
VERONA – E’ trascorsa appena una settimana dal terribile incidente in cui morì il miglior libero italiano di sempre, Gaetano Scirea…la scuola ricomincia in settimana, la stagione estiva non è ancora terminata ufficialmente e l’Italia si prepara ad allestire i mondiali del prossimo mese di giugno mentre la Jugoslavia si gode il titolo europeo di basket conquistato a giugno passato.
Per la 4° giornata di campionato di Serie A, in quello che sarà l’anno maggiormente glorioso nella storia del nostro movimento, vediamo tante sfide interessanti fra quelle previste: lo spareggio europeo Roma-Atalanta 4-1, la gara d’alta classifica Sampdoria-Inter 2-0, la contesa dei bassifondi Fiorentina-Lazio 1-0…ma soprattutto Verona-Napoli, incontro interessante soprattutto per quanto concerne la feroce rivalità e i numeri delle parti in causa. Da un lato abbiamo un Verona che è già stato eliminato in Coppa Italia il 23/8 in casa del Barletta per 1-0 ai supplementari e che, in 3 sfide di campionato, ha sempre perso (al momento è ultimo a 0 da solo) realizzando solo 2 reti (1 di Iorio e 1 di Gutierrez da corner…il 50% appena su azione per un dato assai allarmante) a fronte delle 7 subite (1-0 a Bergamo, 1-4 con la Juventus in casa nelle stesse ore in cui Scirea se ne andava il 3/9, 2-1 a Bari lo scorso mercoledì, nel primo di 2 turni infrasettimanali previsti)…è chiaro che la panchina di Osvaldo Bagnoli sta scricchiolando e che il presidente Chiampan si sta interrogando sul fatto che sia giusto o no proseguire con lui, ma è anche vero che gli avversari sono stati sempre ostici e che, per questa domenica, ci sono pure da aggiungere le 3 assenze importanti degli infortunati Sotomayor/Calisti (entrambi difensori titolari) e Giacomarro (centrocampista duttile); se da un lato vediamo un ambiente gialloblù decisamente surriscaldato data la suddetta situazione, dall’altro ci troviamo un Napoli che, nonostante abbia ottenuto 2 vittorie ad Ascoli e con l’Udinese per poi pareggiare a Cesena (2 gol a fronte di una difesa ancora inviolata per quello che si dice il “massimo risultato con il minimo sforzo”), non vive una situazione idilliaca: i risultati sono arrivati pure in Coppa Italia, dove gli azzurri hanno avuto accesso ai gironi di gennaio in cui affronteranno Fiorentina/Bologna e il prossimo giovedì esordiranno in Coppa UEFA da detentori del trofeo in casa dello Sporting Lisbona, eppure l’arrivo di Alberto Bigon in estate al posto di Ottavio Bianchi non è stato accolto nel miglior modo possibile da tutti nonostante il fatto che i rapporti con lo stesso Bianchi si fossero ormai logorati da tempo…se a questo ci aggiungiamo pure l’infortunio dello stopper Bigliardi e la lunga “telenovela” che sta andando in scena da luglio fra capitan Maradona e il presidente Ferlaino causa il rifiuto di quest’ultimo a cedere il capitano dell’Argentina al Marsiglia di Tapie per 32 miliardi di lire malgrado un presunto accordo “sulla parola”, diviene chiaro che nessuna delle 2 parti arriva in condizioni ottimali.
Insomma, se a questo cui aggiungiamo che il “Marcantonio Bentegodi” è in piena ristrutturazione per i mondiali (stanno aggiungendo un altro anello per terminare con la copertura) e che il 25000 presenti rendono da subito l’ambiente incandescente coinvolgendo i 10000 napoletani giunti da tutta Italia per scontri violenti durati diverse ore, vediamo 2 moduli fin troppo coperti ma tenuti sotto particolare osservazione dai rispettivi presidenti: il 4-5-1 casalingo
[Peruzzi;
Favero-Bertozzi-Gutierrez-Pusceddu;
Fanna (cap.)-Gaudenzi (64° Acerbis)-Prytz-Magrin-D.Pellegrini (78° Gritti);
Iorio]
opposto al 4-4-2 (poi 4-5-1 nel finale) degli ospiti
[Giuliani;
Ferrara (cap.)-Baroni-Renica-Francini (38° Alemao);
Crippa-Fusi-Mauro-De Napoli;
Careca (88° Corradini)-Carnevale].
Ben 3 i nazionali che Azeglio Vicini è venuto a visionare per l’estate successiva: Ferrara/De Napoli/Carnevale intanto che Gutierrez sarà uno dei titolari inamovibili dell’Uruguay, al contrario di Prytz, che sarà scartato dalla sua Svezia…discorso diverso per il tandem carioca Alemao/Careca, già sicuro di rappresentare il Brasile come anche Maradona sarà certo di guidare l’Argentina campione in carica da capitano mentre Sotomayor non verrà convocato.
