra, quella di Liedholm, sempre più sofferente sul piano atletico e blanda nelle marcature al netto di un gruppo come quello di Bagnoli sempre più vispo e, almeno apparentemente, pronto a colpire: in contropiede 2vs2 Sacchetti serve Fanna ma il destro dell’ala destra si spegne sul palo laterale precedendo l’unica azione pericoloso dei romani, ovvero una bella respinta di Garella a danno di Prohaska su sponda di Pruzzo in mischia da punizione di Di Bartolomei…cresce la manovra ospite e il tecnico svedese se ne accorge, scegliendo di inserire Faccini per Iorio in modo da puntellare il centrocampo malgrado ci siano, di fatto, 4 giocatori molto dotati tecnicamente con il solo Chierico a dare sostanza (Faccini fa formalmente l’ala sinistra mentre Falcao è il regista spalleggiato da Valigi con Prohaska); lo stesso Bagnoli decide di inserire forze fresche puntando su Fedele e Gibellini per il duo Dirceu-Penzo…e la sua mossa sarebbe pure decisiva, se solo Tancredi con Di Bartolomei, all’87°, non facessero muro assieme nell’ennesima ripartenza dello stesso Gibellini salvando sulla linea 2 volte intanto che nessuno riusciva a rientrare causa il caldo asfissiante unito alla fatica di coppa come alle assenze…siamo, ormai, oltre il 90° quando, sull’ennesima azione confusa in area scaligera (unica maniera per creare pericoli da parte dei lupi, a quanto pare), Maldera (che si era visto negare un fallo da parte di Oddi sempre in zona di rigore poco prima) serve con un pallonetto Falcao, che viene falciato con le mani da Garella decretando la sanzione dagli 11 metri: Di Bartolomei, il capitano, si presenta sul dischetto ed apre il piatto destro a fil di palo mancino sentenziando l’1-0 sotto la sua curva (2° timbro in stagione per lui dopo il 2-1 contro il Modena in occasione del 5-1 in apertura di coppa nazionale) all’ultima azione malgrado l’estremo difensore ci fosse arrivato.
Al triplice fischio i capitolini si godono il bottino pieno in coabitazione con Fiorentina e la neo-promossa Samp ma si rendono conto, come anche il loro allenatore, di aver avuto non poca fortuna a ottenere, forse, un punto in più di ciò che meritavano intanto che gli avversari rimuginano su 2 delusioni di misura ma che devono sicuramente far riflettere per il futuro…
La domanda che si pone tutta la sponda giallorossa della capitale però, è una sola: che questa gara sia stata il primo presagio di un anno speciale, visto come è arrivata?
A fine anno la risposta sarà “SI'” poichè la Roma alzerà al cielo il 2° scudetto della sua storia 41 anni dopo il primo mentre il Verona, per essere al suo 1° campionato di Serie A a seguito di un purgatorio durato 3 stagioni, si piazzerà 4° dietro a Roma//Juventus/Inter guadagnandosi pure la zona UEFA…il destino di Coppa Italia, invece, sarà crudele con entrambe: la Roma verrà fatta fuori ai quarti (3-0 a Torino e 0-2 a Roma per uno 0-5 totale che non ammette repliche) dalla Juventus che ribalterà pure la sfida con il Verona in finale (2-0 per i veneti in casa proprio seguito dall’altro 2-0 in terra torinese che diventerà 3-0 allo scoccare del 120°); infine, se la Roma cederà nei quarti di Coppa UEFA davanti ai finalisti del Benfica (1-2 in casa con 2 autoreti nell’unico incontro europeo in cui prenderanno gol oltre che in cui non vinceranno e 1-1 in Portogallo causa un rigore contro…tutto molto “romanista”), i veronesi si arrenderanno nel girone di Mitropa Cup dietro a Vasas/Zilina/Zemun totalizzando la miseria di 2 punti in 6 match.
L’avvicinamento a Roma-Verona non è ancora terminato…guardiamo al futuro!!!!
