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Sta per arrivare la primavera del 1984, l’anno in cui gli europei si giocano in Francia ma l’Italia campione del mondo mancherà a causa di un mancato rinnovamento mentre la nazionale olimpica andrà a Los Angeles ottenendo un pass che mancava da dal 1952 ad Helsinki (nel 1960 eravamo padroni di casa). In un clima così strano e ricco di cambiamenti improvvisi, si fa spazio un campionato come quello di Serie A, molto ricco di grandi campioni nell’epoca dei 2 stranieri per squadra: la classifica, prima della giornata n.23, ci dice Juventus 33 punti; Roma 29; Fiorentina, Torino 28; Inter, Verona 26; Udinese 25; Milan 23; Ascoli, Sampdoria 22; Avellino, Lazio, Pisa 17; Napoli 16; Genoa 13; Catania 10 in attesa che si giochino, tutte alle 15,00, Verona-Juventus 2-1 (1′ Platini; 52′ rig. Iorio, 66′ Galderisi) come sfida più interessante, Roma-Udinese 4-1 (21′ Edinho; 31′ Falcao, 67′ Cerezo, 74′ Conti, 87′ Di Bartolomei), Catania-Fiorentina 2-0 (69′ e 71′ Monelli), Torino-Ascoli 0-0, Milan-Inter 0-0, Genoa-Sampdoria 0-0, Avellino-Lazio 3-0 (20′ rig. Colomba, 48′ Tagliaferri, 67′ Bertoneri), Pisa-Napoli 1-1 (61′ De Rosa; 79′ aut. Krol).

