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TORINO – Manca poco alla primavera del 2011 e l’Italia sta vivendo una crisi economica grave da oltre 5 anni che sta mettendo in ginocchio molti paesi europei oltre a noi, al cinema sono usciti da pochi mesi “Harry Potter e i doni della morte-I° parte” e “Immaturi”, il singolo “Invincible” di Kelly Rowland spopola a livello internazionale e la Serie A sta cercando di rialzarsi dopo anni di vertiginoso abbassamento del livello tecnico.
È la XXVIII° giornata quando l’anticipo del sabato alle 20,30 corrisponde a Juventus-Milan: i bianconeri stanno cercando di rialzare la testa dopo “Calciopoli” e non vincono ufficialmente trofei dal 2003 essendo VII° in classifica mentre i rossoneri, usciti quasi illesi dal medesimo scandalo di 5 anni prima, vogliono spezzare l’egemonia quinquennale dei cugini nerazzurri nel nostro calcio non avendo conquistato nulla nelle ultime 4 annate ma comandano la graduatoria in quel momento.
Gli Agnelli hanno ripreso la presidenza piemontese attraverso la figura del figlio Andrea mentre Berlusconi è, ormai, quasi giunto alla conclusione della sua esperienza trentennale ma non vuole saperne di lasciare il suo club se non per cause di forza maggiore…in panchina abbiamo allenatori di medio livello come Delneri e Allegri (alla sua prima esperienza in un grosso team) mentre l’esperto arbitro Rizzoli chiede da subito di parlare solo con i capitani Buffon e Gattuso…in campo i nomi noti sono tanti: Chiellini, Barzagli, Marchisio, Toni, Matri opposti a Abbiati, Nesta, Abate, Cassano a livello nazionale con Krasic e Jankulovski, Thiago Silva, Van Bommel, Flamini, Boateng, Ibrahimovic provenienti dall’estero.
Gli assetti sono prudenti ma non pregiudicati da eccessivo tatticismo: 4-3-1-2 a specchio con le marcature che non la fanno da padrone lasciando che attacchi e difese si scontrino senza paura…se da un lato Cassano tira alto, Boateng si fa anticipare da Buffon in uscita, Nesta manda fuori su corner dall’altro Toni impegna 2 volte Abbiati e Matri si danna per provare a mettere in difficoltà la difesa avversaria pure se al 45° si conta solo l’ammonizione di Van Bommel e poco altro di rilevante.
Nell’avvio di II° tempo Robinho sostituisce Boateng facendo passare i suoi al 4-3-3 classico e Gattuso si prende il cartellino giallo ma gli ospiti guadagnano sempre più metri, il mister bianconero se ne accorge e inserisce Iaquinta per Toni al fine di far respirare le retrovie mettendo una punta più veloce ma non può fare nulla al 68° nel momento decisivo: rilancio lungo dalla difesa per Ibra che stoppa di petto al limite dell’area di rigore e cede a Gattuso arrivato a rimorchio…il capitano milanista “zappa” per terra ma la palla entra piano piano in porta (complice anche un grosso errore del portiere juventino) dando lo 0-1 ai capolisti; a 20′ dal termine Seedorf entra per uno stremato Cassano ristabilendo il modulo iniziale e negli ultimi 10 minuti Del Piero, Bonucci rimpiazzano Matri, Traore’ passando ad un offensivo 4-2-4 ma in vero non arrivano occasioni di rilievo…il centravanti svedese dei milanesi fa in tempo a finire fra i cattivi dell’arbitro appena prima del triplice fischio: di 25.000 spettatori esultano solo i 5.000 del settore in trasferta mentre i sabaudi non hanno pietà e scatenano una violenta contestazione.
A maggio la Juventus vivrà una stagione disastrosa e peggiore in assoluto nel nuovo millennio arrivando VII° in campionato e fuori dalle coppe dopo 4 stagioni, la Coppa Italia finisce nei quarti contro la Roma, l’Europa League termina a causa di un girone abbordabile ma fatto di soli pareggi contro Manchester City, Lech Poznan, Salisburgo…il Milan vincerà il suo XVIII° e ultimo scudetto riuscendo nell’impresa di fermare la striscia positiva dei dirimpettai al prezzo dell’eliminazione in semifinale di coppa nazionale col Palermo unita all’uscita negli ottavi di Champions League contro il Tottenham.
Juventus-Milan è un’industria che fabbrica calcio, che fabbrica talento, che fabbrica spettacolo…beh, che dire? Aspettiamo e vediamo quale sarà il prossimo “prodotto” che sarà messo sul mercato dello sport nazionale più popolare.

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