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ROMA – Il decennio più effimero della storia della Repubblica italiana era iniziato da appena 3 anni quando, nell’estate del 1983, Roma si sta ancora godendo il triplo campionato vinto: la Virtus Roma aveva ottenuto il suo unico tricolore il 19 aprile superando l’Olimpia Milano in finale a gara-3 per 97-83, la Roma l’8 maggio aveva vinto il suo secondo scudetto dopo 41 anni dal primo e la Lazio il 12 giugno tornava in Serie A da prima della classifica dopo un triennio in cadetteria…sono anni dominati dalla politica ottimistica e del benessere in cui un intero popolo vuole tornare a vivere dopo i difficili “anni di piombo” e in cui l’estate le coste vengono prese d’assalto dai turisti; fra i comuni del litorale laziale maggiormente in voga c’é Ostia, una delle località balneari più in voga fra i romani…e proprio qui, il 24 luglio, che una normale coppia del posto, il signor Alberto e sua moglie, hanno un bambino a cui daranno il nome Daniele…Alberto, all’epoca, é un giocatore del Prato, formazione toscana militante in Serie C2, crescerà questo bambino iniziandolo subito alla professione di calciatore e subito il piccolo “Danielino” si farà notare dai suoi amici giocando in mezzo alla strada con ottime qualità da terzino e poi da attaccante; all’epoca nessuno ancora si impressionava a sentir dire che giocava con Daniele e a sapere che il suo cognome era De Rossi, ma oggi sappiamo che a Ostia, a inizio anni ’80, venne al mondo il secondo giocatore più importante per presenze nella storia della Roma nonché uno dei migliori centrocampisti italiani di sempre…stiamo parlando, appunto, di Daniele De Rossi, o più semplicemente “capitan futuro”.

La trafila nelle giovanili di Ostia e della Roma

De Rossi, nel 1997, inizia a giocare nelle giovanili dell’Ostiamare (ultima squadra in cui militò suo padre nel 1992/93 prima di ritirarsi): inizia giocando come terzino e passerà poi a fare l’attaccante ricevendo la prima chiamata della NB a 9 anni ma sceglie di restare a giocare nella squadra della sua città…l’occasione per fare il grande salto arriva nell’estate 2000, quando il club del suo cuore, la Roma (dove anche suo padre iniziò nel 1977/78) del presidente Franco Sensi, lo seleziona per entrare a far parte del vivaio ad appena 16 anni sotto la guida proprio di suo papà, arrivato proprio nel 1997 a guidare la Primavera giallorossa. Daniele si fa notare subito anche grazie alla valorizzazione del suo tecnico Mauro Bencivenga (nuovo talento dei lupi negli anni ’80), che lo schiera come centrocampista, soprattutto mediano, nelle stagioni seguenti grazie al gran tiro con ambo i piedi, il tempismo di testa e la saggezza tattica unita alla precisione nei tackle.

Gli inizi con Capello e il calvario dei 5 allenatori

Nella stagione 2000/01, anno in cui la Roma vincerà il suo terzo scudetto (ad ora l’ultimo) battendo il Parma per 3-1 in casa domenica 17 giugno 2001, De Rossi si fa notare come uno dei migliori nel suo ruolo nel campionato Primavera oltre ad essere convocato diverse volte insieme al trequartista Gaetano D’Agostino ma, al contrario di quest’ultimo, il biondo emergente non scende mai in campo malgrado il tecnico Fabio Capello gli faccia capire subito di voler puntare su di lui per il futuro. Nella stagione 2001/02 arriva l’esordio in prima squadra durante Roma-Anderlecht 1-1 di martedì 30 ottobre 2001, ultima giornata della prima fase a gironi di Champions League (torneo a cui i romanisti parteciperanno per la seconda volta dopo la finale del 1984): il giovane mediano, a 18 anni, entra al posto del croato Tomic dopo 71′ vestendo la