
TORINO – E’ la sera del 1° “pesce d’aprile” del nuovo millennio: la primavera si fa sempre più largo intanto che la guerra di Jugoslavia sta vivendo il suo ultimo anno e mezzo di battaglie, Lene Marlin canta “Unforgivable Sinner” mentre da più di un mese il Camerun ha vinto la Coppa d’Africa, Sidney sta finendo di allestire le olimpiadi a cavallo fra il prossimo agosto e settembre mentre l’Olanda con il Belgio ospiteranno l’europeo tra giugno e l’inizio di luglio…in tv va in onda la prima serie de “La Squadra” e l’Italia é fra le più grandi potenze europee a livello economico.
Proprio a testimonianza di questo relativo benessere, il nostro é un paese che, in quegli anni, aveva la brutta abitudine di vivere al di sopra delle sue possibilità traducendo le maggiori spese folli nello sport e nelle speculazioni: lo specchio di quest’apparente ricchezza lo abbiamo nel calcio italiano, ancora ricchissimo di campioni strapagati ma uscito dal giro dell’elité internazionale a seguito di un ventennio sugli scudi.
La stagione delle “7 sorelle”, pure se nessuno lo sa ancora, sta tramontando ma le emozioni sono tante specialmente pensando a quanto il campionato si sia riacceso improvvisamente: per la 28° giornata vediamo la divisione, ormai consueta, fra anticipi del sabato in cui brilla la gara serale alle 20,30 Juventus-Lazio e l’incontro della domenica pomeriggio Parma-Milan 1-0…se la sfida fra emiliani e meneghini ha il significato dello spareggio UEFA, quella che va in scena al “Delle Alpi” di Torino davanti a 55000 spettatori é un vero spartiacque nella corsa scudetto, visto che i bianconeri avevano, fino a 2 settimane prima, 9 punti di vantaggio sui biancocelesti e apparivano come vincitori virtuali della sfida; la batosta rimediata a Milano per 2-0 con doppietta di Shevchenko e la contemporanea rimonta della Lazio nel derby casalingo hanno, però, riacceso la disputa…che ora presenta solo 6 lunghezze fra i contendenti. Intanto che circa 10000 laziali giungono nel capoluogo torinese con la speranza di vivere un sogno, sia i fratelli Agnelli che la “triade” Moggi-Bettega-Giraudo, si presentano in tribuna poco prima che arrivi Cragnotti: la cornice non potrebbe essere migliore e di scontri fra tifosi, in vero, se ne evidenziano meno del solito malgrado i pessimi rapporti fra le parti in quel momento a tutti i livelli; se ne facciamo un discorso di profondità della rosa, gli allenatori Ancelotti (ex romanista mai troppo amato dai supporters bianconeri visto il suo passato anche nel Milan) ed Eriksson non potrebbero essere più contenti: il primo può sfruttare tutto il suo organico tranne i gregari Mirkovic/Maresca/Esnaider, tutti lasciati a casa per scelta tecnica, sistemando il suo consolidato 3-4-2-1 (poi tramutato in 3-4-2 nell’ultima parte)
[Van der Sar;
Ferrara-Montero-Iuliano;
Conte (77° Kovacevic)-Davids-Tacchinardi (53° Zambrotta)-Pessotto (76° Birindelli);
Zidane-Del Piero (cap.);
F.Inzaghi]
al netto del secondo, che deve fare a meno di appena 5 uomini, pure se fra questi si evidenziano il portiere titolare Marchegiani (infortunatosi gravemente ad alcune vertebre nel finale di primo tempo della stracittadina), i difensori Nesta/Favalli (entrambi fuori da 1 mese causa problemi muscolari), gli attaccanti Salas/Mancini (anch’essi alle prese con guai fisici), ma non rinuncia al suo 4-5-1 in linea (rivelatosi molto più produttivo del 4-4-2 di metà stagione)
[Ballotta;
Negro (cap.)-Couto-Mihajlovic-Pancaro;
Conceicao (56° Stankovic)-Almeyda-Veròn-Simeone-Nedved (77° Lombardo);
S.Inzaghi (85° Ravanelli)].
