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ROMA – Nel gennaio del 1972 siamo ancora all’inizio di uno dei decenni più cupi della storia della Repubblica Italiana: le “Brigate Rosse”, organizzazione terroristica di sinistra, dichiarano guerra allo stato mentre altri gruppi di destra estrema stanno facendo scoppiare bombe in tutto il paese e la malavita trova terreno fertile per radicare al meglio i suoi affari pure al nord…proprio l’8 gennaio 1972, in Lombardia, la regione dove il 12 dicembre 1969 aveva avuto luogo la “strage di Piazza Fontana” e in cui sta proseguendo il processo, c’é un piccolo comune del bresciano, Orzinuovi, dove una normale coppia del posto dà alla luce un figlio che sarà chiamato Giuseppe e crescerà giocando a calcio come tutti i suoi coetanei in mezzo alla strada. Nessuno più immaginare che quel ragazzo, fin troppo bravo come terzino di ambo le fasce nonché capace anche di districarsi come centrale in casi particolari già da bambino, crescendo diverrà uno dei tanti ad aver vestito tutte e 2 le maglie milanesi oltre che il giocatore più titolato nella storia della Lazio: sì, perché stiamo parlando di Giuseppe Favalli, il secondo più presente di sempre del club con ben 401 apparizioni ma il più comparso fra i ritirati (davanti a lui ci sta solo Stefan Radu, ancora in attività e con 422 gettoni).

Il lustro alla Cremonese del patron Luzzara

Favalli cresce nelle giovanili della Cremonese del presidente Domenico Luzzara e nel 1991 perde anche la finale del torneo di Viareggio contro la Roma Primavera assieme ai suoi compagni Mauro Bonomi e Dario Marcolin ma per vedere il suo esordio in prima squadra bisogna attendere Cremonese-Sambenedettese 1-0 del 16 aprile 1989 a 17 anni compiuti poco prima in un’annata in Serie B che vedrà un conto di 2 presenze con Bruno Mazzia in panchina oltre al fatto che si arriverà alla promozione dopo un triennio (in coppa nazionale si esce al primo turno in un girone con Sampdoria, Lecce, Modena, Padova, Arezzo) mentre nel 1989/90, in Serie A, arriverà il debutto domenica 27 agosto 1989 in Inter-Cremonese 2-1 chiudendo a 28+2 apparizioni avendo come allenatore Tarcisio Burgnich al netto dell’immediata retrocessione (in coppa si era usciti già il 30 agosto per 0-1 con il Milan al secondo turno eliminatorio); per trovare il primo gol da professionista bisogna aspettare il 13 gennaio 1991, in cui si gioca Cremonese-Modena 2-0 e in cui Giagnoni era già arrivato a prendere il posto di Burgnich aiutando Favalli a destreggiarsi meglio anche come laterale basso destro e non solo come mancino concludendo con 33+4 gettoni oltre a 2 reti (eliminazione agli ottavi di coppa nazionale contro la Sampdoria: 1-1 in Liguria e 2-3 in Lombardia); infine, nel 1991/92 il giocatore arriva a 31+2 partite giocate riuscendo a realizzare la prima marcatura in Serie A (Cremonese-Verona 3-0 di domenica 20 ottobre 1991) oltre a mollare la Coppa Italia per mano del Como in un complessivo 1-0 fra casa e fuori…il conto conclusivo di questi primi 5 anni sarà 102 gare (59 di A insieme alle 35 di B ricordando le 8 di coppa nazionale) con 3 reti (la seconda l’aveva realizzata in Cremonese-Verona 1-1 del 24 marzo 1991).