Novità contro normalità fra coppe, infortuni, fuoriclasse

La sfida Verona-Juventus, in una cornice di ben 45.000 persone (9.000 juventini circa), vede i capolisti pronti a sfidare fra 3 giorni i finlandesi dell’Haka Valkeakoski per il ritorno dei quarti di Coppa delle Coppe dopo aver vinto 1-0 fuori casa all’andata (sarà lo stesso risultato anche stavolta…in semifinale li aspetta il Manchester United) intanto i veneti erano usciti nei sedicesimi di Coppa UEFA dinanzi allo Sturm Graz con un doppio pari (2-2 in Italia e 0-0 in Austria) in seguito all’aver fatto fuori la Stella Rossa (doppia gioia: 1-0 a Verona e 3-2 a Belgrado) mentre l’avventura in Coppa Italia dei bianconeri si era conclusa a febbraio per mano del Bari, vedendo la vittoria dei pugliesi a Torino per 1-2 con gol al 90′ e il 2-2 al ritorno con pareggio di casa sempre in zona recupero per giunta su rigore: decisamente una doppia beffa sapendo che poi il biancorossi saranno fatti fuori proprio dal Verona in semifinale (2-1 fuori e 3-1 sul terreno amico per un 5-2 totale) essendo riusciti a piegare sul 2-2 i piemontesi pure nei gironi estivi mentre i gialloblù perderanno la finale (l’ultima giocata ad oggi ma che fu, all’epoca, la seconda consecutiva dopo quella persa proprio 3-2 ai supplementari facendosi rimontare dalla Juve l’anno passato ricordando pure quella persa nel 1977 a Roma contro il Napoli) contro la Roma a giugno inoltrato (1-1 in casa e sconfitta 1-0 fuori proprio in coincidenza con l’europeo vinto dai padroni di casa) dopo aver estromesso Avellino (sconfitta 1-0 in Campania e ribaltone 3-0 ai supplementari al nord) e Udinese (sconfitta 2-1 in Friuli e 1-0 al ritorno). Adesso, però, le chiacchiere stanno a zero ed entrambe vogliono proseguire il loro cammino per i rispettivi obiettivi: la Juventus viene da 15 gare imbattibilità di cui 9 vittorie e 6 pari (dopo l’1-2 in casa con la Samp il 30 ottobre sono arrivate proprio il 3-1 al Verona, 2-0 a Catania, 3-3 a Firenze, 2-2 con la Roma e a Udine, 2-0 all’Inter, 2-1 ad Avellino, 4-2 al Genoa, 0-0 ad Ascoli, 3-1 al Pisa, 1-1 a Napoli, 2-1 con la Lazio, 3-0 in casa Milan, le rimonte per 2-1 col Torino e 1-1 sul campo della Sampdoria) mentre il Verona é ancora imbattuto in casa (4-2 alla Lazio, 2-0 al Pisa, 3-1 ad Ascoli e Fiorentina, 1-1 col Napoli, 3-0 all’Avellino, 0-0 col Genoa, 1-0 alla Roma, 1-1 col Milan, 2-1 all’Udinese, 3-1 al Catania) ma ha perso le ultime 2 trasferte a Firenze (2-0) ed Ascoli (2-1) restando in lista per le coppe europee avendo anche lo stimolo di riuscire ad aprire e chiudere la striscia positiva degli avversari. Sulle tribune si trovano sia il patron di casa Celestino Guidotti che gli azionisti di maggioranza ospiti Gianni e Umberto Agnelli con presidente Giampiero Boniperti, tutti molto curiosi di vedere come l’arbitro salernitana D’Elia condurrà la sfida ma vedendo pure che non ci sono sorprese: i padroni di casa si schierano 4-4-2 a uomo con il tecnico Osvaldo Bagnoli che deve rinunciare solo al centrocampista infortunato Sacchetti oltre all’esclusione del futuro allenatore Guidolin per scleta tecnica vista la carenza di posti in lista…Giovanni Trapattoni, invece, ha tutta la rosa a disposizione se si escludono le ultime riserve, ovvero i centrocampisti Tavola e Koetting, ma sceglie di non usare il 4-4-2 in favore del 4-5-1 in cui Tardelli stringe in mezzo a fare il mediano con Bonini liberando totalmente Platini e Boniek sta all’ala sinistra con Vignola a destra (nella concezione attuale, contando pure Rossi solo in avanti, questo potrebbe essere visto come un 4-3-3 “mascherato”). Ancora molti sono nel giro della nazionale delusa: Cabrini, capitan Scirea, Gentile, Tardelli, Rossi intanto che, alle olimpiadi di Los Angeles che chiuderemo da quarti perdendo la semifinale col Brasile e la finale di concolazione per mano della Jugoslavia sempre 1-2, ci saranno capitan Tricella, Fanna, Iorio e Vignola…sul fronte delle stelle internazionali altri resteranno a bocca asciutta come lo scozzese Jordan, i polacchi Zmuda e Boniek (tutti che guarderanno gli europei da casa malgrado il britannico avesse fatto bene ai mondiali e i biancorossi fossero giunti terzi in Spagna dietro a noi e alla Germania Ovest ma proprio davanti ai francesi) vedendo invece Platini che trascinerà i suoi al primo oro della loro storia arrivando anche ad essere capocannonierie con 9 reti (ad ora record con 2 triplette nelle ultime 2 sfide del raggruppamento) in un cammino esaltante in cui elimineranno 1-0 la Danimarca, 5-0 il Belgio, 3-2 la Jugoslavia, 3-2 ai supplementari il Portogallo, 2-0 la Spagna all’ultimo atto.

