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VERONA – Con la vittoria per 3-1 (come nell’anno del tricolore veronese 1984/85) del Verona in rimonta sul Napoli (ultima giornata come in occasione dello 0-3 datato 12/1/2014), oggi ci è stata data un’ulteriore dimostrazione che questa è una stagione che sfugge a tante regole non scritte ma conosciute fin troppo bene: i veneti non battevano gli azzurri in casa dalla doppietta di Toni in occasione del 2-0 datato 15/3/2015 (l’ultima vittoria con gol subito, invece, è datata 14/1/2001 corrispondendo a 2-1 sempre in rimonta) e la classifica si fa sempre più corta…

Se Juric aveva dovuto fare i conti con diverse assenze, i centrocampisti infortunati Benassi/Sturaro/Veloso/Vieira, Gattuso aveva solo avuto la preoccupazione di rimpiazzare Ruiz, risultato positivo al Covid-19…inoltre, il Napoli veniva dalla batosta rimediata mercoledì scorso in Supercoppa nazionale per 2-0 dinanzi alla Juventus e doveva fare molta attenzione a dosare le energie dato il fatto che giovedì, a Fuorigrotta, arriva lo Spezia per i quarti di Coppa Italia; ne viene fuori una disputa con più volti ma in cui i moduli previsti vengono confermati: il 3-4-2-1 degli scaligeri

[Silvestri;

Dawidowicz-Gunter (76° Lovato)-Tameze;

Faraoni (cap.)-Lazovic-Ilic-Dimarco (56° Magnani);

Barak-Zaccagni (83° Bessa);

Kalinic (56° Di Carmine)]

e il 4-2-3-1 degli ospiti (poi 4-2-4 e di nuovo 4-2-3-1 nelle ultime fasi)

[Meret;

Hysaj-Maksimovic-Koulibaly-Di Lorenzo;

Bakayoko (83° Elmas)-Demme (65° Politano);

Lozano-Zielinski (83° Lobotka)-Insigne (cap.) (60° Mertens);

Petagna (65° Osimhen)].

Non si fa neanche in tempo a sentire il fischio d’inizio di Fabbri che i campani sono già in vantaggio dopo appena 10″ (segnatura più rapida di sempre in massima lega della storia azzurra): calcio d’inizio in cui capitan Insigne passa a Petagna, che dà indietro a Demme, consentendogli di lanciare lungo su Lozano, il quale approfitta di un liscio di Dimarco e realizza lo 0-1 con un bel destro in diagonale…i veneti, ovviamente, rimangono assai storditi e nei minuti seguenti, a parte un tiro di Kalinic stoppato da Maksimovic preceduto da un violento scontro fra gli stessi 2, non producono nulla, lasciando l’iniziativa nelle mani dei vesuviani, che prima non concretizzano un contropiede in superiorità numerica Lozano-Zielinski salvata da Tameze in recupero. Per tutta la prima mezz’ora si ha la sensazione, pur vedendo appena 2 parate di Silvestri (su Demme e Insigne). che il raddoppio sia solo questione di tempo, tanto più che a centrocampo dominano i partenopei, fra cui l’ammonito Demme, ma, come sempre accade in questi casi, la sorpresa è dietro l’angolo: prima Dawidowicz si vede murare il tiro dallo stesso Demme e poi Zaccagni è troppo impreciso ad indirizzo di Kalinic quando Maksimovic gli lascia la sfera al limite dell’area…ma i gialloblù non demordono, arrivando al pareggio al 33°, ovvero al momento in cui la sortita offensiva di Dimarco vede il coinvolgimento di capitan Faraoni, che crossa verso lo stesso Dimarco (inseritosi dalle retrovie) consentendogli di battere di piatto destro al volo l’1-1 che fga cambiare l’inerzia della frazione; da allora ci saranno solo i veneti in campo (2 miracoli di Meret e predominio casalingo su tutto il terreno di gioco), mentre il Napoli appare fin troppo disorientato dai fantasmi di 3 giorni addietro.

Alla ripresa si nota subito che la sfida ha subito un cambiamento radicale: Di Lorenzo viene ammonito facendosi seguire dal diffidato Magnani (salterà la Roma), entrato al posto dello sfinito Dimarco, e da Koulibaly con Zaccagni (beccatosi il giallo in occasione del 3° timbro per essersi tolto la maglia), Juric (per proteste)…il comportamento del Napoli evidenzia una paura solo in parte celata dietro la sfacciataggine dei tanti assi offensivi (a cui si aggiungeranno tutti gli effettivi possibili dando il via alla solita giostra dei cambi), in vero assai improduttivi malgrado serpentine interessanti; il Verona, invece, a centrocampo, dove comanda numericamente, si tiene ben raccolto e riparte fulmineo trovando il sorpasso al 62°: Barak recupera la palla sulla trequarti a danno di Demme e serve Zaccagni, che rilancia verso lo stesso Barak, buttatosi nello spazio da solo per esplodere il sinistro del 2-1, che anticipa il 3-1 del 78° su colpo di testa a porta semi-sguarnita da parte dello scatenato Zaccagni in seguito ad una mischia in cui Meret aveva salvato sul neo-entrato Di Carmine ma non aveva potuto nulla sul traversone di Lazovic scaturito dalla respinta. I cambi saranno 9 e le ammonizioni quelle dette, ma ciò che rimane maggiormente da evidenziare è che il Verona, pur avendo l’organico meno noto fra le prime 10, non molla mai ed ha un’organizzazione di gioco fin troppo precisa (merito di Juric, certo, ma soprattutto di un gruppo amalgamato come pochi altri) unita ad una qualità tutt’altro che da buttare…la sfida di oggi ci ha evidenziato al meglio come la tattica e l’organizzazione possano avere la meglio sulla tecnica, la classe, l’anarchia illuminata di un team bello esteticamente come il Napoli, cosa che gli altri anni sarebbe stata molto più difficile.

Ormai è chiaro che quest’annata, speriamo di preparazione agli europei, non segue i canoni soliti e che ogni settimana le competizioni, campionato o coppe, si possono rimescolare facendo vedere un livello di spettacolo che, in Italia almeno, non si vedevano da troppo tempo: la 19° giornata non si è ancora conclusa, aspettiamo e vediamo che bilancio si potrà fare al giro di boa.

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