
ROMA – Mancano meno di 10 giorni al Natale del 1973 e da appena un mese la nazionale ha espugnato “Wembley” per 0-1 grazie al gol di Capello all’87’ in amichevole (prima volta che gli azzurri trionfavano nella capitale britannica), l’Italia vive gli anni della maggiore regressione economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e il conflitto fra lo stato e le “Brigate Rosse” occupa la maggior parte dello spazio per quello che riguarda l’informazione mentre la “strategia della tensione” e la nascita delle bande criminali più importanti e crudeli di sempre del nostro paese stanno passando sotto silenzio.
Poche gare importanti ma interessantissime
Intanto lo sport italiano sta vivendo gli anni d’oro del basket con l’accanita rivalità Milano-Varese e nel calcio vediamo che dal 1966 si é scelta la strada dell’autarchia per incentivare i vivai (tranne i giocatori sudamericani con dichiarate origini italiane o con contratto stipulati prima della chiusura delle frontiere) e alla nona giornata di Serie A ecco gare di cartello come Lazio-Napoli 1-0 (76′ Chinaglia), Fiorentina-Inter 1-0 (40′ aut Bedin), Milan-Verona 2-1 (33′ Benetti; 65′ Bergamaschi; 79′ Buriani) in cui ci sono i napoletani in vetta 13 punti mentre la Juventus segue a 12, la Lazio a 11 ma senza dimenticare la coppia Fiorentina/Inter a 10 e il Milan a 8 lunghezze (fino ai nerazzurri tutti sono in lotta per le coppe mentre il Milan, che riceverà i suoi carnefici dell’anno passato all’ultima giornata che gli costò lo scudetto in favore degli juventini, sta cercando di risalire la china dopo un avvio parecchio difficile)…inoltre bisogna segnalare che tutte le squadre del nostro paese, tranne il suddetto Milan, che perderà la finale di Coppa delle Coppe a maggio per 2-0 contro il Magdeburgo pur essendo campione in carica, sono già fuori dalle competizioni internazionali e alcune di queste anche in seguito a gare molto “calde”, come la Lazio, che é uscita ai sedicesimi di Coppa UEFA perdendo 4-0 in casa dell’Ipswich Town (poker di Whymark) per poi vincere 4-2 in casa fra roventissime polemiche per un rigore non dato ai romani e un penalty inesistente dato agli inglesi con conseguente invasione di campo da parte del pubblico e una mega rissa negli spogliatoi che porterà alla squalifica per 2 anni dalle gare fuori dal confine oltre alle sanzioni disciplinari toccate a giocatori e dirigenti biancocelesti intanto che sugli spalti la polizia aveva dovuto usare i suoi mezzi migliori per sedare gli scontri fra tifosi al netto del fatto che la Juventus aveva lasciato la Coppa dei Campioni cadendo dinanzi alla Dinamo Dresda (sconfitta 2-0 in Germania Est vittoria 3-2 a Torino) al prima turno dopo la finale persa l’anno prima con l’Ajax mentre l’Universitatea Craiova, la Lokomotiv Lipsia avevano estromesso Fiorentina e Torino dalla Coppa UEFA (0-0 e sconfitta 1-0 in Romania per i viola, doppia batosta per 2-1 nel caso dei granata) dopo appena 180′ con la chiusura che toccherà agli ottavi all’Inter, entrata 2 turni dopo nel medesimo torneo ma superata dall’Admira Wacker (delusione 1-0 in Austria e vittoria ai supplementari per 2-1 in casa pur rivelatasi inutile).
Il calendario
La scena é soprattutto per la gara dell'”Olimpico” dove sono attesi quasi 55.000 spettatori fra cui 20.000 napoletani (gemellati all’epoca con i romanisti): é la prima volta che le 2 squadre si incontrato dopo il 20 maggio scorso, quando all’ultima giornata avevano prevalso i partenopei grazie al gol di Damiani all’89’ che certificò il tricolore perso dalla truppa neopromossa di mister Maestrelli (la contemporanea rimonta 1-2 della Juventus in casa della Roma e il 5-3 incassato dal Milan a Verona aveva deciso le sorti di un torneo incerto fino all’ultimo istante) e la tensione é palpabile, con scontri violenti che iniziano già molto prima della sfida portando molti tifosi al pronto soccorso intanto che i presidenti Lenzini e Ferlaino arrivano a prendere i loro posti nel settore dell’elitè e lo stesso Maestrelli si occupa di fare gli onori di casa con il tecnico brasiliano Vinicio (ex giocatore nel capoluogo campano nel 1955-60 e che non lo sa ancora, ma sarà proprio lui a prendere il posto dell’allenatore laziale quando quest’ultimo morirà di cancro all’intestino nel dicembre 1976…in una gara sola vediamo il passato, il presente e il futuro della panchina della Lazio neanche a farlo apposta). I capitolini, inoltre, sono già tesi per la sconfitta 2-1 in casa del Cesena nella prima gara del secondo girone di Coppa Italia andata in scena lo scorso mercoledì a confronto di un Napoli che aveva già concluso la sua esperienza nella coppa nazionale giungendo secondo dietro al Bologna solo per differenza reti in un gruppo con Reggiana, Avellino, Genoa. La situazione, dunque, ci parla di un calendario non troppo intasato (l’impegno infrasettimanale dei padroni di casa ripartirà a gennaio con in programma gare di spicco contro la solita Juve e il rampante Palermo.
