Special guest della puntata di ieri sera di Voglio Solo Star con Te, l’inviato di Sky Sport Paolo Assogna, voce e volto quotidiano da Trigoria per l’emittente satellitare. Tanti gli argomenti trattati neò corso della trasmissione, grazie alle domande del nostro Direttore Mauro Penna e dei redattori collegati: Gianluca Ricci, Marco Perlisi, Matteo Di Mango, Tiziano Branchi e Gianmarco Mormile. La chiacchierata inizia con il tema Mourinho.
PENNA: Paolo, attualmente quanto c’è del tecnico portoghese e quanto no nella Roma?
ASSOGNA: “C’è il fatto che si ragiona in maniera ambiziosa. Si capisce dai profili che stanno arrivando, perché se vai a rivolgerti sul mercato ad um giocatore di quasi 30 anni che viene dal Porto, che l’anno scorso eliminò la Juventus, mi riferisco a Sergio Oliveira significa che certe pressioni che mette lui per prender giocatori di un certo profilo stanno avendo effetto. Ciò che non si vede ancora è l’intervento sui cali di tensione. Chi ha seguito la Roma negli ultimi anni sa che questo è il grande male oscuro dei giallorossi. Negli ultimi giorni abbiamo visto i sette minuti finali con la Juventus, il primo tempo con il Lecce che ci confermano che debellare questo aspetto è molto complicato anche per chi ha vinto 25 trofei ed è uno degli allenatori più vincenti del mondo”.
PENNA: Friedkin, nuova proprietà, profilo basso con poche chiacchiere e poche parole. Qualcuno critica, qualcuno esalta. Qual’è secondo te la linea giusta?
ASSOGNA: “Mah, nessuna delle due cose. Criticarli non mi sembra giusto. Forse potevano arrivare un po’ più preparati all’inizio per riorganizzare subito la squadra. L’anno scorso hanno secondo me un po’ vacillato nella prima sessione di mercato e mi immaginavo le idee un po’ più chiare sullo stadio. Però stanno investendo tanto, è una delle poche società a fare mercato. Prima di questa sessione, in Europa soltanto tre squadre avevano speso più della Roma. Novanta milioni in estate, seppur con i prestiti nei primi giorni del mercato hanno dato quel che mancava. Quindi non ci esaltiamo per carità ma non mi sembra il momento di criticare. Aspettiamo come sempre”.
RICCI: La Roma si fermerà a Maitland-Niles e Oliveira o potrebbe avere in serbo altri colpi? Ci sono reali possibilità di prendere Kamara o Ndombelé?
ASSOGNA: “Tutti e due molto difficili. Kamara saluterà l’Olympique ma credo stia facendo altre scelte. Credo voglia qualcosa di un livello che ora la Roma non può garantire, come la presenza in Champions League. Ndombelè vuole 10 milioni di sterline l’anno e sembra abbastanza complicato. Il mantra del calcio d’oggi, del calcio del COVID è, come sai, incassare prima e poi acquistare. Quindi se non ci saranno uscite sarà molto complicato vedere un terzo calciatore nuovo. Un last minute? Sì, ma dalle uscite non si è incassato molto. Per Borja Mayoral che non era di proprietà si risparmia sullo stipendio però non ci sono i vantaggi del decreto crescita che vanno a cadere. Per Villar un piccolo risparmio sullo stipendio, era uno dei calciatori meno pagati e sul prestito si guadagna poco. Senza cessioni difficilmente vedremo altri nuovi”.
PERLISI: Dopo il Lecce l’opinione di molti è che l’approccio alla partita non sia stato adeguato ad una sfida ad eliminazione diretta. Come si può ovviare a questo problema, che ha attanagliato anche molte volte la Roma in passato? Può Mourinho togliere questo difetto dalla testa della città, della piazza e della squadra o proprio non si può eliminare?
ASSOGNA: “Lo hanno preso apposta, per cambiare il DNA di Trigoria, perché cambiando i comportamenti della vita quotidiana dentro il centro che rappresenta la squadra, si potrà arrivare a cambiare gli atteggiamenti in campo. Quando parlo di atteggiamento mi riferisco a chi ti riceve, chi cucina, chi serve ai tavoli, chi sta in segreteria. Una mentalità che va cambiata. Il bello di Mourinho è che effettivamente si sta occupando di tutto, a 360°. Una volta gli ho detto ‘Josè sei andato ad abitare ai Parioli, così lontano da Trigoria’ e mi ha risposto ‘Esco alle sette, alle 7.35 sto a Trigoria. Si mette in macchina, con l’autista alla guida ed è già al lavoro. Mi raccontò un inserviente che una volta aveva sistemato i birilli per l’allenamento.Mou se n’è accorto e glielo ha fatto aggiungere. Nessuno più di lui può tentare questo esperimento che è molto molto complicato perché come dicevamo il male oscuro della Roma. Se non ci riesce lui, dobbiamo iniziare a preoccuparci”.
PERLISI: Abbiamo visto in Inter-Empoli, una piccola che se l’è andata a giocare a Milano e abbia giocato alla pari con la squadra italiana più forte del momento, portandola ai supplementari. Quanto sarà complicata la trasferta di Empoli per la Roma?
ASSOGNA: “L’Empoli è veramente una bella realtà, quella del nuovo calcio che in Italia sta prendendo piede dopo l’Europeo. Mancini secondo me ha buttato un seme. Fa giocare con questa nuova idea calcistica di Coverciano di due soli ruoli, costruttori e invasori. Non ci sono più i mediani in tante squadre, non c’è più Gattuso. L’Empoli è una di esse e giocherà nella metà campo avversaria, farà un bel calcio posizionale di pressing e aggressione subito dopo la perdita del pallone. Ha tanto coraggio, tante belle idee. Però è la quarta squadra con la peggior difesa della serie A, ha le scorie addosso della Coppa Italia. Vorrà fare la partita perché è la sua mentalità. Credo sia la partita giusta per la Roma per dare forza al suo controgioco. Zaniolo ed Abrham li immagino a campo aperto ad Empoli poter fare molto molto male alla squadra di Andreazzoli”.
