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Appena 24 ore dopo Ainsley Maitland-Niles, a Trigoria è stato presentato Sergio Oliveira. Teatro dell’evento, la prestigiosa Sala Champions. Il centrocampista ex Porto potrebbe già debuttare domenica all’Olimpico contro il Cagliari.

Preambolo affidato al general manager Tiago Pinto: “La vita è così, ci sono tanti cambiamenti nella vita e nessuno avrebbe pensato che due anni fa, saremmo stati qui insieme, ma sono felice che lui sia qui. Il mercato di gennaio non è semplice, servono calciatori che fanno migliorare la squadra subito. Sergio non ha bisogno di presentazioni, è un calciatore di una statura internazionale che tutti conoscete e sono felice di aver portato un centrocampista che aveva la sua voglia di venire a Roma. A fine mercato parleremo di tutto”. 

Dopodiché sono arrivate le domande per Oliveira. Eccole di seguito.

La Roma si aspetta di migliorare la personalità con te: ti senti pronto di aiutare questa squadra? 
“Ho 29 anni, ho già dimostrato il mio valore nel calcio e arrivo a un’età matura in cui sento la responsabilità per aiutare la Roma. La Roma ha grandi calciatori di personalità e mi sento uno in più per aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi che merita”. 

I numeri dicono che sei bravo a calciare i rigori? 
“Sono un giocatore che normalmente li calcia, ma è una decisione che spetta a Mourinho. La Roma ha due specialisti come Veretout e Pellegrini. Calciare un rigore significa assumersi una responsabilità”. 

Cosa ti ha spinto a trasferirti a gennaio alla Roma? 
“Sono un giocatore a cui piacciono le sfide. Sono grato al Porto per avermi fatto crescere molto. Venivamo da un periodo di 5 anni insieme. La scorsa stagione è stata la mia migliore e avevo la voglia di una nuova sfida. Sono qui per dimostrare il mio valore per rimanere qui il più a lungo e il modo migliore è quello di vincere le partite”. 
Italia-Portogallo eventuale sfida per la qualificazione ai Mondiali in Qatar?
“Il mio obiettivo è quello di tornare in Nazionale. Il Portogallo deve vincere la prima partita, poi potrebbe affrontare l’Italia e ha tutte le carte in regola per giocare i Mondiali”. 

Il tuo ruolo preferito qual è? 
“La mia posizione favorita è quella in un centrocampo a tre, come numero 8 e un po’ più arretrato in un centrocampo a due. Ma sono a disposizione del mister”. 

La tua esplosione così tardiva come te la spieghi? 
“È normale non tutti sono Mbappé che sono campioni del mondo a 20 anni. È stata una crescita graduale con delle difficoltà, ma ho imparato moltissimo e oggi mi sentro una persona e un calciatore completo. Non cambierei nulla, perché altrimenti non sarei quello che sono adesso”. 

Che idea ti sei fatto della Roma? A che traguardi può ambire? 
“L’amichevole di questa estate è stata una partita di pre season, di solito quelle partite servono per migliorare il livello atletico. È stata una partita un po’ più dura delle solite amichevoli. Ho seguito la Roma per Pinto e Mourinho, ho stretto un rapporto con Pellegrini. La Roma può raggiungere grandi obiettivi, ma bisogna concentrarsi una partita alla volta, a partire da domenica, senza avere troppe pressioni esterne”. 

Perché hai scelto la numero 27?
“È da sempre il mio numero e mi sento a mio agio”. 

Qual è la cosa che ti ha colpito di più di questi giorni a Trigoria? 
“La qualità della squadra. È un posto dove si lavora bene e le infrastrutture sono eccellenti. Abbiamo iniziato a lavorare, già seguivo la Roma e anche da fuori, un calciatore capisce quali sono i movimenti in campo. Col passare del tempo mi sentirò sempre più a mio agio e le cose seguiranno i loro corso”. 

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