I nazionali e la tattica
Maestrelli fa affidamento sul suo solito 4-4-2 in cui mancano solo le riserve infortunate Polentes, Inselvini, Manservisi (un difensore e 2 centrocampisti) intanto che l’altro mediano Borgo é fuori per scelta tecnica…Vinicio, invece, sfrutta il consolidato 4-5-1 in cui stanno fuori per guai fisici solo il difensore Landini e l’incontrista Lipari senza dimenticare tutti i giovani Punziano, Montefusco, Mascheroni, Troja, Fotia, lasciati fuori per esaurimento di convocazioni nell’epoca degli 11+3 disponibili di cui uno deve essere il portiere di rincalzo senza tralasciare il fatto che la “zona” non si é ancora sviluppata in Europa al di fuori dell’Olanda e da noi si gioca solo “a uomo” basandosi sul cosiddetto “catenaccio”; la prossima estate, quando la nazionale italiana vice-campione del mondo in carica uscirà al primo turno nel girone D dietro a Polonia (sconfitta 2-1) e Argentina (pari 1-1 nello scontro diretto) ma solo per differenza reti in favore dei sudamericani facendo compagnia ad Haiti (vittoria in rimonta per 3-1) malgrado una selezione molto forte e grandi aspettative (2 anni di imbattibilità di Zoff e senza sconfitte da poco meno di 24 mesi in seguito anche a trionfi di prestigio come quello sugli inglesi) ci saranno appena 3 giocatori della Lazio, ovvero capitan Wilson, Re Cecconi, Chinaglia (che manderà a quel paese l’allenatore Valcareggi dopo essere stato sostituito all’esordio dinanzi agli haitiani creando una frattura insanabile data già da dichiarazioni precedenti contro il CT) oltre al capitano napoletano Juliano.
Equilibrio e predominio biancoceleste
Maestrelli l’ha studiata bene: Petrelli-Cané, Oddi-Clerici, Frustalupi-Juliano, Nanni-Braglia mentre Vinicio sceglie le coppie Zurlini-Chinaglia, Bruscolotti-Garlaschelli, Esposito-Re Cecconi, Orlandini-D’Amico in modo da lascare liberi solo i terzini sinistri Martini e Pogliana mentre i liberi Wilson con Vavassori e i portieri Pulici insieme a Carmignani sono quelli che devono cercare di fare gioco in una sfida che ha tutti i connotati di uno scontro diretto…la Lazio ha raccolto le vittorie per 1-0 con la Samp e la rimonta 2-1 nel derby oltre ai pari per 0-0 e 1-1 con Fiorentina e Inter mentre in trasferta ha ottenuto il trionfo per 0-3 a Vicenza prima di racimolare il ribaltone per 3-1 in casa della Juventus, lo 0-0 a Cesena e ha espugnato 0-1 Cagliari (9 gol fatti di cui 5 di Chinaglia e 5 subiti) mentre i napoletani dispongono di un bottino corrispondente a 3 pari con una vittoria fuori casa (0-0 a Cagliari, 2-2 con l’Inter, 1-1 a Firenze e 0-1 a Roma con la Roma) al netto di 4 vittorie sotto il Vesuvio (2-0 alla Juve, 1-0 alla Samp, 2-1 al Vicenza, 1-0 al Cesena)…10 gol fatti bilanciati ai 4 incassati. Da subito si vede che l’iniziativa, ovviamente, ce l’hanno i padroni di casa, spinti da un pubblico calorosissimo e che vuole vendicarsi della beffa di un anno prima capendo che la rincorsa allo scudetto, malgrado 2 anni prima si fosse in Serie B, é possibile: Zurlini anticipa Chinaglia bene almeno 3 volte mentre Vavassori respinge palloni come se piovesse e sempre di testa permettendo anche ai compagni di farsi vedere in attacco ma al 20′ ecco che Chinaglia costringe Carmignani alla parata in 2 tempi su un destro dal limite, al 30′ ecco l’incornata facile di D’Amico bloccata dal portiere, al 35′ Re Cecconi colpisce la trasversa di sinistro e Zurlini allontana con molta fortuna per poi vedere Braglia che costringe Pulici all’intervento verso il 40′ con un bel destro dai 20 metri.
Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare
In apertura di ripresa l’arbitro parmense Michelotti annulla un gol su punizione di seconda battuta direttamente in porta da Clerici e poco dopo sia Martini che Juliano vengono ammoniti per proteste prima che Pulici neghi la gioia del gol a Juliano e al 70′ si frappone fra il gol e la staffilata di Braglia dal limite dell’area. Al 70′ dentro un punta fresca per una punta stanca, ovvero Franzoni per Garlaschelli ma é al 76′ che vediamo l’episodio decisivo, quando Frustalupi lancia in area per D’Amico, che fa sponda su Chinaglia in area e il bomber realizza l’1-0 quasi di ginocchio (sesto centro per lui in campionato oltre, per il momento, ai 2 in coppa nazionale e i 6 in Coppa UEFA) a porta semivuota; all’80’ Ferradini rimpiazza Canè e all’81’ Carmignani si distende a salvare su una punizione sinistra rasoterra ma velenosissima di Chinaglia dai 15 metri e nel finale il Napoli prova a riprendersi la vetta con confusi tentativi di pareggio ma al triplice fisico, intanto che gli scontri fra tifosi aumentano sempre di più e l’aria si fa pensatissima, i biancocelesti trovano un Chinaglia decisivo per la quarta giornata consecutiva, si godono l’approdo in vetta in coabitazione con gli stessi napoletani e la Juve che ha pareggiato 2-2 trovandosi 2 volte sotto in casa contro il Cesena in modo da lanciare definitivamente la sfida: quest’anno ci sarà spazio solo per i duri nella lotta al tricolore anche più dello scorso anno e che si fermerà sarà perduto.
Il bilancio a primavera
Domenica 12 maggio 1974 sarà il giorno segnato dal destino: la Lazio, battendo il Foggia in casa per 1-0, vincerà il suo primo scudetto con un turno di anticipo (chiuderà con il 2-2 a Bologna 7 giorni dopo) a danno della Juventus (43-41) riuscendo a far salire Chinaglia sul trono dei marcatori con 24 timbri in 30 giornate (ne realizzerà altre 4 in Coppa Italia e 6 in Coppa UEFA tramite 2 triplette) staccando di uno l’interista Boninsegna pur avendo mollato la coppa nazionale proprio nel secondo girone giungendo ultima dietro a Palermo, Juve e Cesena (proprio Bologna-Palermo 1-1, e poi 4-3 ai rigori sarà la finale) ma non potrà partecipare alla Coppa dei campioni causa gli scontri con l’Ipswich (ad oggi e per sempre i laziali saranno l’unico club a che non giocherà la Coppa dei Campioni con lo scudetto sul petto nel periodo in cui partecipavano solo i detentori del torneo) intanto che il Napoli si piazzerà terzo a 36 lunghezze ma con il rimpianto di aver, forse, avuto la possibilità di fare di più negli scontri diretti con i biancocelesti (al ritorno sarà 3-3 con 3 volte gli azzurri in vantaggio…in totale sarebbero potuti essere 3 in più che avrebbero cambiato, forse, il cammino campano). A questo punto chiunque potrebbe pensare che il nostro viaggio nel passato di Lazio-Napoli sia già concluso, ma non é così…appuntamento alla prossima tappa!!!!
Il tabellino
LAZIO-NAPOLI 1-0
LAZIO (4-4-2): Pulici; Petrelli, Wilson (cap.), Oddi, Martini; Nanni, Frustalupi, Re Cecconi, D’Amico; Garlaschelli (72′ Franzoni), Chinaglia. A disposizione: Moriggi, Facco. Infortunati: Polentes, Inselvini, Manservisi. Fuori per scelta tecnica: Borgo. Allenatore: Maestrelli.
NAPOLI (4-5-1): Carmignani; Bruscolotti, Vavassori, Zurlini, Pogliana; Cané (80′ Ferradini), Orlandini, Juliano (cap.), Esposito, Braglia; Clerici. A disposizione: Da Pozzo, Albano. Infortunati: Landini, Ripari. Fuori per scelta tecnica: Punziano, Montefusco, Mascheroni, Troja, Fotia. Allenatore: Vinicio.
ARBITRO: Michelotti di Parma.
MARCATORI: 76′ Chinaglia.
NOTE: Ammoniti Martini (L) e Juliano (N) per proteste.