maglia n.26 mentre l’11 novembre debutterà in Coppa Italia nell’andata degli ottavi nella sconfitta a Piacenza per 2-1 (dopo giocherà in occasione della doppia sconfitta nei quarti col Brescia: 0-1 in casa e 3-0 in trasferta) e il uso primo bilancio ci parlerà solo di queste 4 presenze al netto di un secondo posto dietro alla Juventus per un punto in un torneo pieno di rimpianti oltre all’uscita dalla coppa europea nel secondo girone ad opera del Liverpool malgrado un valore superiore dei romani rimasto inespresso. Nel 2002/03, l’annata peggiore del ciclo di Capello in panchina, vede l’esordio del nostro protagonista a 19 anni, per giunta anche da titolare nel classico 3-4-1-2 con variabile di 3-5-2 dell’allenatore friulano: é il 25 gennaio 2003 e per la prima giornata del girone di ritorno si gioca un contestato Como-Roma 2-0 sul neutro di Piacenza mentre il 10 maggio successivo ecco il primo gol, con una bordata di destro dai 25 metri per il temporaneo 2-0 nel trionfo per 3-1 col Torino nella capitale (giorno della prima titolarità in Serie A)…emblematico il fatto che la firma sia arrivata sotto la curva giallorossa e molto simpatica l’esultanza di Franco Sensi, che in tribuna esclamerà <<ANVEDI, MA CHE HA SEGNATO ER RAGAZZINO?!>> e 2 settimane dopo ci sarà il secondo timbro nella sconfitta casalinga per 1-2 con l’Atalanta (24 maggio 2003, all’ultima gara di campionato); a fine stagione il conto sarà 4+3+0 presenze con le 2 suddette firme nonostante un mesto ottavo posto sommato alla finale di Coppa Italia persa col Milan con grande tensione (1-4 a Roma e 2-2 a Milano) oltre all’estromissione dalla Champions per mano di Ajax e Arsenal nel secondo girone ma il protagonista parlerà, nel 2017 in un intervista a “Sky Sport Italia”, di quanto in quell’annata il suo compagno di reparto Joseph Guardiola, ex bandiera del vincente Barcellona negli anni ’90 e grande regista nonché futura leggenda della panchina catalana dal 2008 in poi, lo abbia responsabilizzato facendogli fare degli allenamenti supplementari in cui gli ha insegnato a capire come gestire le situazioni in fase impostazione vedendo in De Rossi anche un abilissimo “cervello di gioco” in base ad una tecnica sopraffina. Nell’estate del 2003 cominciano ad andare via diversi effettivi importanti nel collettivo capitolino e Capello sceglie di continuare a dare fiducia a De Rossi, ormai stabilmente aggregato alla prima squadra oltre che considerato uno dei talenti italiani emergenti di maggiori speranze: il 6 settembre 2003 ecco il primo gol nelle coppe europee, nella gara d’andata del primo turno contro i macedoni del Vardar Skopje (5-1 il risultato conclusivo: 4-0 e 1-1) ma soprattutto questa sarà la stagione in cui De Rossi esordisce nella partita che segnerà maggiormente la sua vita oltre al suo rapporto con i tifosi…il 9 novembre 2003 si gioca Roma-Lazio 2-0 (81′ Mancini, 86′ Emerson) e il giovane mediano entra all’83’ al posto di Cassano riuscendo anche a pareggiare il ritorno per 1-1 in modo da vedere a fine anno un conto di 17+4+6 presenze oltre alla rete in coppa ma le brutte sorprese non tardano ad arrivare, dato che la società dopo anni di grandissime spese e una mancata trattativa di cessione con i russi della “Nafta Mosca” a febbraio 2004, vede anche l’addio di mister Capello oltre al difensore Zebina e al regista Emerson in un’annata conclusa al secondo posto dietro 11 punti dal Milan (82-71) insieme ad una coppa nazionale finita con i rossoneri ai quarti (doppia batosta per 2-1) e l’uscita dalla Coppa UEFA per mano del Villareal negli ottavi (delusione 2-0 in Spagna e trionfo 2-1 in casa)…De Rossi diventa sempre