Gli anni d’oro nella Lazio di Cragnotti

Nell’estate del 1992, appena dopo aver vinto gli Europei Under-21 ed avendo appena 20 anni, il giovane terzino viene acquistato per 5 miliardi di lire dalla Lazio, passata ma marzo sotto la gestione dell’imprenditore Sergio Cragnotti, il quale non bada a spese per cercare di creare una squadra competitiva da poter mettere a disposizione del tecnico Dino Zoff: Favalli si ritrova, così, proiettato in un 4-4-2 molto utilitarista insieme a compagni forti come il libero Cravero, il giovanissimo stopper Alessandro Nesta, il terzino Bergodi, il centravanti Giuseppe Signori insieme ai suoi ex compagni Bonomi e Marcolin ma il primo conto sarà quinto posto che significa ritorno in Europa per la prima volta dal 1978 ma con eliminazione nei quarti di Coppa Italia (2-2 e poi sconfitta 3-2) contro i futuri vincitori del Torino oltre a 32+4 apparizioni e un gol (Lazio-Pescara 2-1 del 25 aprile 1993) a cui vanno aggiunti l’1-1 (29 novembre 1992) e lo 0-0 (18 aprile 1993) nei primi confronti con la Roma. Nel 1993/94 si parlerà di quarto posto con esordio assoluto nelle coppe europee, precisamente in Coppa UEFA per il protagonista della nostra storia: la squadra scala le marce in classifica arrivando a vincere per la prima volta dal gennaio 1989 (1-0 firmato Di Canio) un derby di campionato (1-0…6′ Signori domenica 6 marzo 1994 dopo l’1-1 dell’andata andato in scena il 24 ottobre 1993) mettendo insieme 26+0+2 partite ma da un lato ci penserà il Boavista ad escludere 2-1 i romani in rimonta ai sedicesimi mentre l’Avellino li caccerà dalla coppa nazionale per 2-0 nel totale al secondo turno ottenendo comunque ulteriori progressi dal punto dell’allestimento di un organico che solo 7 anni prima rischiava la Serie C1 e 6 anni addietro stava in B ma che Zoff ha plasmato al meglio pur venendo mandato via a maggio per divenire presidente onorario al posto dell’azionista di maggioranza Cragnotti, appena prima che la squadra perdesse il “Trofeo Giammarco Calleri” del 29 maggio 1994 per 0-2 con i romanisti mentre l’anno prima gli uomini di Cragnotti si erano guadagnati l’1-0 decisivo per portare a casa il “Trofeo Dino Viola” del 18 agosto 1993 con l’unico gol stagionale di Favalli realizzato in Napoli-Lazio 1-2 in data 7 novembre 1993. Nell’estate dopo i mondiali statunitensi del 1994 arriva colui che aveva dato vita al miracolo di “Zemanlandia” a Foggia scoprendo pure Giuseppe Signori…é il nipote dell’ex allenatore juventino Cestmir Vycpalek e si chiama Zdenek Zeman, viene dalla Boemia e predica un calcio rivoluzionario basandosi su un offensivo 4-3-3 in cui la difesa titolare é Favalli-Nesta-Cravero-Bergodi (a cui subentrerà Negro in corso d’opera ed a parte Bergodi gli altri comporranno gran parte della difesa dello scudetto 7 anni dopo) ma uno schema così proteso all’assalto porta i suoi a subire tantissimo malgrado il miglior attacco del torneo: in estate il bilancio ci parlerà di una Lazio arrivata seconda dietro alla Juventus (miglior piazzamento dal 1974, anno del primo scudetto) di 10 lunghezze ma a pari punti con il Parma, la stessa Juve che eliminerà i romani anche in semifinale di Coppa Italia (1-0 e 2-1) per poi vincere il trofeo e in Coppa UEFA, dove il terzino realizzerà il suo unico gol dell’annata nel 4-1 contro la Dinamo Minsk al primo turno ricordando pure 22+5+5 comparse nell’anno del suo primo confronto con la Roma perso (0-3 in casa il 27 novembre 1994 vendicato dal trionfo 0-2 del 23 aprile 1995). Nel 1995/96 Favalli continua a comporre la retroguardia titolare dei suoi come terzino sinistro ma scendendo al terzo posto dopo Milan-Juventus andando in gol solo nella sconfitta per 4-2 in casa bianconera di domenica 10 marzo 1996 in un’altra stagione con con uno 0-0 nella sfida in trasferta con la Roma (1° ottobre 1995) seguita