DI MANGO: Ho una curiosità sul modulo. Col recupero di Smalling si tornerà ad una difesa a tre che sembra dare qualche certezza in più o si cercherà di mantenere difesa a quattro, da sempre preferita dal tecnico. Magari con un 4-3-3 con Pellegrini recuperato, Mkhitaryan a sinistra e Abrham-Zaniolo davanti?
ASSOGNA: “Sì, Smalling non credo che giocherà. Credo che saranno titolari Mancini e Ibanez. Comunque l’inglese ha recuperato, hai detto bene. Visto però che sono arrivati degli esterni a rinforzare il reparto, sono abbastanza certo che Mourinho tornerà alla sua idea originaria, quella della difesa a quattro. Le circostanze lo hanno portato a giocare a tre, ma si tornerà a giocare a quattro da adesso in avanti in maniera definitiva. Poi ci può stare la partita dove c’è un’emergenza e può fare un passo indietro. Ma crede Mourinho che quello sia il modulo migliore per esaltare i giocatori che ha a disposizione.
DI MANGO: Kumbulla può aver superato Ibanez nelle gerarchie? Poi si può ipotizzare la cessione di Veretout qualora arrivasse un’offerta sostanziosa?
ASSOGNA: “A gennaio è difficile. Io so che è un pochino inquieto in questo momento. Chiaramente come tutti i professionisti del mondo, mira ad un rinnovo contrattuale molto importante, impegnativo per la Roma e gratificante per lui. In questo momento tra l’altro lui che ha bisogno di giocare in maniera più istintiva verso la porta avversaria, ha un ruolo che non gli dà grandissima soddisfazione perché con tanti trequartisti gioca davanti alla difesa e un pochino questo lo limita. Tutto questo per dire che se arriverà l’offerta giusta in estate, non tanto adesso (dovrebbe arrivare proprio qualcosa di clamoroso), i destini della Roma e di Veretout potrebbero dividersi”.
C’è poi una domanda dell’ascoltatore Fabio Cappucci: Come vedrebbe un ritorno di Walter Sabatini come direttore sportivo? Cosa pensa della poca comunicazione da parte della proprietà?
ASSOGNA: “Lo vedrei bene sempre e dappertutto perché ha conoscenze calcistiche formidabili. Poi è chiaro che c’è un’impostazione di lavoro molto nuova adesso e lui deve avere la bravura di interagire anche con i nuovi uffici scouting, con questi algoritmi che non stanno dentro la Roma ma faranno comunque parte del calcio del futuro. Se avrà l’elasticità di interagire, e conoscendolo so che l’avrà, di interagire con questi nuovi aspetti del calcio che avanza, credo Sabatini possa fare questo lavoro praticamente per sempre. La non comunicazione da parte dei Friedkin non penso sia un aspetto determinante. Contano i risultati, gli investimenti che stanno facendo.Penso che conti quanto si stanno impegnando per la Roma, non l’aspetto comunicativo. Non dimentichiamo che a parte il mercato, che finisce su tutte le pagine dei giornali, questi signori mettono 10-15 milioni al mese e a giugno andranno ancora ad un esercizio in perdita di più di 100 milioni. La loro comunicazione è l’impegno che hanno verso la Roma”.
Altro ascoltatore, Fila Dominus chiede quanti nuovi calciatori ha chiesto realmente Mou per plasmare la sua Roma.
ASSOGNA: “Tra adesso e la sessione estiva, 5-6 titolari nuovi. L’impegno economico è importante ma con un allenatore come Mourinho sai che il primo anno è stato un po’ propedeutico alla costruzione di una squadra a sua immagine e somiglianza. Sta facendo la lavagna buoni e cattivi, questo mi serve e questo non mi serve. Non gli servono diversi giocatori e gliene occorrono cinque-sei tra sessione invernale ed estiva”.
BRANCHI: Spinazzola quando tornerà potrà essere una sorta di nuovo acquisto?
ASSOGNA: “C’era stata un po’ di fretta su di lui, era uscita questa data del 6 febbraio. Ma ho fatto delle verifiche dirette e questa data mi è stata smentita. C’è ancora da avere un pochino di pazienza. L’esperienza ci dice che nel caso di infortuni di questo genere, la fretta non aiuta. Credo che in primavera, da marzo in poi, potrà tornare a prendere qualche convocazione. A fine marzo-aprile mettere piede in campo, assaggiare il campo nelle ultime giornate di questa stagione per poi tornare protagonista nella prossima. Purtroppo per la Nazionale, Mancini già sa questo, Spinazzola non potrà essere protagonista nello spareggio di marzo. Quindi mi aspetto qualche partita in primavera, una grande preparazione estiva poi Spinazzola potrà tornare ottimo protagonista da agosto in poi”. Dopodiché l’ospite d’eccezione di questa puntata speciale ha raccontato ai più giovani della redazione molti simpatici aneddoti dei suoi inizi da giovane cronista sportivo oltre a dispensare soprattutto i “baby” Tiziano e Gianmarco (ma non solo, ndr) consigli e suggerimenti sulla passione da infondere in questa professione così come la curiosità e di evitare la pigrizia. Di leggere tanto e di perseverare.
Un caloroso grazie a Paolo Assogna per la disponibilità e ai molti altri amici ascoltatori come Giovanni Di Mango e Domenico d’Onofrio per le domande giunte in redazione.