più importante nelle gerarchie di spogliatoio rimpiazzando talvolta Tommasi e talvolta Lima ma dopo l’addio di Emerson diventa stabilmente uno degli effettivi più importanti avendo fatto già progressi enormi dal punto di vista tattico pure sotto la guida di Claudio Gentile (tecnico della nazionale Under-21 che vincerà l’europeo di categoria e con cui disputerà in estate le olimpiadi di Atene conquistando la medaglia di bronzo). Nel 2004/05, ricordato come “l’anno dei 5 allenatori”, diventa titolare ad appena 21 anni nel 4-4-2 con il giovane tecnico emergente Cesare Prandelli vestendo il n.4 lasciato libero dal terzino rumeno Chivu, che aveva ripiegato sulla 13…questo sarà il primo anno senza vittorie nel derby (3-1 in trasferta e 0-0 con pesanti sospetti di combine in casa) oltre che l’annata in cui arriverà il primo gol in Champions League, nel 4-2 in casa del Real Madrid il 28 settembre 2004; la Roma, che nel frattempo era passata sotto la guida di Rudy Voller, Luigi Delneri, Bruno Conti e poi ancora Delneri, chiude con un altro ottavo posto molto deludente, visto che era la prima Serie A a 38 giornate e 20 squadre, in cui i giallorossi si salveranno matematicamente a un turno dalla fine vincendo 0-1 a Bergamo prima di perdere la finale di Coppa Italia contro l’Inter (doppio schiaffo: 0-2 nella capitale e 1-0 in Lombardia…nessuno lo sa ancora, ma in questa stagione inizierà uno dei capitoli più importanti della rivalità fra Roma e Inter con De Rossi fra i principali protagonisti anche con un gol, il primo per lui nel torneo, nell’andata dei quarti con la Fiorentina) oltre ad arrivare ultimi nei gironi di Champions League per mano di Real, Bayer Leverkusen, Dinamo Kiev…il conto individuale invece sarà 30+5+3 gettoni oltre a 2+1+1 reti ma le gare che vedranno il nostro eroe maggiormente al centro del progetto saranno le sfide contro la Fiorentina nei quarti di coppa nazionale, in cui Bruno Conti sceglierà di inserire moltissimi Primavera a causa degli infortuni di uomini importanti e fra questi vedremo il portiere Gianluca Curci, il regista Alberto Aquilani, l’attaccante Giuseppe Scurto insieme ad altri giocatori offensivi tipo Alessio Cerci, Stefano Okaka, Daniele Corvia, tutti a seguire il loro nuovo giovane condottiero, Daniele De Rossi, insidiatosi già come riserva di Francesco Totti nel ruolo di capitano in punta di piedi e senza imporre nulla a nessuno come suo padre Alberto, ormai tecnico proprio della Primavera, gli aveva insegnato.

La consacrazione sotto il primo Spalletti

Nell’estate del 2005, intanto che il 16 luglio nasceva sua figlia Gaia, avuta dalla fidanzata Tamara Pisnoli, Manchester United e Real Madrid si fanno vive con la neo-presidentessa della Roma Rosella Sensi, figlia di Franco, per acquistare anche De Rossi stesso assieme a Totti, ormai considerati 2 dei migliori giocatori del panorama europeo ma la scelta della società, anche grazie all’arrivo dell’ex allenatore dell’Udinese Luciano Spalletti, sceglie di tenere entrambi i suoi campioni malgrado una situazione finanziaria non buona per poi puntare su un organico meno altisonante ma con più compattezza tattica: Spalletti, infatti, arriva da Udine per usare il suo 3-5-2 ma già dopo poche partite é costretto a ripiegare sul 4-4-2 in cui De Rossi rimane mediano accanto ad Aquilani e Totti-Montella é il tandem offensivo in una squadra in cui spicca pure il terzino Panucci con l’esterno Perrotta ma l’evento che sta per cambiare definitivamente la carriera di De Rossi arriva domenica 18 dicembre 2005, quando la Roma si presenta in piena emergenza offensiva a giocare sul campo della Sampdoria…c’é solo Totti