Tanti, forse troppi, i futuri convocati di mister Zoff ad “Euro 2000” dove arriveremo in finale per perdere al golden-gol con la Francia: Ferrara/Iuliano/Pessotto/Conte/Zambrotta/capitan Del Piero/F.Inzaghi oltre a capitan Negro (sostituto dell’altro azzurro Nesta) senza contare gente come Tacchinardi o Pancaro/S.Inzaghi, tutti nel giro della nazionale al contrario di chi é stato già scartato come Lombardo/Ravanelli (solo Ballotta con Birindelli non verranno mai considerati)…inoltre, a loro bisogna aggiungere i 3 jugoslavi Mihajlovic/Stankovic e Kovacevic, estromessi ai quarti dagli olandesi, che elimineremo noi in semifinale, Van der Sar/Davids, il transalpino Zidane, rivelatosi carnefice della Repubblica Ceca guidata da Nedved nello stesso girone degli “arancioni” e del Portogallo di Couto/Conceicao al penultimo atto mentre l’uruguagio Montero, assieme al trio argentino Almeyda/Veròn/Simeone, si preparano a guidare i loro paesi alla Copa America del 2001. Poche volte si sono visti assieme così tanti campioni fra italiani e non: lo spettacolo sarà più che degno facendo vedere 90 minuti di scintille fra tecnica e tattica…
Se i laziali, fra 3 giorni, hanno da giocare l’andata dei quarti di finale di Champions League a Valencia e fra 10 dovranno affrontare i primi 90 minuti della finale di Coppa Italia fra le “mura amiche” ospitando l’Inter, i bianconeri, invece, hanno già lasciato la Coppa nazionale nei quarti a gennaio (vittoria 3-2 stando 3-0 all’intervallo e batosta 2-1 al ritorno negli ultimi scampoli) per mano degli stessi “aquilotti” e la UEFA, cui avevano avuto accesso vincendo ad agosto la Coppa Intertoto a scapito del Rennes (2-0 in casa e 2-2 in Francia), a febbraio, in cui ha pensato il Celta Vigo a rovesciarli negli ottavi (1-0 e Torino e 0-4 in Spagna)…di conseguenza, si potrebbe dire che i padroni di casa hanno la mente più sgombra contando il fatto che sono loro a stare davanti, ma non sarà così.
L’incrocio fra Eriksson e Ancelotti, rispettivamente maestro e capitano di quella Roma che perse lo scudetto dinanzi al Lecce nell’aprile del 1986 lasciando scappare proprio la Juve verso l’ennesimo trofeo nazionale, odora di cerchio che si deve chiudere senza contare il fatto che i 2 sono molto cambiati rispetto alla visione che avevano allora: accade quindi che decidano di giocare senza tatticismi cercando di intimidirsi l’un l’altro soprattutto affidandosi a quella zona di centrocampo in cui si addensa il maggior numero di giocatori…4+2 da una parte contro 5 dall’altra; il copione é chiaro ed é la Lazio ad attaccare per prima, facendo affidamento al minore dei fratelli Inzaghi, cercato spesso con verticalizzazioni immediate anche se la prima occasione capita sui piedi di Nedved, che rientra sul destro prima di calciare vedendosi murare da Montero a “corpo morto” in corner e Negro lo segue poco dopo triangolando con Inzaghi per poi piazzare di interno destro fra le braccia di Van der Sar dal limite dell’area…i piemontesi non stanno a guardare e si affidano alla regia di Zidane, costretto agli straordinari in mezzo dovendo sopperire all’inedita posizione di Conte all’ala, per cercare a varie riprese Filippo Inzaghi o Del Piero, ma Couto fa buona guardia sul primo intanto che Ballotta salva sul primo palo a danno del secondo; successivamente ancora Filippo Inzaghi impegna Ballotta con un buon destro deviato oltre la traversa e gli ospiti rispondono con un gran lancio su Simone Inzaghi, che fa sponda di testa su Nedved ma il suo destro esce di pochissimo dai 20 metri…ancora Filippo Inzaghi viene cercato in avanti per servire Zidane, il quale va sul fondo dalla destra e mette in area verso Del Piero, ma il capitano spedisce alto appena prima che Ameyda con Davids vengano ammoniti per gioco scorretto e che quest’ultimo non rispedisca oltre la traversa dai 30 metri sugli sviluppi di una respinta a corredo dell’ultimo brivido prima dell’intervallo, in cui Nedved si vede stoppare il destro dentro l’area piccola da uno Iuliano entrato alla disperata per evitare problemi grossi.
