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Il centravanti annuncia il suo ritiro. Sarà l’assistente del ct della Germania Löw

ROMA – E adesso Miro diventa ufficialmente Mito. Klose lascia il calcio ed entra nella leggenda, con tutti i suoi record e i suoi numeri: miglior marcatore tedesco di tutti i tempi con 71 gol, secondo per presenze (137, dietro solo le 150 di Matthaus) e capocannoniere assoluto dei Mondiali con 16 reti. Poi ci sono quelli con la Lazio: nei suoi 1710 giorni biancocelesti, Miro è sempre riuscito a lasciare il segno con 11483 minuti distribuiti in 171 presenze e 64 gol, che lo rendono insieme a Pandev lo straniero più prolifico della storia del club, il settimo nella classifica generale.

Tra tutti questi, il sesto sigillo della sua avventura alla Lazio lo ha fatto entrare nei cuori dei tifosi, quello del 16 ottobre 2011, al suo primo derby, deciso a 23 secondi dal triplice fischio. Resteranno questi ricordi, conditi pure da rimpianti per le Champions sfiorate e qualche infortunio di troppo. Ma che non offuscheranno il patrimonio lasciato da un campione assoluto, che ha deciso di anticipare di un anno il suo futuro. Si sarebbe goduto volentieri un’altra stagione in campo, era sicuro di esserne ancora in grado. Ma non sono arrivate proposte soddisfacenti (le ipotesi Cina, India, Usa non hanno convinto la famiglia) e così ha optato per il “piano B”, per lui molto prestigioso: entrare nella federazione tedesca, inizialmente da assistente del ct Löw. C’è da giurarci, un giorno il ct della Germania sarà lui.

Intanto la Lazio ha trovato il suo erede in Immobile, diventato un punto fermo della squadra di Simone Inzaghi. Così come Stefan de Vrij, che spinge per tornare in campo già al rientro dalla sosta contro il Genoa, al massimo per la gara successiva contro il Palermo. Anche per lui insomma si sono ridotti i tempi di recupero previsti inizialmente. Lunedì a Formello sono andati a trovarlo i suoi agenti, che ne hanno approfittato per parlare con la società del contratto in scadenza nel 2018: c’era grande ottimismo, in realtà passi avanti per il rinnovo non sono stati fatti.

Tra la Seg (l’agenzia di procuratori che detiene il cartellino dell’olandese) e la Lazio i rapporti sono ottimi, ma da parte dell’entourage del difensore non c’è la volontà di accelerare: d’altronde nelle ultime due sessioni di mercato estive sono stati respinti gli assalti di Milan, Chelsea e Arsenal, e la possibilità di fare il salto di qualità a giugno è concreta. I rossoneri, tra l’altro, dopo il cambio societario sono pronti a tornare alla carica. Il club biancoceleste ci riproverà più avanti, ma lo scenario più verosimile al momento è che questa sia l’ultima stagione nella Capitale. Di sicuro non ci sarà sabato a Napoli e il suo posto in difesa lo prenderà il “fratellino” Wesley Hoedt, ancora al fianco di Wallace a meno di clamorosi recuperi di Bastos. Un po’ d’ansia la provoca invece Felipe Anderson, sofferente per un colpo al quadricipite. La sua presenza al San Paolo, comunque, non dovrebbe essere in dubbio.

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