che può fare l’attaccante o “falso nueve” come si dirà in gergo popolare e l’allenatore sceglie di brevettare un 4-2-3-1 in cui De Rossi-Aquilani é la cerniera di copertura davanti al pacchetto arretrato (Panucci-Mexes-Ferrari-Cufré) con Taddei-Perrotta-Mancini dietro alla punta. E’ l’inizio di mini-ciclo che porterà la Roma ad ottenere il record di 11 vittorie consecutive in Serie A (battuto dall’Inter l’anno seguente con 17 gioie di fila) proprio nella sera del derby vinto 0-2 fuori casa di domenica 26 febbraio 2006 e in cui “Danielino”, ormai beniamino della curva, riuscirà ad imporsi fra i migliori in campo oltre a tenere testa al capitano avversario Paolo Di Canio pure dal punto di vista della personalità…il 15 marzo 2006, in occasione del ritorno degli ottavi di Coppa UEFA vinti inutilmente contro il Middlesbrough 2-1 (sconfitta 1-0 all’andata), il giocatore diventa capitano per la prima volta a danno di Panucci dato che Totti sarebbe stato fuori dal 19 febbraio fino a maggio e il 19 marzo si rende protagonista pure di un grande episodio di “fairplay” quando segna di mano in Roma-Messina 2-1 e ammette subito dopo la scorrettezza riuscendo a risparmiarsi l’ammonizione dall’arbitro Bergonzi; il 18 maggio 2006, 3 giorni dopo la fine di un campionato che vedrà la Roma scalare dal quinto al secondo posto alle spalle dell’Inter, carnefice dei romani anche in finale di coppa nazionale (1-1 a Roma e 3-1 a Milano), in seguito allo scandalo di “Calciopoli”, Daniele e Tamara convolano a nozze e l’estate si conclude anche meglio con il primo trofeo vinto dal centrocampista: il mondiale in un anno concluso con 34+4+7 e 6 timbri in campionato. Nell’estate 2006 il centrocampista, in vista della prima Supercoppa Italia da giocare il 26 agosto ma persa 4-3 ai supplementari dopo essere stati in vantaggio in casa interista per 0-3 dopo mezz’ora, sceglie di iniziare a vestire la maglia n.16 che lo accompagnerà fino a fine carriera ma il conto finale sarà molto lusinghiero ugualmente per De Rossi e la Roma: secondo posto in classifica dietro all’Inter pure se con un gran distacco di 22 punti (97-75) ma vittorie in Coppa Italia (6-2 contro l’Inter in casa con “DDR” che realizzerà il temporaneo 2-0 in seguito alla firma con cui si sbloccherà il 2-2 nell’andata dei quarti in casa del Parma, e sconfitta ininfluente per 2-1 a Milano: 7-4 per la Roma e primo trofeo vinto in giallorosso per il vice-capitano) la sera di giovedì 17 maggio 2007 e in Supercoppa Italia per 0-1 (78′ rig. De Rossi…unica affermazione del protagonista in tale competizione, peraltro decisa con un suo gol su gentile concessione di Totti e tirato sotto i suoi tifosi) il 19 agosto 2007 nonostante la roboante batosta rimediata nei quarti di Champions League (turno mai raggiunto dal 1984 a Trigoria) per 7-1 dal Manchester United dopo la vittoria 2-1 in Italia; questo sarà pure l’anno della vittoria di Miglior Calciatore Giovane agli Oscar del Calcio AIC mentre la Roma sceglie di imporre un tetto ingaggi di 2,5 milioni di euro per ogni giocatore ad eccezione di capitan Totti (in futuro anche De Rossi beneficerà di tale deroga, ma all’epoca aveva 24 anni e fu reputato troppo giovane) nell’anno delle 36+8+10+1 apparizioni con 2+2+2 timbri (altra stagione senza gioie nelle stracittadine: 3-0 a Lazio-Roma e 0-0 a Roma-Lazio oltre che quella con più partite di sempre). L’annata 2007/08 vede ancora la Roma come principale antagonista dell’Inter in un’epoca in cui gli equilibri del calcio italiano sono stati totalmente ridisegnati in favore dei nerazzurri a causa della concomitante “eliminazione” di Juventus, Milan, Lazio, Fiorentina…arriva