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NAPOLI – Ad ottobre del 1997 siamo sempre più vicini alla fine dell’autunno e con un inverno che stenta ancora ad insediarsi nel clima dell’intero pianeta, fra soli 13 giorni si festeggia Halloween e neanche 15 giorni dopo arriverà il ponte dei morti… a livello musicale vanno per la maggior gli “Eiffel 65” e i “Blink 182”, in Italia vanno in scena le ultime stagioni di “Beverly Hills 90210” e dall’estate scorsa è stata emanata una nuova riforma che ha ristrutturato totalmente la maturità a partire da giugno 1998 basando l’esame di stato su 3 prove scritte e 1 colloquio orale da sommare con i 30 crediti cumulabili in 5 anni.

Intanto, però, il calcio prosegue il suo momento, apparentemente, perfetto se parliamo del lato economico: siamo in una delle settimane più impegnative del calendario quando giunge la 6a giornata del campionato in cui figurano le “7 sorelle”… la domenica vedremo un Fiorentina-Roma che promette spettacolo in abbondanza ma finirà, incredibilmente, 0-0, e un derby sentito come Parma-Bologna 2-0; il vero match che, però, piacerà maggiormente fra i 3 anticipati al sabato causa il palinsesto delle coppe europee e la coppa nazionale appena andata in scena fino al giovedì, prevede quella che è stata una delle gare migliori a cavallo fra la metà del decennio passato e l’inizio di quello corrente: Napoli-Inter, a cui gli azzurri giungono con appena 4 punti (tutti conquistati in 7 giorni fra la vittoria con l’Empoli per 2-1 e il pari 1-1 a Vicenza) e in piena zona retrocessione (dietro di loro ci sono solo il Bologna a 3 punti, il Vicenza a 2 e il Lecce a 0) mentre i nerazzurri hanno pareggiato solo con la Lazio alla 5a giornata, ma per il resto sono in testa 13 lunghezze nonché a +2 sul trio Juventus-Parma-Roma. Se il Napoli ha perso, in coppa, 4-0 a Roma con la Lazio il mercoledì, l’Inter ha espugnato Piacenza per 0-3 e si accinge ad affrontare l’andata dei sedicesimi di Coppa Uefa ospitando il Lione… malgrado i pessimi risultati dei partenopei, allo stadio accorrono almeno in 60.000, fra cui 5000 interisti, con la speranza che il licenziamento di Mutti a favore di Mazzone in settimana possa riportare il club del presidente Innocenti sulla strada della salvezza sgambettando gli uomini di mister Simoni e del patron Moratti.

Sul piano delle formazioni vediamo 2 allenatori che praticano un calcio molto tattico e attento a non prenderle ma che, non per questo, rinunciano ad attaccare: Mazzone ripiega su un 4-4-2 in cui bisogna fare a meno di ben 8 infortunati… Malafronte, Panarelli, Sergio, Asanovic, Allegri, Stojak, Scarlato sono tutti fuori per guai muscolari ma l’impianto di gioco non varia, in attesa che venga regolarizzato il contratto dell’ex capitano romanista Giannini (da 6 mesi fermo dopo l’esperienza in Austria allo Sturm Graz)

[Taglialatela;

Sergio-Conte-Ayala-Baldini;

Turrini-Goretti-Longo (61′ Pedros)-Rossitto (75′ Altomare);

Bellucci-Protti (61′ Calderòn)]

mentre Simoni si affida ad un 4-4-1-1 (poi 3-4-1-2 con Fresi a rinforzare la difesa e Ganz a fare da spalla a Ronaldo con la coppia Sartor-Zanetti a coprire le fasce per permettere a Moriero di scalare in mezzo) figlio delle tante indisponibilità offensive come Recoba, Kanu, Zamorano, Branca o lo stopper Colonnese insieme ai centrocampisti Milanese e Mezzano… tutti fermi per guai muscolari e che mettono il loro mister in una questione di rotazione ridotta proprio in un momento in cui ci sarebbe bisogno di tutti

[Pagliuca;

Sartor-Galante-Bergomi (cap.)-Zanetti;

Moriero-Simeone (64′ Cauet)-Winter (75′ Ganz)-Zé Elias (61′ Fresi);

Djorkaeff;

Ronaldo].

