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GENOVA – Manca appena una settimana a Natale 2005 e, se da un lato l’opinione pubblica si concentra sul nuovo film “Natale a Miami” mentre la Germania è immersa nei preparativi per i mondiali di calcio del giugno seguente con Torino che allestisce i giochi invernali del mese seguente, quasi tutti gli appassionati del settore attendono di vedere il posticipo domenicale alle 21.00 della penultima giornata di Serie A pre-sosta con Sampdoria-Roma al XVI° turno (l’orario delle 15,00 era stato invece monopolizzato da Lazio-Juventus 1-1).

Sono ormai lontani i tempi della rivalità Mantovani-Viola: i blucerchiati si trovano in una tranquilla posizione di centro-classifica mentre in giallorossi vengono dalla vittoria in Coppa Uefa durante la gara casalinga con il Basilea della settimana precedente da aggiungere ad un’inizio di annata vicino al pessimo: quella sera non si può sbagliare, soprattutto sapendo che Garrone con Rosella Sensi presenzieranno fra gli appena 30.000 spettatori (2000 romanisti al seguito del proprio team) ma i problemi di Novellino e Spalletti sono tanti oltre che diversi: il tecnico di casa riuscirà a mettere lo stesso una formazione dignitosa, l’ospite invece deve far fronte ad una totale emergenza offensiva sapendo che Cassano (ai ferri corti con la società e ceduto poi nel mercato invernale al Real Madrid con un prezzo da saldo), Montella, Nonda, Alvarez, Mancini (infortunati a vario titolo) non sono nemmeno convocati e tutto il peso dell’attacco grava su Totti.

Ancora oggi, tanti sostengono, in primis chi scrive, che il mito del vero e proprio 4-2-3-1 (ultimo modulo ad essere stato inventato) sia iniziato quella domenica sera a causa di un’emergenza per la quale si dovette fare di necessità virtù: difesa a 4 in linea, schermo a 2 davanti alla difesa DeRossi a recuperare palloni con Aquilani a fare gioco, 3 trequartisti come Perrotta e Taddei sugli esterni a garantire inserimenti con equilibrio sommati ad Tommasi incursore senza palla facendo leva su Totti finto bomber (oggi si direbbe “falso nueve”) ma perfetto per risucchiare difensori tramite la sua mobilità da tuttocampista allo scopo di garantire spazi continui ai centrocampisti.

Le formazioni ricalcano le necessità attraverso il 4-4-2 contro lo schieramento sopracitato avendo Rocchi a dirigere:

[Antonioli;

Sala-Pisano-Pavan-Zenoni;

Volpi-Gasbarroni (36° DallaBona)-Palombo (57° Kutuzov)-Tonetto; 

Bonazzoli-Flachi (cap.) (79° Bazzani)]

opposto a 

[Doni;

Panucci-Mexes-Chivu-Bovo;

DeRossi-Aquilani;

Taddei (87° Okaka)-Tommasi (78° Rosi)-Perrotta;

Totti (cap.)].

Da subito ci si accorge che la tattica è stata lasciata nello spogliatoio assieme alla paura e che tutti i 22 contendenti vogliono decidere il risultato finale: sono passati appena 15 minuti quando Tommasi crossa in area di rigore dalla trequarti per il capitano romanista…il tiro al volo viene respinto dall’ex di serata Antonioli ma Perrotta è più lesto di tutti e rimette la sfera in mezzo dal fondo permettendo ancora a Totti di mettere dentro sul primo palo di piatto destro dopo che il palo aveva negato la gioia pochi istanti prima allo stesso Perrotta imbeccato da Taddei; da allora i blucerchiati inizieranno a gettare palloni in area a ripetizione sperando in spizzate o deviazioni ma neanche la sorte li assiste specie dopo che Mexes ha salvato a corpo morto su Bonazzoli impedendogli di fare 1-1 a porta sguarnita. Trascorre poco e Volpi, Gasbarroni con Aquilani finiscono fra gli ammoniti mentre Palombo è costretto ad uscire per DallaBona ma al duplice fischio di Rocchi siamo ancora 0-1.

Quando parte il II° tempo la Roma inizia a fare maggiore fatica finchè non arriva l’episodio decisivo al 56°: un evidente intervento in area di Sala su De Rossi innesca il veloce contropiede in cui Chivu causa la caduta di Flachi decretando il conseguente rigore che consente alla vittima del fallo di spiazzare Doni rispartendo la posta in gioco quando ci si poteva trovare 0-2 ma il tabellino dice 1-1, cose molto strane che nella primavera seguente sarebbero state assai approfondite…; da lì sarà solo una guerra a tutto campo in cui i 2 team risultano spezzati in tronconi ed incapaci di coprire: ci sta spazio per un’ulteriore brivido quando Bovo batte una punizione in area su cui ancora un eccellente De Rossi colpisce di testa mandando sul montante sinistro interno il pallone ma in credibilmente in rimbalzo avviene sulla linea con smanacciata disperata dell’estremo difensore poco prima che Dalla Bona rimediasse il giallo…nel finale Rosi e Okaka (sedicenne esordiente in massima serie) cercano di dare lo strappo decisivo rimpiazzando Taddei e Tommasi in favore di un 4-3-1-2 molto spregiudicato avente il proprio capitano alle spalle intanto che la mediana veniva composta da Perrotta-Aquilani-DDR (cartellino giallo rimediato da quest’ultimo a chiudere la lista delle irregolarità) ma neanche gli innesti Bazzani (rientrato dopo 5 mesi di tribolazioni fisiche)-Kutuzov serviranno a far pendere l’ago della bilancia da uno dei 2 lati.

Al triplice fischio tutti sono soddisfatti del gioco ma il pareggio non accontenta nessuno sapendo pure che manca mezza stagione anche se la sensazione è che il futuro potrà dare soddisfazioni ad ambo le parti.

A maggio la Sampdoria raccoglierà un deludente XII° posto oltre a lasciare la Coppa Italia nei quarti contro l’Udinese per differenza reti dopo un doppio pareggio; la Roma, pur avendo chiuso al V° posto, si ritroverà II° dopo lo scandalo di “Calciopoli” dietro all’Inter vantando il record di 11 vittorie consecutive (iniziate proprio la settimana successiva di Samp-Roma: a Roma-Chievo 4-0 del 21/12/2005 facendo affidamento proprio sul modulo brevettato dal tecnico di Certaldo nella gelida notte genovese ma che diverrà presto materia di studio per gli allenatori di tutto il pianeta) ma durato appena 1 anno oltre a dover perdere le finali di coppa nazionale, Supercoppa di lega sempre contro l’Inter ed essere estromessa agli ottavi di Coppa Uefa per mano del Middlesbrough per la maledetta regola del gol fuori casa; la riprova dell’efficacia del 4-2-3-1 si avrà dal fatto che Perrotta, De Rossi, Totti diverranno insperatamente campioni del mondo con l’Italia di Lippi ai mondiali in Germania quando nessuno li avrebbe mai visti titolari o inamovibili nelle gerarchie azzurre.

Sampdoria-Roma non ha ancora finito di regalarci emozioni…  

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