dall’1-0 firmato su rigore da Signori all’84’ il 18 febbraio 1996…e molto conta anche il fatto che si andrà fuori dalla coppa nazionale contro l’Inter ai quarti (1-1 e poi 0-1 in casa) oltre ad una Coppa UEFA chiusa ai sedicesimi dinanzi al Lione (sconfitte per 2-1 e 2-0) con una numerazione personale di 26+3+3 gare giocate per il nostro protagonista. Nel 1996/97, malgrado la creatura di Zeman sia ormai in grado di giocarsela nel campionato più bello del mondo con Juve e Milan, le 2 che hanno egemonizzato il torneo dal 1992, arriva solo quarta finendo fuori dalla Coppa Italia nei quarti per mano del Napoli (1-0 e 1-1) e dalla Coppa UEFA nei sedicesimi a causa della rimonta subita a Tenerife per 5-3 dopo la vittoria 1-0 a Roma…questo é anche il primo anno in cui Favalli non va mai in gol ma in compenso si farà espellere per doppia ammonizione all’82’ di Roma-Lazio 1-1 (era stato 0-0 nell’andata dell’8 dicembre 1996) giocata il 4 maggio 1997 con pari di Protti al 90′ (in precedenza c’era già stato quando nel 1992 aveva segnato Gascoigne all’86’, quando Signori realizzò in apertura che portò la Roma vicina a retrocedere nel 1994 e nel 1996 quando ancora Signori segnò il rigore all’84’ che diede un’altra gioia ai suoi nel periodo più bello della società a livello di scontri cittadini ma nessuno sa che questa striscia di risultati agguantati all’ultimo non é ancora terminata…) mettendo insieme 26+3+2 presenze. L’estate del 1997 arrivano ancora altri campioni come l’esterno ceco Pavel Nedved, che andrà a comporre la nuova catena di sinistra assieme al nuovo terzino mancino Giuseppe Pancaro, che sovrasterà “Beppe” Favalli nelle gerarchie proprio quando arriva il nuovo allenatore, lo svedese che nel 1986 aveva lisciato lo scudetto con la Roma Sven-Goran Eriksson, il quale ripudia il 4-3-3 tutto pressing e attacco di Zeman affidandosi ad un 4-4-2 in linea molto più pragmatico e in cui una squadra con tantissimi fuoriclasse come la Lazio ha solo che possibilità di esaltarsi: é l’inizio del ciclo di vittorie più lungo della storia del club…ogni settimana la squadra dà davvero spettacolo nonostante l’addio a gennaio di Signori per inadempienze con Eriksson, riuscendo anche a stabilire il record rimasto fino ad ora di 4 stracittadine vinte in una singola annata (il 2 novembre 1997 1-3 in campionato malgrado Favalli stesso si sia fatto caiccare per fallo da ultimo uomo per la seconda volta ed ultima volta in carriera contro i cugini dopo appena 8′, 2-0 al ritorno dell’8 marzo 1998 e 4-1 con 1-2 firmato da Gottardi al 91′ nei quarti di coppa nazionale rispettivamente il 6 e 21 gennaio 1998) contro la Roma del neo-arrivato Zeman ma a fine anno si arriva solo settimi in Serie A concentrando tutte le energie sulle coppe, in cui arriva il primo trofeo dal 1974, ovvero la Coppa Italia (la seconda di sempre) ottenuta in rimonta contro il Milan in finale per 3-1 dopo aver perso 1-0 a Milano ed essere andati sotto nel primo tempo del ritorno la sera del 29 aprile 1998 (erano 40 anni esatti che il club non vinceva questo trofeo) mentre la prima finale internazionale vedrà il disastro per 3-0 contro l’Inter a Parigi il 6 maggio per la vittoria della UEFA chiudendo poi il conto il 29 agosto 1998, quando grazie ad un gol dell’esterno destro Conceicao nel recupero sarà espugnato il campo della Juve per 2-1 in occasione della prima Supercoppa Italia giocata e vinta dai biancocelesti intanto che Favalli sommerà a sé stesso 24+8+9+0 gare nella seconda stagione consecutiva senza segnare ma ricavandosi uno spazio importante grazie al continuo turnover imposto dall’allenatore per andare infondo in più competizioni possibili d’accordo con il presidente e i maggiori azionisti. Il 1998/99 vede finalmente la Lazio, rinforzata dal suddetto Conceicao, Stankovic, Mihajlovic, Salas, Vieri solo