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ROMA – Altro giro altra delusione: la Roma di Fonseca non riesce proprio a vincere con le squadre cosiddette grandi. Ci si potrebbe attaccare ad un episodio che alla fine inciderà sul risultato finale (rigore non concesso su Mkhitaryan nel finale), ma sarebbe troppo comodo concedere un alibi ad una squadra che nella prima mezz’ora di gioco, avrebbe potuto prendere 3-4 gol da un Milan molto più dentro la partita dei giallorossi, apparsi impauriti e imprecisi, come pronti ad offrirsi come vittima sacrificale al più quotato avversario. Il Milan di questi tempi però, non ha più il killer instint di inizio stagione e quindi ci vuole un calcio di rigore concesso dal Var per una ingenuità di Fazio, per sbloccare il risultato. Kessie è freddo e realizza portando avanti i suoi. Nella ripresa la Roma parte forte e trova il pari con un fendente imparabile per Donnarumma, di Veretout. Pur non avendo nulla da Pellegrini e Borja Mayoral e pochissimo da Mkhitaryan, la Roma ha l’occasione buona per andare avanti con l’armeno ipnotizzato dal portierone rossonero. La partita la spacca Rebic abile a sfruttare l’ennesimo errore in uscita dei giallorossi ed a battere in diagonale Pau Lopez. Sotto di un gol la Roma ci prova e come detto in precedenza recrimina per un presunto penalty non concesso per fallo su Mkhitaryan. Alla fine però arriva l’ennesima sconfitta contro una grande che complica moltissimo i piani per raggiungere la zona Champions. Una sconfitta che non può considerarsi una resa perché ci sono ancora molte partite da giocare, ma sotto tanti punti di vista può comunque essere letta come una specie di sentenza… amarissima.

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