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Si va verso la ripartenza tra i dilettanti

ROMA – La Virtus Roma verso il baratro, la serie A sembra ormai un miraggio. E dopo lunghi giorni di notizie altalenanti, ora la fine sembra decisa. Forse già oggi potrebbe arrivare un comunicato con il quale Claudio Toti annuncerà che nessuna trattativa, reale o presunta, è andata a buon fine e che per la Virtus la storia finisce. Ripartendo, si dice, dalla categoria dilettanti più alta possibile, che non sarà la A2 dal momento che la Lega non concederà altri auto riposizionamenti, sfruttato in tempo utile da Pistoia per non scomparire, e non darà ulteriori proroghe al 31 luglio, termine ultimo per iscriversi in serie A.

Roma, versante pallacanestro, chiude dunque nell’indifferenza generale, della città, della classe politica e degli imprenditori locali. Che invece a Cremona hanno accolto il grido di allarme di Aldo Vanoli e hanno dato una mano concreta per la salvezza del club lombardo. Al contrario di Roma, la Vanoli è salva, ha già individuato il nuovo allenatore e sarebbe concentrata sui primi “colpi” di mercato. Roma invece piange, chiudendo un’agonia cominciata lo scorso 17 maggio quando Toti aveva annunciato la volontà di farsi da parte, dopo vent’anni di alti e bassi di una società che ha raggiunto due finali scudetto, le Top 16 di Eurolega, ma si è anche auto retrocessa nel 2015, ha rischiato di finire in serie B, poi ha riconquistato la massima serie, chiusa il 7 marzo con una sconfitta interna contro Sassari nel deserto del Pala Eur, ultima partita giocata in Italia prima della chiusura totale per il Coronavirus.

COLPI DI CODA – Non sembrano esserci, come detto, colpi di coda né per quanto riguarda una decisione estrema dello stesso patron di continuare un altro anno da solo, né tantomeno interessi concreti da parte delle due cordate che si sono, o si sarebbero, avvicinate alla Virtus. Quella abruzzese si è dileguata dopo pochi incontri, quella legata a un imprenditore laziale, di cui ancora oggi non si sa nulla, dà l’impressione di essere stato un altro buco nell’acqua.

C’è sconcerto (e sconforto) in società, c’è rassegnazione tra i tifosi che non sono rimasti a guardare. Sulla pagina Facebook “Onda Virtus”, un gruppo di loro ha pubblicato una lettera aperta a Virginia Raggi, sindaca di Roma, e a Daniele Frongia, assessore allo Sport della capitale. Nella lettera si fa chiaro riferimento al «patrimonio culturale, sociale e sportivo con sessanta anni di storia alle spalle che tra pochi giorni con ogni probabilità cesserà di esistere, nel silenzio più assoluto, anche e soprattutto da parte delle istituzioni cittadine, di cui Lei sindaca è la più alta espressione». Frongia il 20 maggio aveva dichiarato che «la squadra è un patrimonio della città e che si sarebbe fatto di tutto per salvarla». Poi il silenzio. 

TORINO ATTENDE – Detto di Cremona, l’altra squadra interessata alla vicenda Virtus Roma è Torino che la Lega, già a metà maggio, forse in maniera prematura, aveva “richiamato” in serie A. La squadra del presidente Sardara, che in quanto numero uno anche di Sassari dovrà lasciare la proprietà, pare essere già pronta a rispondere presente. A Sardara succederà un gruppo imprenditoriale che fa capo a Ergin Ataman, l’allenatore dell’Efes Istanbul, e che porta in dote un cospicuo gruzzolo di capitali, nuovi sponsor e l’idea di Eurolega in tre anni.

Ci sono le strutture, ben due palasport disponibili, ci sono gli imprenditori, c’è la politica. Per rinforzare la squadra, attualmente con un organico per giocare la A2, ci sono già alcuni giocatori pronti da annunciare in caso di ripescaggio. La Virtus non ha nulla di tutto questo e muore nell’indifferenza generale. Il basket a Roma potrebbe vivere solo grazie a Eurobasket e Stella Azzurra. In A2 e lontano dalla capitale. Non il massimo che i tifosi e la città meritano. 

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