per citare alcuni acquisti, giocarsi lo scudetto fino all’ultima giornata con il Milan perdendolo in rimonta solo all’ultimo turno per 70-69 ma con grandi polemiche soprattutto per le gare contro Roma, Juve e Fiorentina nel girone di ritorno degli “aquilotti”…questa sarà la prima volta di Favalli con la Lazio in cui non si otterrà neanche una vittoria in una partita contro i romanisti (3-3 rocambolesco in casa da 3-1 con l’uomo in più all’andata del 29 novembre 1998 e batosta 3-1 al ritorno l’11 aprile 1999, a spezzare un digiuno ventennale di vittorie giallorosse in derby casalinghi di campionato ma anche 5 anni dopo l’ultimo scontro diretto vinto in A fra casa e fuori, proprio con Zeman ad allenare i laziali) mentre la coppa nazionale saluterà la squadra di Eriksson, intanto che Cragnotti era tornato presidente regredendo Zoff a dirigente principale, nei quarti dopo un’altra rocambolesca qualificazione persa (vittoria 2-1 a Roma e sconfitta 5-2 a Milano) ma le gioie più grandi devono ancora arrivare e riguarderanno il campo europeo, dove i laziali porteranno a casa l’ultima edizione della Coppa delle Coppe dopo avervi esordito proprio quell’anno a scapito del Maiorca per 2-1 a Birmingham mercoledì 19 maggio 1999 aggiudicandosi anche l’unica Supercoppa Europa a danno del Manchester United campione continentale per 1-0 (35′ Salas) a Montecarlo il 27 agosto 1999 nell’ennesima annata in cui Favalli risponderà sempre presente come riserva di Pancaro e Paolo Negro facendo 25+4+5 a livello personale. Per la stagione 1999/2000 c’é da onorare l’avventura in Champions League, a cui la Lazio partecipa per la prima volta nella sua storia, dato che nel 1973/74, anno del primo scudetto, la squalifica dalle competizioni UEFA per 2 anni giunta in seguito agli scontri contro l’Ipswich Town aveva impedito ai capitolini di debuttare in Coppa dei Campioni l’anno seguente…arrivano Veròn, Simeone, Sensini in mediana oltre a tutti gli altri che sono rimasti ma ormai Favalli é un uomo d’esperienza che fa spogliatoio e non parte quasi mai titolare anche per il sopraggiungere di tanti infortuni che lo fermeranno spesso nell’anno in cui i suoi vinceranno l’ultimo loro scudetto (il secondo) ad oggi per 71-70 contro la Juventus rimontando 9 punti sempre fra i veleni domenica 14 maggio 2000 per poi aggiudicarsi la terza coppa Italia a danno dell’Inter (2-1 e poi 0-0 il 17 maggio 2000) e chiuderanno con la Supercoppa Italia portata a casa sempre dinanzi ai nerazzurri per 4-3 l’8 settembre 2000 mentre l’unica delusione cocente sarà proprio la Champions, in cui si andrà fuori nei quarti contro il Valencia finalista perdendo 5-2 in Spagna per poi vincere solo 1-0 in Italia nonostante Cragnotti si fosse ormai messo in testa di voler puntare a vincere la massima competizione senza tralasciare nulla in modo da creare una nuova mentalità in cui Favalli si rispecchia pienamente, ovvero tanti campioni per tanto gioco e tanti risultati con tantissimo gusto per lo spettacolo; il conto dei derby ci parla di una roboante batosta per 4-1 in trasferta domenica 21 novembre 1999 con 4 reti nella prima mezz’ora seguita dall’inaspettata rimonta 2-1 del 25 marzo 2000 che avvierà la rincorsa al tricolore (sarà l’ultima affermazione del nostro terzino contro i cugini, ma lui non ne é al corrente, tanto più che quella domenica era in panchina per infortunio dovendo lasciare il posto al giovane Gottardi) intanto che Favalli porterà a casa 18+2+5+1 presenze. Nel 2000/01 finirà, di fatto, il sogno biancoazzurro, visto che in campionato si finisce terzi dietro a Roma (sconfitta 0-1 con autogol di Negro al 71′ il 17 dicembre 2000 e insperatissimo 2-2 il 29 aprile 2001 con firma al 95′ di Castroman da 2-0 per gli avversari al 75′) e Juventus, in coppa nazionale fine dei giochi nei quarti contro l’Udinese semifinalista