Platini la sblocca

Entrambe giocano a uomo e le coppie sono chiare da subito: Fontolan-Rossi, Ferroni-Boniek, Marangon-Vignola, Storgato-Platini da un lato con Brio-Iorio, Gentile-Galderisi, Bonini-Di Gennaro, Tardelli-Fanna, Cabrini-Volpati…solo Garella con Tacconi e i capitani Tricella-Scirea restano fuori da eventuali compiti di contenimento per ovvie ragioni intanto che gli occhi sono rivolti al campo mentre le orecchie vanno a Roma per la Juve e a Catania, Torino, Milano per il Verona. Già al 1′ vantaggio bianconero: Ferroni serve male Do Gennaro spalle al centrocampo e Platini gli leva la palla involandosi verso l’area, centralmente, scambia veloce con Boniek e deposita di punta destra sull’uscita di Garella (per il francese sono 19+3+2+0 timbri in stagione, a fine anno ne conterà 20+3+2+0 segnando solo contro l’Inter); il Verona non si disunisce e inizia ad attaccare subito dopo: Fanna su punizione di destro a giro dalla sinistra costringe Tacconi a respingere ma sulla ribattuta Brio anticipa Galderisi mandando in angolo, poi Platini batte un corner da sinistra e Brio arriva di testa sul secondo palo ma spedisce a lato prima che Tardelli scocchi un gran destro da 20 metri trovando l’intervento di Garella, successivamente tocca a Rossi trovarsi solo davanti al portiere su gran filtrante di Platini ma di destro non riesce a superare l’estremo difensore…il tutto accade molto rapidamente intanto che giunge il vantaggio dell’Avellino al 20′ su rigore di Colomba, al 21′ invece ecco il vantaggio dell’Udinese nella capitale che significherebbe, da +4 (34-30) di inizio giornata, alzare il distacco dai romanisti a +5 col timbro di Platini mentre Edinho al 21′ sentenzia il temporaneo -6 giallorosso (un divario così significherebbe 3 gare di distanza a 7 turni dal termine con una seria ipoteca sul tricolore) ma la Roma non molla, riuscendo a pareggiare con Falcao al 31′ per riportarsi a -5. Il Verona, che in casa ha già piegato Fiorentina, Roma, Udinese oltre ad obbligare Milan, Napoli al pari, non vuole mollare: Di Gennaro obbliga Tacconi al miracolo su punizione di destro a giro da fuori area, Gentile manda in angolo di testa in tuffo un gran cross di Fanna per Galderisi, Iorio scappa via a Brio per poi tirare dalla riga di fondo ma Tacconi salva di piede appena prima del duplice fishcio dell’arbitro senza tralasciare le recriminazioni di Trapattoni che avrebbe reputoato più giusto uno 0-2 in favore dei suoi.

La legge del “Bentegodi” vale ancora

Nella ripresa la Juve cerca di gestire ma il Verona non vuole mollare e fa 1-1 al 52′ (l’Avellino aveva già raddoppiato al 48′ con Tagliaferri): lancio di Di Gennaro dalla trequarti, sponda di Iorio su Galderisi che viene appena toccato in area da Gentile ma D’Elia fischia il rigore che Iorio trasforma aprendo il piatto destro malgrado Tacconi avesse intuito andando vicino a toccare (per Iorio viene toccata quota 13+4+0 per quest’anno ma all’ultima giornata segnerà ancora contro la sua ex Roma in trasferta arrivando a 14 mentre in Coppa Italia andrà in gol altre 3 volte: il bilancio in estate dirà 14+7+0…sarà la sua seconda firma stagionale contro i sabaudi nonché il secondo rigore dopo quello nella sconfitta per 3-1 all’andata). La Juve non ci sta e riparte, non volendo restare a +4 sulla Roma (le rivali della Juve stanno tutte pareggiando, in una giornata in cui ci sono 2 derby di città, la seconda nelle ultime 3 settimane) ma prima Cabrini trova la parata a terra di Garella su incornata da punizione da destra di Vignola, poi Fanna controbatte su punizione con Galderisi che tocca di testa verso Di Gennaro ma il suo siluro di destro é respinto in controtempo da Tacconi con molta efficacia appena sulla linea…al 61′ arriva anche la notizia dell’1-0 del Napoli ma é al 66′ che finalmente il “Marcantonio Bentegodi” può esplodere di gioia: Marangon serve Galderisi in area da fallo laterale e il centravanti riesce a liberarsi si di Gentile che Scirea con appena 2 tocchi per poi mettere dentro sul secondo palo di interno destro senza speranze per Tacconi (ecco che il suo conto é 7+1+3…a giugno diverrà 7+3+3). Platini guida i suoi a cercare di riprenderla ma intanto l’Avellino triplica chiudendo i giochi con Bertoneri, la Roma segna il 2-1 con Cerezo, come gli irpini, al 67′ (poi dilagherà 4-1 al 74′ con Conti e all’87’ con Di Bartolomei) riportandosi a -2, al 69′ la sblocca la Fiorentina per poi raddoppiare al 71′ (doppietta di Monelli)…intanto il regista francese della Juve mette in area una bella punizione su cui Scirea viene anticipato da Fontolan (molto attivi in attacco gli stopper bianconeri), poi ancora i sabaudi si riversano in area nemica ma non riescon omai a pungere intanto che 79′ l’autogol di Krol chiude le marcature di giornata sancendo il pareggio a Pisa; all’81’ Guidetti rileva Iorio andando in mediana e facendo passare i suoi al 4-5-1 con Iorio solo davanti mentre all’87’ Zmuda rimpiazza Galderisi sancendo il 5-4-1 con lo stesso polacco a dirigere le esigue ripartenze dei suoi in un finale che certifica la riapertura sia della lotta europea che per lo scudetto. Al triplice fischio il Verona riesce nell’impresa di mantenere inviolato il suo campo: batte per la terza volta in 2 anni la Juve in casa (2-0 in coppa nazionale e sempre 2-1 in campionato l’anno precedente) riuscendo a restare senza sconfitte a domicilio contro i bianconeri dallo 0-3 del 4 febbraio 1979, quando retrocessero, mentre la Juve chiude laddove aveva iniziato la sua striscia d’imbattibilità, ovvero con i veneti…mancano 7 giornate importanti, in cui i bianconeri di Trapattoni si misureranno con Catania, Fiorentina prima di andare a Roma per lo scontro diretto, Udinese, trasferta nella Milano nerazzurra, Avellino in casa, gara finale nella Genova rossoblù per un calendario che, malgrado ci sia un turno in meno, vede un distacco pericolosamente ridotto sia in vetta che in zona UEFA.

