La seconda vittoria in tre match spinge la Virtus verso i piani alti
MILANO – Biella Forum, lo scorso sabato sera: la squadra di casa sta sfidando la Virtus Roma, al 28’ è in vantaggio per 63-47. Gli ospiti segnano con il contagocce: appena sei punti da quando è iniziato il terzo quarto. La paura di ripetere il blackout della domenica precedente in quel di Bergamo (-22, 81-59) è palpabile. Biella però non trova le giocate per chiudere la gara, permettendo alla Virtus di ridurre lo svantaggio in chiusura di quarto (63-52). È la svolta: nell’ultimo parziale la squadra romana è un’altra, i tiri continuano a bucare la retina. La tripla di Chessa a metà quarto vale il sorpasso sul 65-66, suggellando un break di 19-2. Il finale è in volata: la difesa Virtus ha una marcia in più e Nic Moore è scatenato, segna a ripetizione (saranno 11 punti in 10’). Non c’è storia e una possibile sconfitta, che avrebbe fatto parlare di crisi, diventa in un amen una rimonta trionfale: la seconda vittoria in tre match, che spinge la Virtus verso i piani alti. Il capitombolo di Bergamo è subito archiviato come inspiegabile blackout: un monito ben chiaro di quanto sia dura la categoria, capace di punirti dolorosamente non appena hai un calo di tensione.
PROGETTO – Se un coach come Piero Bucchi decide di accettare una proposta dall’A-2, ritornando a Roma dopo 13 anni, significa che il progetto è importante e lungimirante: non c’è da stupirsi se la sua squadra, già dopo una manciata di partite, sia tra le più interessanti ad Ovest. Roma è una piazza storica in rinascita, i passi sono tanti e vanno tutti nella stessa direzione: un allenatore e due Usa provenienti dalla A come Moore ed Henry Sims (18.7 punti e 13 rimbalzi di media), il ritorno al PalaLottomatica, la conferma degli italiani più solidi (Baldasso, Landi e capitan Chessa) e l’innesto di giocatori di valore, come Sandri, Saccaggi e Santiangeli. Oltre alla scommessa sul giovane Amar Alibegovic, figlio di Teo, rookie classe ‘95 da St. John’s, 12 punti e 7 rimbalzi a Biella. Se torniamo indietro di qualche mese, sembra un altro mondo: Bucchi che arriva in corsa a marzo inoltrato, al posto di uno sfortunato Luca Bechi. La squadra – costruita in modo fortunoso e raffazzonato – che non riesce mai a vincere, i playout che da fantasma diventano realtà, la salvezza al primo turno contro una Roseto non irresistibile. Poi il pesante restauro estivo, cercando di tenere tutto il buono: dopo una convincente pre-season, l’avvio di campionato sta confermando che il roster è valido anche sul campo, non solo sulla carta. Ora c’è il turno infrasettimanale e il calendario regala un derby di fuoco con l’Eurobasket, un’altra squadra che quest’anno è completamente rinata. Che a Roma si possa tornare pian piano ad appassionarsi alla palla a spicchi?
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