in ribaltone: 2-1 all’andata e 1-4 al ritorno in Friuli) mentre la Champions saluta le aquile nel secondo girone dietro a Real Madrid, Leeds e Anderlecht sapendo pure che per Favalli sono 27+3+6 gettoni sommati al gol contro lo Shakhtar Donetsk nel 5-1 casalingo del 25 ottobre 2000 (sarà l’ultimo in Europa di tutta la carriera). Il 2001/02 vede una Lazio in grossa difficoltà economica intanto che Eriksson era stato mandato via a gennaio 2001 in favore di Roberto Mancini, compagno di Favalli, ormai riserva del quartetto Negro-Nesta-Mihajlovic-Pancaro, dal 1997 e al 2000 e tesserato d’emergenza per fare il secondo di Zoff, tornato in panchina 6 anni dopo ma che poi lascerà il posto ad Alberto zaccheroni (colui che portò il Milan allo scudetto del 1999): il modulo é sempre 4-4-2 alternato al 4-5-1 classico ma alla fine si termina solo al sesto posto perdendo 2-0 Roma-Lazio il 27 ottobre 2001 ed addirittura 1-5 Lazio-Roma del 10 marzo 2002 (prima volta con 2 sconfitte cittadine in un anno solo, per giunta con il record del risultato più largo di sempre ad oggi in trasferta), in coppa ci pensa il Milan semifinalista ad assestare prima un 2-1 e poi un 3-2 nei quarti mentre in Champions League finirà tutto dopo un primo gruppo superabile con Psv, Galatasaray, Nantes mentre le conclusioni di Favalli saranno 20+4+6 presenze. Nel 2002/03, con Mancini in panchina da solo, vedremo l’ultimo colpo di coda della squadra di Cragnotti intanto che il presidente finisce sotto inchiesta a causa del “Crac Ciro e Parmalat” con l’accusa di aver commesso degli illeciti in Borsa a scapito dei risparmiatori con l’intento di rinsaldare le casse societarie e rinforzare la squadra al punto da dover vendere i pezzi migliori come il capitano Alessandro Nesta, che andrà al Milan lasciando la sua fascia proprio a Favalli, il quale guiderà la squadra al quarto posto dietro Juve, Milan, Inter oltre alle semifinali delle coppe…in Coppa Italia persa contro la Roma poi battuta in finale (doppia gioia per i “lupacchiotti”: 1-2 il 5 febbraio 2003 e 1-0 il 16 aprile) e che aveva già impattato 2-2 prima che 1-1 in Serie A il 27 ottobre 2002 e l’8 marzo 2003 mentre in Coppa UEFA arriveranno lo 0-0 casalingo con il successivo rovescio 4-1 contro il Porto futuro campione da sommare a 26+3+6 partecipazioni insieme al suo ultimo gol nella capitale, realizzato in Bologna-Lazio 0-2 del 10 maggio 2003 proprio nell’annata che segnerà la fine dell’epoca di Cragnotti, che sarà obbligato a cedere la squadra a marzo in favore dell’avvocato Ugo Longo, il quale porterà avanti le trattive fino a quando l’imprenditore Claudio Lotito non rileverà la Lazio nell’estate del 2004. Il 2003/04 sarà l’ultima parentesi di Favalli in maglia laziale ma ci sarà ancora tempo per una gioia come la Coppa Italia sollevata nel cielo di Torino a scapito della Juve il 12 maggio 2004 (2-0 a Roma e 2-2 al ritorno in rimonta) mentre in Champions si esce ai gironi iniziali dietro Chelsea, Sparta Praga, Besiktas con un conto stagionale di 29+6+8 partite permettendogli di staccare tutti i suoi compagni del triennio 1998-2000 ed arrivare a 8 trofei che ne faranno il giocatore più titolato della storia del club pur nell’ennesimo anno in cui la Roma gli farà lo scalpo (2-0 il 9 novembre 2003, giorno dell’esordio di Daniele De Rossi nella sfida che paralizza la città, e 1-1 il 21 aprile 2004) concludendo la sua esperienza romana con un altro sesto posto, 298+45+57 sfide giocate insieme a 4+0+2+0 timbri (401 apparizioni e 6 segnature) in 12 anni calcolando soprattutto 29 stracittadine giocate fra cui appena 4 disputate da capitano ma in cui risaltano numeri come 9+1 sconfitte, 11 pari, 8+1 vittorie vivendo gli anni migliori della Lazio sia sul piano di trofei che di rimonte nei confronti con i cugini ma il suo momento é ormai concluso.