In marcatura si seguono i criteri previsti: Bertozzi segue Careca e a Carnevale ci pensa Favero mentre su Iorio viene messo Baroni e in mezzo al campo si usa una “zona” fin troppo evidente…che fa bene allo spettacolo ma male alla tenuta atletica dei giocatori, calcolando pure che la temperatura è molto alta (si sfiorano i 30 °C) mentre Fusi va su Prytz e Mauro se lo divide la coppia Gaudenzi-Magrin; il risultato è rappresentato da 45 minuti giocati a sprazzi, in cui Davide Pellegrini manda fuori di destro incrociato dai 20 metri prima che Mauro, regista con il n.10 in assenza di Maradona, si prenda la scena con 2 occasioni ghiotte buttate via di testa e poi con lo 0-1 al 38° tramite una serpentina dal centro conclusa con un bel destro incrociato nello stesso istante in cui Francini molla il terreno di gioco causa infortunio facendo spazio ad Alemao in modo da far scalare Fusi a fare il libero mentre Renica si sacrifica a fare, per metà il marcatore e Baroni viene defilato a sinistra.
Alla ripresa delle ostilità comandate dal romano Longhi si vede che il Verona ci mette tanta buona volontà ma il Napoli ha decisamente una marcia in più: siamo al 51° quando Magrin stende Carnevale in area prendendosi il cartellino giallo e decretando il rigore dello 0-2 che Careca realizza di destro incrociato spiazzando l’incolpevole Peruzzi (prima segnatura per entrambi i goleador di giornata: le altre 2 di Serie A erano state di Crippa e Renica mentre in coppa nazionale erano andati a segno Carnevale, Zola, lo stesso Renica)…Carnevale potrebbe triplicare con un bel destro a giro ma non chiude troppo la conclusione intanto che le segnature si susseguono su tutti gli altri campi senza dare troppe sorprese; ormai è il 62° e sembra che si possa solo vedere scorrere il tempo rimanente fra azioni confuse dei veronesi o ripartenze fin troppo poco incisive da parte dei napoletani mentre Crippa/Baroni e capitan Fanna si aggiungono ai cattivi ma non è ancora finita: da una confusa mischia in area azzurra andata in scena al 62° il rude libero Gutierrez (arrivato in estate dalla Lazio) riesce a concludere in rete di destro al volo per l’1-2 che riapre tutto (2° timbro per lui…gioia solo personale) spingendo Bagnoli a inserire Acerbis (altro ex laziale) assieme a Gritti per Gaudenzi/D.Pellegrini al netto di un Bigon che cerca di tenere invariato il suo schieramento fino all’ultimo senza cedere agli attacchi nemici neanche quando Iorio costringe Giuliani a bloccare in tuffo un bel colpo di testa in seguito ad un ottimo destro spentosi sull’esterno della rete da un’altra mischia. Nei minuti conclusivi assistiamo all’entrata di Corradini per Careca (tornato dalla Copa America, vissuta da spettatore, senza neanche essersi fatto giorni di vacanza e, dunque, in condizione ancora troppo scadente) a difesa strenua del risultato tramite un 4-5-1 chiaro e gli uomini in maglia bianca tengono durissimo consolidando la vetta a parità con la Juventus con il solo rimpianto di aver subito il 1° gol dell’annata (in cioppa solo il Monza li aveva bucati nel 2° turno costringendoli ai rigori: vinceranno 10-9 pur avendo maturato l’1-1 sul campo).
La cornice finale ci consegna l’ennesima pessima pagina di una domencia, tutto sommato, gradevole: circa 100 esagitati napoletani invadono il campo correndo sotto la curva opposta gesticolando in modo provocatorio mentre la contestazione veneta si fa sempre più potente e gli scontri divengono sempre più violenti sia dentro che fuori dalla struttura coinvolgendo polizia, striscioni bruciati e bandiere calpestate intanto che famiglie o tifosi normali assistono inermi all’ennesima pagina nera del tifo italiano, metafora di ben altri problemi nonché pretesto eterno di sfogo della gente frustrata.
Il Napoli ottiene la 2° vittoria su 3 trasferte (lo stadio di casa è ancora poco accessibile per i lavori) e aspetta l’esordio europeo sperando di avere, per allora, il suo condottiero ma la strada è assai lunga…
A primavera, ovvero ad aprile, il bilancio in riva al lago di Garda sarà tragico: il Verona, seppure in lotta fino all’ultima giornata, retrocederà in Serie B 9 anni dopo e 5 stagioni successive al tricolore (record ad ora) assieme a Ascoli/Cremonese/Udinese facendo capire che il suo ciclo è, ormai chiuso…la conferma arriverà dall’ingloriosa Coppa Italia giocata; il Napoli, invece, vivrà una delle sue migliori stagioni di sempre malgrado un paio di delusioni importanti: 2° scudetto (l’ultimo ad oggi) conquistato dopo un testa a testa mozzafiato con il Milan (51-49 fra mille polemiche), il quale sarà, però, carnefice degli azzurri in semifinale di coppa nazionale (0-0 a Milano e 1-3 a Napoli) a febbraio intanto che la Coppa UEFA si era conclusa a dicembre causa il maledetto incrocio con il Werder Brema agli ottavi (2-3 in Italia e 5-1 in Germania Ovest per un totale di 8-3…veramente troppo per la squadra detentrice del titolo), ma la consolazione giungerà ad agosto 1990, quando la 1° Supercoppa Italia della storia partenopea (all’esordio nella competizione) verrà alzata a discapito della Juventus per 5-1 (vittoria più larga di sempre nella storia di tale manifestazione) fra le mura amiche del “San Paolo”.
Verona-Napoli è stata una sfida che ha fatto la storia del calcio italiano e non solo: una contesa che ha incarnato lo spirito del nord contro quello del sud con tutti i lati negativi che ne sono conseguiti…l’augurio è che la prossima pagina che sarà scritta in questo lungo libro ci permetta di ampliarne la leggenda!!!!
