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All’Olimpico Morata ai supplementari regala l’undicesima Coppa Italia: Il Milan gioca meglio ma si arrende e resta fuori dall’Europa. Gioia Sassuolo

La vince la Juve dopo due supplementari grazie all’uomo della Provvidenza bianconera, quel Morata entrato solo nel secondo extra time ma subito pronto a timbrare il cartellino, probabilmente per l’ultima volta prima di tornare (di passaggio) al Real. C’è rimasto male il Milan che per lunghi tratti ha fatto la partita: alla fine resta solo l’amaro in bocca e l’ennesima rinuncia all’Europa, a vantaggio del Sassuolo che festeggia grazie al sesto posto in campionato.

Juve nella storia, undicesimo trofeo e unica a vincere per due anni di fila campionato e coppa Italia. Un primo tempo noioso che non ti aspetti, rattristito dalle alchimie di centrocampo, con una una Juve stranamente incapace di ripartire. Poche occasioni e tutte per i rossoneri, diversi da quelli spaesati e sconclusionati che si erano fatti uccellare solo una settimana fa al Meazza dalla Roma. Stavolta Brocchi disegna una squadra più accorta, capace di tenere a lungo in mano il boccino del gioco.

Campioni d’Italia che hanno faticato a trovare le misure in campo, escluso un generoso e mai domo Dybala, mentre Pogba è apparso da subito troppo nervoso e alla ricerca più del personalismo che del gioco di squadra. Ne ha beneficiato così il Milan, che ha preso coraggio ci ha provato. Bonaventura è una spina nel fianco ma impreciso nelle conclusioni, piuttosto velleitarie. La vera palla gol per i rossoneri arriva al 38′ quando Honda si libera bene sulla destra del fronte difensivo bianconero e mette in mezzo un pallone al bacio ma Poli di prima intenzione spreca malamente mandando alto.

Neppure la ripresa cambia il tema tattico. Milan meglio ai punti, ma nel calcio occorre segnare. Si fa vedere Chiellini con una bella percussione per vie centrali prima di essere fermato con le cattive da Zapata che si prende pure il giallo. Ma la punizione di Pogba è solo illusione. Allegri in piedi per niente soddisfatto. La musica non cambia perché è sempre il Milan a tenere in mano le redini del gioco. Montolivo gode di troppa libertà in mezzo e sugli esterni i rossoneri (bravo Calabria) sono più incisivi. Kucka sbaglia un contropiede facile facile. Allegri non gradisce l’atteggiamento e richiama in panchina Evra. Dentro Alex Sandro. Brocchi si sbraccia, applaude e chiede ancora uno sforzo. Non bella come finale e non vale l’attenuante della posta in palio. Il Milan è quello che è, ci prova con coraggio ma non capitalizza. Improvvisa la fiammata bianconera con Sandro che serve al bacio Pogba che si fa ipnotizzare da Donnarumma. Niente da fare. Dentro Cuadrado per Lichsteiner. Allegri capisce che non è serata e prova a scuotere i suoi. Per vincere serve l’acuto, non certo il tiro telefonato di Pogba. Il Milan ha dato senza raccogliere frutti. Fuori Poli, dentro Niang, ma non cambia nulla. E si va ai supplementari. Nulla fino all’invenzione di Pogba che scarica dal limite, Donnarumma ci mette i pugni.

La partita si apre, ci prova Bacca in rovesciata ma può solo recriminare. Secondo extra time. Fuori Hernanes, dentro Morata, mentre Jose Mauri prende il posto di Montolivo. Solo pochi minuti per l’intristito Balotelli. Chi invece sorride è il canterano Morata, che raccoglie un assist al bacio di Cuadrado e la piazza dove Donnarumma non può arrivare. E finisce qui nel tripudio bianconero. Perché nel calcio chi vince scrive la storia, chi perde può solo leggerla.

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