Il biennio all’Inter di Moratti, Facchetti e Mancini

Nel luglio 2004, essendogli scaduto il contratto con la Lazio, appena divenuta di proprietà di Claudio Lotito e che stava attuando una politica di dismissione di molti suoi campioni già da tempo, Favalli si trasferisce a parametro 0 all’Inter dell’azionista Massimo Moratti, del presidente Giacinto Facchetti (grandissimo amico del suo ex tecnico alla Cremonese Tarcisio Burgnich, visto che entrambi furono terzini nella “Grande Inter” degli anni ’60) e del suo ex compagno Roberto Mancini, nel frattempo divenuto allenatore a tutti gli effetti dopo averlo già guidato a Roma come vice di Eriksson l’anno dopo lo scudetto del 2000; il 2004/05 vede i nerazzurri, fra cui l’ex regista Veroòn e l’ala Stankovic, piazzarsi terzi dietro a Juve e Milan ricordando pure l’ingloriosa uscita nei quarti di finale contro i futuri finalisti del Milan per 2-0 e poi 3-0 a tavolino (0-5 rossonero complessivo) a causa di forti intemperanze da parte del pubblico (in campionato erano stati racimolati appena uno 0-0 in trasferta e 0-1 in casa) ma la stagione regalerà comunque la grande gioia di ritornare a vincere la Coppa Italia per la prima volta dal 1982 superando la Roma in finale (2-0 fuori e 1-0 in casa) prima di ottenere la seconda Supercoppa Italia del club il 20 agosto in casa juventina per 0-1…Il 2005/06 invece segna il definitivo inizio del grande ciclo meneghino, dato che dopo la sentenza di “Calciopoli” che porterà al declassamento di Juve e Milan lo scudetto andrà all’Inter giunta terza sul campo ma prima “sub iudice” per quello che sarà un tricolore atteso dal 1988/89 oltre al fatto che arriverà insieme alla quarta coppa nazionale (la seconda consecutiva) a danno ancora della Roma (1-1 nella capitale e 3-1 in Lombardia) pur senza tralasciare la delusione europea di una Champions sfumata nei quarti contro il Villareal con una vittoria 2-1 in Italia seguita dalla sconfitta 1-0 in Spagna. Alla fine il conto ci dirà che il primo anno erano state messe a referto 26+2+9 partite mentre nel secondo 23+4+3 e nelle stracittadine ecco la vittoria per 3-2 in casa firmata da Adriano al 92′ mentre al ritorno aveva deciso Kaladze al 70′ per 1-0 (una vittoria per parte che chiarisce i seguenti numeri: 4 sconfitte con un pari, una vittoria al netto di 3 gol fatti e 9 incassati).