Appena 3 i giocatori che Cesare Maldini porterà ai mondiali francesi della prossima estate ma da cui saremo eliminati nei quarti dinanzi ai futuri vincitori della Francia guidati anche Djorkaeff: Pagliuca, capitan Bergomi, Moriero (0-0 e 4-3 ai rigori)… inoltre troviamo una colonia importante come quella argentina, formata da Ayala e Zanetti, Simeone, i quali verranno sconfitti dall’Olanda di Winter (2-1 al 90′ scoccato) nei quarti ma a sua volta battuta dal croato Asanovic nella finale per 3° posto (sempre 2-1) mentre il brasiliano Ronaldo trascinerà il suo paese fino alla finale di Parigi, dove soccomberà davanti alla stessa Francia (3-0 senza discussioni) che aveva fatto fuori la Croazia (2-1 in rimonta) in semifinale, dopo di noi.

Quello che si capisce subito è che, inevitabilmente, sono i milanesi a fare la partita mentre i campani cercano di coprirsi per provare a ripartire sfruttando le sponde dei suoi 2 bomber ma è chiaro che il confronto non regge: Rossitto viene ammonito per un fallo su Moriero e dalla punizione che ne scaturisce Djorkaeff serve in area Galante, che impatta di testa su respinta corta di Taglialatela dopo che Simeone si era visto negare la gioia anticipando tutti realizzando lo 0-1 al 9′ (2° timbro per lui fino ad ora); poco dopo pure Goretti e Protti vengono segnati sulla lista dei cattivi di gara dimostrando di essere nulla in fase d’offesa al confronto di un avversario che gestisce senza il minimo sforzo portando solo Moriero a beccarsi il cartellino, anche se la troppa fiducia nei propri mezzi farà indispettire pure Simoni stesso, decisamente scontento dell’esiguo cinismo.

Nella ripresa non succede nulla: il Napoli si rende pericoloso solo con un doppio miracolo che Pagliuca sventa in uscita bassa a danno di Bellucci e il grande giro delle sostituzioni sortisce solo l’effetto di rendere il Napoli maggiormente più aggressivo ma assai inconcludente intanto prima che Moriero batta al limite dell’area la punizione che Galante impatta di esterno destro colpendo Turrini in modo che divenga imparabile per il suo estremo difensore al minuto 69; Simoni cerca di alternare gli uomini che ha (restano fuori solo West e Berti) per non rischiare di perdere qualcun altro e al fischio finale si gode un 3-4-1-2 ritrovato con il quale può contare 10 vittorie in 11 sfide ufficiali da inizio annata.

I meneghini hanno perso solo una volta nel capoluogo campano negli ultimi 8 tornei mentre gli azzurri non possono fare altro che leccarsi le ferite per la 3a sfida su 6 senza gol all’attivo: risultati, dati e classifica preoccupano pesantemente e Mazzone lo dice in modo molto chiaro…

A primavera vedremo un Napoli che retrocederà in Serie B, per la 1a volta dal 1964/65 (33 anni), con soli 14 punti e da 18° nonché ultimo in classifica: sarà il peggior anno di sempre per gli azzurri, condito dal record di aver vinto solo 2 sfide ma neanche una in trasferta (2-1 con l’Empoli e 2-0 con il Vicenza), contando anche il fatto che l’avventura in Coppa Italia si chiuderà negli ottavi dinanzi alla Lazio futura vincitrice (batosta 4-0 a Roma e miracolo sfiorato per 3-0 in casa); l’Inter, da parte propria, recriminerà per uno scudetto ricchissimo di polemiche perso dietro alla Juventus sul risultato di 74-69 ma con lo scontro a Torino finito 1-0 il 26/4/1998, a 3 giornate dalla fine in cui griderà vendetta il mancato rigore di Iuliano su Ronaldo al punto tale che si rischierà il commissariamento ai vertici della federazione con conseguente crisi istituzionale e rissa, addirittura, alla Camera dei Deputati… in coppa nazionale la delusione si manifesterà ai quarti dinanzi al Milan finalista (sconfitta 5-0 fuori casa e vittoria 1-0 al ritorno… record di sempre per una stracittadina di Coppa Italia) e l’unica gioia di una stagione in cui le carte per fare bene ci stavano tutte giungerà dalla conquista della 3a Coppa Uefa (ad ora l’ultima), 3a affermazione del decennio e 2a gioia dinanzi ad una squadra romana, visto he nel 1991 era toccato alla Roma, ma stavolta la Lazio soccomberà per 3-0 a Parigi.

Fine dell’itinerario di avvicinamento a Napoli-Inter… cosa ci racconterà il campo stavolta?

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