Quando si ricomincia a macinare gioco il pubblico di casa scalda i cuori con una bellissima coreografia e gli ospiti si fanno sentire fronteggiando la bolgia sabaudo a suon di cori ma i riflettori migliori rimangono sul terreno di gioco, in cui Zidane converge dalla destra, rientra 2 volte prima di caricare il mancino ma trova la deviazione di Pancaro in angolo dall’altro lato a Ballotta spiazzato; Ancelotti di tornare alle vecchie certezze e innesca Zambrotta per Tacchinardi invertendolo con Pessotto mettendo proprio lui sulla sinistra e facendo tornare Conte a fare il partner di Davids per un a mediana più muscolare poco prima che Stankovic vada a prendere la fascia destra la posto dell’esausto Conceicao…appare questo il miglior momento degli juventini: Inzaghi spedisce alto il pallonetto morbido di destro sull’uscita di Ballotta e lo stesso estremo difensore si distende all’angolino destro basso per deviare la rasoiata di Conte e Veròn si fa ammonire per comportamento non regolamentare; sembra il momento buono per il vantaggio torinese ma a questo punto vediamo una serie di piccoli accadimenti destinati a cambiare decisamente il corso degli eventi: Almeyda commette un brutto fallo pestando il piede destro dio Filippo Inzaghi ma il povero Farina (morto pochi anni fa) sceglie di non riammonirlo e, dunque, cacciarlo per poi, invece, ammonire Ferrara per proteste in seguito ad un contatto evitabile con Simone Inzaghi verso il 60°…neanche il tempo di far ripartire le operazioni che, al 65°, su lancio di Veròn in contropiede, lo stesso Simone Inzaghi brucia Ferrara, che lo placca guadagnando anzitempo gli spogliatoi oltre a regalare una punizione sulla trequarti ai nemici, che non si fanno sfuggire il momento propizio andando in rete al 66° con Simeone di testa da traversone con il destro di Veròn (decisamente fra i migliori). Per il mediano dei romani sarà la 1° di 5 segnature in campionato e, per ironia della sorte, aveva già messo a referto solo un timbro, quello decisivo per il 2-1 del ritorno dei quarti di coppa nazionale sempre a discapito della “vecchia signora”…potremmo definire Simeone il “boia delle zebre” ma il dato di fatto é solo uno: per 24 minuti i padroni di casa dovranno tentare l’assalto con l’uomo in meno facendo anche innervosire Zidane, il quale viene inserito fra i cattivi mentre Ancelotti chiama il riassestamento a favore del 4-4-1 a rombo in cui Pessotto e Zambrotta operano da terzini, Zidane é il vertice basso con Conte e Davids a lavorare sulle fasce mentre Del Piero (che in tutta la serata si passerà la palla una sola volta con il suo compagno di reparto, e il triangolo verrà anche fuori male) rifinisce per Inzaghi; ovviamente i capitolini, ben consapevoli di poter sfruttare parecchi spazi, si trincerano a difesa di Ballotta mentre i nordici cingono d’assedio l’area prima con Inzaghi che viene anticipato da Ballotta in uscita alla “kamikaze”, poi con Del Piero che calcia di destro dal limite dell’area vedendosi ribattere da Simeone…nell’ultimo quarto d’ora ci sta tempo per l’inserimento di Birindelli al posto di Pessotto e Kovacevic sostituisce Conte virando l’assetto dei suoi verso un 3-4-2 a rombo ma pure molto offensivo (Birindelli-Montero-Iuliano dietro, Zidane davanti alla difesa, Zambrotta-Davids ali nel rombo, Del Piero sulla trequarti, Kovacevic-F.Inzaghi davanti), forte delle 3 punte più Zidane (ormai vero e proprio “vertice basso” della manovra”) intanto che