Le 4 annate col Milan di Berlusconi, Ancelotti e Leonardo

Nell’estate del 2006, intanto che l’Italia si gode il quarto titolo mondiale conquistato in Germania a danno della Francia, il nostro protagonista, avendo ormai 34 anni ed essendo surclassato dalla nuova coppia di terzini Maicon-Grosso nelle gerarchie interiste, passa all’altra sponda del naviglio accasandosi al Milan che tanto lo aveva fatto penare fino a lì in gare sentitissime in cui si era trovato a marcare quei Kakà, Inzaghi, Gilardino che sarebbero diventati, da ora, i suoi compagni insieme al suo grande amico di Roma Sandro Nesta: é l’inizio di un lustro ricco di tante soddisfazioni alla corte del presidente Silvio Berlusconi e di mister Carlo Ancelotti (suo avversario in maglia milanista negli anni di Cremona e da tecnico della Juve quando stava alla Lazio) che lo inizia ad usare come riserva nel suo 4-3-2-1 dando la precedenza a Cafù sulla destra con Costacurta a sinistra…nel 2006/07 i rossoneri si aggiudicano la loro settima ed ultima, ad ora, Champions League superando il Liverpool ad Atene mercoledì 23 maggio 2007 intanto che in campionato si finiva quarti dietro a Inter, Roma, Lazio perdendo ambo i derby (3-4 e 2-1) e in coppa nazionale finiva il cammino in semifinale contro i futuri vincitori della Roma (2-2 a Milano e 3-1 a Roma) oltre al fatto che Favalli chiuderà con 15+3+4 partite all’attivo insieme a 2 gol nel giro di una settimana (Milan-Empoli 3-1 e Messina-Milan 1-3 nel 7-14 aprile 2007…saranno gli unici con la casacca milanista oltre che gli unici in tutto il suo periodo milanese). Nel 2007/08 si comincia con il botto: il 31 agosto 2007 ecco la quinta ed ultima Supercoppa UEFA conquistata dai suoi grazie al 3-1 con il Siviglia a Montecarlo nel ricordo dell’ex capitano spagnolo Antonio Puerta, da poco deceduto e il 16 dicembre spazio ai festeggiamenti per il primo Mondiale per Club ottenuto dopo le 4 coppe intercontinentali già avuto fra anni ’90 e inizio 2000 sul risultato di 4-2 contro il Boca Juniors a Tokyo ottenuti pur senza scendere sul terreno di gioco…in Serie A, invece, non si andrà oltre un misero quinto posto alle spalle di Inter, Roma, Juventus, Fiorentina oltre alla fine del percorso di coppa nazionale agli ottavi con il Catania (1-2 e poi 1-1) evidenziando pure l’eliminazione agli ottavi di Champions per mano dellArsenal per un complessivo 0-2 rimediato in casa, una vittoria per 2-1 a testa nelle stracittadine insieme a 26+2+2 comparse in campo. Nel 2008/09 ecco la vittoria per 1-0 in Milan-Inter seguita dalla batosta per 2-1 del ritorno intanto che si torna sul podio del campionato alle spalle dei cugini e della Juve da confrontare con l’ingloriosa fine ancora agli ottavi di Coppa Italia contro la Lazio futura vincitrice ai supplementari per 1-2 in rimonta senza dimenticare anche l’uscita dalla Coppa UEFA (giocata da Favalli per la prima volta da quando aveva lasciato la Lazio) nei sedicesimi contro il Werder Brema finalista a causa di un doppio pari (1-1 e poi 2-2 in casa con sole rimonte anche qui…) e in cui si devono anche evidenziare 23+1+5 partite nell’anno in cui Ancelotti lascerà dopo essere arrivato nel 2002 e in cui si ritirerà la leggenda Paolo Maldini appena prima della cessione di Kakà. Nel 2009 arriva, quindi, l’ex giocatore rossonero Leonardo, che però resterà solo fino al maggio 2010 e Favalli vivrà la sua ultima stagione venendo inserito nel 4-2-3-1 del tecnico brasiliano dopo che Ancelotti era passato al 4-3-1-2 per un biennio: alla fine anche il campionato 2009/10 vede il Milan terzo dietro a Inter e Roma, in Coppa Italia si va fuori contro l’Udinese semifinalista per 0-1 ai quarti e negli ottavi di Champions League ci penserà il Manchester United a rovesciare i rossoneri per 2-3 e 4-0 (2-7 nel totale) vendicando la rimonta subita in semifinale del 2007 (vittoria inglese 3-2 in terra albionica e poi 3-0 per gli italiani al ritorno)…Favalli ha ormai 38 anni e capisce che oltre ai 2 confronti persi contro l’Inter che vincerà il “triplete” (4-0 e 2-0), le sue 16+1+1 presenze non basteranno a fargli rinnovare il contratto e accetta di lasciare il calcio dopo Milan-Juventus 3-0 di sabato 15 maggio 2010 (gli sarà riservata una standing ovation dal suo pubblico per chiudere al meglio il percorso contro i rivali di sempre) vantando 46+9+12+1 partite con l’Inter e 80+7+12 gettoni con il Milan (6 sconfitte con 2 soli trionfi a danno dei cugini e sempre in casa…in 14 stracittadine, a livello personale, ne portò a casa solo 3 ottenendo un pari e tutte delusioni, decisamente un pessimo bilancio, al contrario di quello nella capitale).