a Trigoria, però, quello che sarà uno dei migliori compagni di reparto per il percorso di De Rossi: David Pizarro, regista cileno che farà finire Aquilani a fare il trequartista quando non c’é Perrotta o la riserva dei mediani; questa sarà un’altra annata assai luminosa in cui De Rossi si consacra miglior rigorista della squadra grazie agli infortuni reiterati di Totti (sbaglierà il suo primo tiro dal dischetto da professionista domenica 28 ottobre 2007 in Milan-Roma 0-1, quando manderà alto il suo “cucchiaio”) ma stavolta ci sarà anche spazio per molte polemiche, visto che la Roma arriverà seconda dietro agli interisti per 85-82 fra mille lamentele dal punto di vista arbitrale prima di vincere la Coppa Italia sabato 24 maggio 2008 in casa per 2-1 sempre contro i meneghini nella prima finale secca dal 1980 (anche lì avevano trionfato i “lupacchiotti” ma contro il Torino e ai rigori) a cui farà seguito la terza Supercoppa Italia giocata e seconda persa in 3 anni (2-2 a Milano e poi 6-5 ai rigori ma de Rossi si renderà protagonista pure stavolta segnando il temporaneo 1-1 domenica 24 agosto 2008, la settimana dopo la morte dell’ex presidente Franco Sensi) intanto che la Champions League era durata fino ai quarti, quando si era andati fuori dinanzi ai futuri campioni del Manchester United (0-2 in Italia e 1-0 in Inghilterra con lo stesso mediano che sbaglierà un rigore sullo 0-0 alla mezz’ora del primo tempo la sera di mercoledì 9 aprile 2008)…inoltre questo sarà pure un anno con una vittoria per parte nel derby e sempre per 3-2 in favore di chi giocava in casa (in occasione della gioia la sera del 31 ottobre 2007 lui sarà per la prima volta capitano contro i cugini) al netto di un bilancio composto da 34+6+10+1 gare giocate insieme a 5+0+0+1 gol in vista dell’europeo da giocare con il titolo di campioni del mondo sulle spalle e anche se De Rossi non lo sa ancora, questo sarà l’ultimo anno in cui vincerà dei titoli con la Roma. Il 2008/09 sarà uno dei suoi anni migliori dal punto di vista sportivo ma fra le meno redditizie a livello realizzativo, visto che totalizzerà 33+2+7+1 partite sommate a 3+0+0+1 marcature fra cui la prima contro i laziali nella batosta per 4-2 nel sabato di Pasqua 11 aprile 2009 (la settimana dopo il terremoto dell’Aquila che sconvolse il paese e dopo la vittoria per 1-0 del novembre passato) ma la Roma abdicherà per la prima volta al titolo di detentrice della coppa nazionale dopo 2 vittorie uscendo ai quarti contro l’Inter a Milano per 2-1, mancherà l’appuntamento con la finale di Champions da giocare a Roma per la prima volta dal 1984 uscendo ai rigori contro l’Arsenal (un 1-0 per parte e poi 6-7 dagli 11 metri l’11 marzo 2009) negli ottavi malgrado 2 grandissime sfide (il nostro eroe salterà il ritorno per squalifica ma sarà a bordocampo per sostenere i suoi compagni e fomentare la curva ancora di più), arriverà sesta in campionato ottenendo la peggiore annata della gestione di Luciano Spalletti, che in estate aveva detto di voler rimanere ma poi aveva tentato di accordarsi con dei club importanti all’estero perdendo di fatto la stima dello spogliatoio a cominciare dai fedelissimi come Totti, De Rossi stesso, Panucci, Perrotta, Mexes ma anche di pupilli suoi come Pizarro…ma soprattutto questa sarà l’annata in cui il nostro protagonista piangerà la morte del suocero Massimo Pisnoli, ucciso il 7 agosto 2008 ad Aprilia (vicino Roma) e divorzierà dalla moglie pur riuscendo a cercare di mantenersi sempre lucido in campo (perderà le staffe poche volte come in Roma-Udinese 1-1 del 7 marzo, quando si farà espellere per proteste dal ternano Tagliavento).