l’ex Lombardo subentra allo sfinito Nedved; negli ultimi scampoli di match ci sta spazio anche per l’altro ex Ravanelli, che va a prendere la posizione di Simone Inzaghi, esausto dopo una lotta solitaria con l’intera retroguardia avversa (ci sta da dire che in condizioni normali non avrebbero mai giocato loro 2, ma i 2 infortunati e Boksic a mezzo servizio in concomitanza con la disponibilità di tutto il reparto nevralgico hanno fatto sì che Eriksson si dirottasse verso il modulo ad una sola punta e con terminali d’emergenza malgrado il periodo fitto d’impegni) esattamente quando gli zebrati stanno iniziando il loro assalto conclusivo, basato su una manovra molto avvolgente e con diverse punizioni scampate per un soffio: se su Del Piero é decisivo Ballotta, poi su Zidane si vedrà una palla che sfiora il montante mancino e un altra smanacciata dell’estremo difensore ospite al centro della porta. Le mischie finali vedono gomitate e tensione continua in area con nessuno che vuole tirare via la gamba: Mihajlovic non molla mai Kovacevic, Couto francobolla Inzaghi, Del Piero si trova sempre addosso Veròn intanto che Simeone si attacca a Zidane e lascia Almeyda al suo duello personale con Davids contando sul fatto che entrambi fossero già gravati di un cartellino e avrebbero potuto sfruttare il fattore psicologico a vicenda, Ravanelli segue Montero ad ogni mucchio passando più tempo nella sua retroguardia che in quella prevista, per Negro si prospetta un placcaggio continuo con Iuliano e Birindelli non esita mai a sfidare Pancaro sia dentro che fuori area così come farà Zambrotta con Lombardo portando Stankovic ad essere l’uomo in più per i colpi di testa…al fischio finale, mentre gli ospiti vanno a raccogliere l’abbraccio dei loro tifosi e Simeone alza la mano destra esibendo il numero 3, la classifica recita Juventus-Lazio 59-56 con 6 punti rosicchiati in appena 2 settimane: l’anno addietro la rimonta del Milan poi campione a danno dei laziali era iniziata proprio con 2 sfide dinanzi a Roma e Juventus lasciando pensare che ci possa essere veramente una restituzione da parte della sorte.
Eriksson si gode il trionfo e il primato di essere stata la prima squadra italiana a battere la Juventus a casa sua (3° torneo consecutivo per 0-1 e 4° volta negli ultimi 5 confronti fra campionato e coppe territoriali) in stagione mentre Moggi ricorda ancora tutti chi sono i primi in graduatoria oltre a redarguire Farina per la mancata espulsione di Almeyda che avrebbe potuto rivoluzionare tutto…ci sono 3 punti di distacco e 6 giornate davanti: é ancora tutto da giocare!
A fine annata la Juventus chiuderà con il bilancio decisamente in rosso senza neanche un titolo di spessore: 2° posto dietro alla Lazio campione d’Italia per la 2° ed ultima volta nella storia (72-71 proprio nell’anno del centenario con sorpasso definitivo all’ultima giornata) prima di festeggiare la loro 3° Coppa Italia (2 annate dopo la 2°) con la 2° Supercoppa Italia (anche questa 24 mesi dopo) dinanzi all’Inter (2-1 in rimonta a Roma e 0-0 a Milano…poi 4-3 sempre nella capitale)…sarà l’unica volta in cui una squadra del centro conquisterà il “tris” nazionale e proprio durante la migliore stagione della storia del team di Formello, condita dal trionfo in Supercoppa UEFA per 0-1 nel Principato di Monaco a danno del Manchester United a fine agosto 1999.
Questo viaggio nel passato di Juventus-Lazio é stato un itinerario-lampo…adesso parola al campo!!