Rapporto fugace con l’Italia

Favalli, nel 1989, collezionerà 9 presenze con un gol nella Nazionale Under-18 per poi essere convocato fino al 1994 in Under-21, con cui conquisterà gli Europei 1992 di categoria (primo titolo in carriera) giocando anche in finale con la Svezia sotto la guida di Cesare Maldini…nello stesso anno prednerà pure parte alle Olimpiadi di Barcellona giocando le 4 partite disputate dagli azzurri fatti fuori nei quarti dai padroni di casa futuri vincitori. L’esordio in Nazionale A avviene l’8 ottobre 1994 nella vittoria per 0-2 a Tallinn, in Estonia, sotto la gestione di Arrigo Sacchi durante le qualificazioni all’europeo inglese del 1996 e poi scenderà in campo di nuovo il 18 novembre 1998 a Salerno, nel pareggio 2-2 con la Spagna ancora con Dino Zoff, suo primo allenatore con la Lazio, a dirigere. Da qui Favalli non vedrà più l’azzurro fino al 31 marzo 2004, quando disputerà 3 amichevoli contro Portogallo (2-1 per noi), Spagna (1-1), Tunisia (4-0) in vista dell’Europeo lusitano del giugno successivo, a cui parteciperà assieme ai compagni Peruzzi, Oddo, Fiore, Corradi ma in cui lui scenderà in campo agli ordini di Giovanni Trapattoni solo nella seconda partita, chiusa 1-1 con la Svezia dopo lo 0-0 con la Danimarca e prima del 2-1 con la Bulgaria che ci manderà fuori dalla competizione anche grazie al 2-2 fra le scandinave con grandi sospetti di “combine”…le sue ultime sfide saranno l’amichevole Islanda-Italia 2-0 del 18 agosto 2004 e Italia-Norvegia 2-1 prima partita di qualificazione ai mondiali 2006 nonché l’unica giocata dal protagonista in carriera, che chiuderà il suo rapporto in azzurro giocando con Marcello Lippi le ultime 2 gare sulle 8 totali della carriera.

Il ritorno a Cremona

Dopo il ritiro il nostro eroe tornerà a Roma per fare il dirigente e il responsabile tecnico della squadra giovanile del Savio, piccola ma storica realtà della capitale e successivamente ricoprirà il ruolo di allenatore nelle giovanili della squadra che lo lanciò fra i professionisti…la Cremonese. Si può dire che, come tantissimi migranti si sono trasferiti si sono trasferiti al nord per trovare lavoro negli anni di maggiore difficoltà economica del paese, lui abbia trovato ma gloria andando via dalla Lombardia, dove ha trascorso quasi tutta la carriera ma le gioie che si é tolto staccando tutti i maggiori campioni della storia laziale e aggiudicandosi 8 trofei essendo l’unico ad aver vissuto il 99% dell’epoca di Cragnotti) non l’ha mai trovata neanche a Milano, dove ci si aspettava che facesse molto di più pure nel periodo che il Milan perse potere in favore dell’Inter…lo ribadiamo ancora, stiamo parlando di una leggenda come Giuseppe Favalli, il giocatore più titolato della storia della Lazio e secondo più presente di sempre dietro a Stefan Radu.

Il palmares

LAZIO= 1 Scudetto: 1999/2000;

3 Coppe Italia: 1997/98, 1999/2000, 2003/04;

2 Supercoppe Italia: 1998, 2000;

1 Coppa delle Coppe: 1998/99;

1 Supercoppa Europa: 1999.

INTER= 1 Scudetto: 2005/06;

2 Coppe Italia: 2004/05, 2005/06;

1 Supercoppa Italia: 2005.

MILAN= 1 Champions League: 2006/07;

1 Supercoppa UEFA: 2007;

1 Coppa del Mondo per Club: 2006/07.

NAZIONALE= Campionato Europeo Under-21: 1992.

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