La Juve esulta su 2 fronti mentre il Verona guarda al futuro

A fine stagione, per l’esattezza il 6 maggio ad un turno dalla fine, la Juventus farà 1-1 con l’Avellino e sfruttando il 2-2 della Roma a Palermo col Catania, vincerà il suo scudetto n.21 andando a +4 con un turno da giocare (sarà 43-41 alla fine, primato per l’epoca nei tornei a 16 squadre) tornando campione d’Italia dopo 2 anni e vendicando il testa a testa in cui l’aveva spuntata la Roma l’anno addietro contando anche Platini capocannoniere del torneo per il secondo anno su 2 in Italia (20 reti davanti alle 19 firme di Zico e le 14 di Iorio…nel 1983 furono 16) oltre che vincitore del “Pallone d’Oro” (l’unico della carriera) riuscendo poi a vincere la sua unica Coppa delle Coppe superando 2-1 il Porto (13′ Vignola; 26′ Sousa; 41′ Boniek) a Basilea la sera del 16 maggio 1984 (non esisteva la Supercoppa Italia, inventata nel 1988) prima di aggiudicarsi la prima di 2 Supercoppe Europa superando 2-0 (39′ e 78′ Boniek) il Liverpool in casa il 16 gennaio 1985 mentre il Verona chiuderà sesto (finale pessimo dopo il successo con gli juventini: sconfitte 1-0 a Napoli e Avellino, vittoria sempre 1-0 con la Samp, 2-2 col Torino, 1-1 in casa Genoa, altre delusioni 1-2 con l’Inter e 3-2 nella Roma giallorossa) dietro a Juventus, Roma, Fiorentina, Inter, Torino mancando l’accesso alla Coppa UEFA di appena 3 punti rispetto ai nerazzurri, ultimi a qualificarsi (35-32) dovendo digerire anche la delusione di aver perso l’ultima in casa contro gli interisti (1-2) prima della sconfitta della finale di coppa contro la Roma anche se il loro ciclo migliore non é ancora finito…appuntamento al prossimo episodio di Verona-Juventus.

Il tabellino

VERONA-JUVENTUS 2-1

VERONA (4-4-2): Garella; Ferroni, Tricella (cap.), Fontolan, Marangon; Volpati, Di Gennaro, Storgato, Fanna; Iorio (81′ Guidetti), Galderisi (85′ Zmuda). A disposizione: Spuri, Bruni, Jordan. Infortunati: Sacchetti. Scelta tecnica: Guidolin. Allenatore: Bagnoli.

JUVENTUS (4-5-1): Tacconi; Gentile, Scirea (cap.), Brio, Cabrini; Vignola, Bonini, Platini, Tardelli, Boniek; Rossi. A disposizione: Bodini, Caricola, Prandelli, Furino, Penzo. Scelta tecnica: Tavola, Koetting. Allenatore: Trapattoni.

ARBITRO: D’Elia di Salerno.

MARCATORI: 1′ Platini (J); 52′ rig. Iorio (V), 66′ Galderisi (V).

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