Ranieri, Montella, Luis Enrique, i rancori con Zeman e Andreazzoli

L’estate del 2009, dopo aver giocato la sua prima Confederations Cup con la Nazionale (la prima in assoluto per gli azzurri) e aver salutato due dei suoi migliori amici come Panucci e Aquilani (il primo trasferitosi al Parma per un ultimo anno di contratto da giocatore e il secondo mandato a Liverpool per fare cassa), De Rossi continua ad ispirarsi al suo idolo d’infanzia del Manchester United Roy Keane mentre sta per iniziare la sua stagione più prolifica a livello di gol: 33+4+12 partite e 7+1+3 firme (quella in coppa nazionale sarà in occasione di Roma-Catania 1-0 dei quarti) anche se l’annata non sarà tutta rosa e fiori, visto che dopo Roma-Juventus 1-3 della seconda giornata e con la squadra 0 punti dopo il 3-2 incassato sul campo del Genoa, Spalletti sarà esonerato in favore di Claudio Ranieri (licenziato dalla Juventus a maggio) segnando l’inizio di una faida terminata diversi anni dopo fra l’allenatore toscano e il duo Totti-De Rossi…secondo il tecnico, infatti, i 2 non avrebbero fatto abbastanza per convincere la società a farlo rimanere come segno di riconoscenza dopo che lui aveva aiutato tantissimo Totti nel 2006 durante l’infortunio più grave della carriera e De Rossi nel 2009 in seguito alla separazione; sul lato del campo troviamo anche un episodio che stava per degenerare il 13 settembre 2009, quando i compagni rimontano 1-2 a Siena nel giorno dell’esordio di Ranieri e il pubblico di casa bersagliò per tutta la sfida il giocatore insultando la memoria del suocero assassinato poco più di un anno addietro e ricordando il violento litigio di De Rossi con l’ex tecnico Mario Beretta di 3 anni prima sempre in un Siena-Roma chiuso 1-3 finché lui non viene fermato dai compagni e portato via dai compagni scongiurando il tentativo di raggiungere la curva bianconera…domenica 6 dicembre 2009, durante Roma-Lazio 1-0 (79′ Cassetti), il mediano raggiunge le 200 presenze in campionato riuscendo a progredire ancora di più in uno schieramento basato sul 4-4-1-1 più classico in cui i punti cardine sono lui davanti alla difesa con Pizarro a creare gioco intanto che gli esterni sono Taddei a destra insieme a Perrotta sulla sinistra proprio nella stagione in cui ottiene il riconoscimento sarà il titolo di Miglior Calciatore Italiano AIC 2009 e liscia il titolo assoluto arrivando secondo dietro a Zlatan Ibrahimovic (al momento al Barcellona ma idolo dell’Inter dal 2006 al 2009) eppure anche quest’annata sarà piena di rimpianti, visto che lo scudetto andrà all’Inter ancora fra le polemiche per 82-80 insieme alla Coppa Italia vinta 1-0 (40′ Milito) mercoledì 5 maggio 2010 e alla Supercoppa Italia finita 3-1 in rimonta domenica 21 agosto (sarà l’ultima giocata dal nostro campione) intanto che l’avventura in Europa League/Coppa UEFA (rigiocata per la prima volta dal 2006) si era chiusa ai sedicesimi dopo il doppio 3-2 incassato dal Panathinaikos ma in compenso questo sarà il primo anno con doppia affermazione nei confronti cittadini (Lazio-Roma 1-2 di domenica 18 aprile 2010 rimontata con doppietta di Vucinic passerà alla storia come una sfida decisiva per il campionato in cui Ranieri toglierà proprio Totti e De Rossi all’intervallo sull’1-0 per i nemici nominando capitano Perrotta e rischiando letteralmente il licenziamento in caso di mancata vittoria…ma alla fine avrà ragione lui). La stagione 2010/11 vede uno dei De Rossi maggiormente in forma e ormai al top della carriera anche grazie alla maturità raggiunta e nonostante cadute di stile come l’espulsione rimediata in Bari-Roma 2-3 per una gomitata in faccia ad un avversario che gli costerà 3 turni di squalifica facendogli chiudere l’annata il 1° maggio: 28+4+7+1 partite oltre a 2+0+1+0 gol e nonostante l’avvicendamento in panchina fra Ranieri con l’ex compagno Vincenzo Montella (ritiratosi nel 2009 e divenuto prima opinionista di Sky per poi venire ad allenare pochi mesi prima le giovanili giallorosse fra cui si scopriranno anche profili interessanti del futuro come Gianluca Caprari o Alessandro Florenzi) il 21 febbraio 2011 in seguito alla rimonta per 4-3 in casa del Genoa…la Roma partì con ambizioni di provare a vincere tutto ma chiuderà sesta in classifica per poi perdere in semifinale di Coppa Italia contro i futuri vincitori dell’Inter (0-1 in casa e 1-1 fuori) oltre ad uscire negli ottavi di Champions League dinanzi allo Shakhtar Donetsk (2-3 a Roma e 3-0 in Ucraina per un 6-2 complessivo); questo sarà anche un anno di maggiore soddisfazione nei confronti con la Lazio, visto che i romanisti entreranno nella storia centrando 3 vittorie su 3 fra campionato e ottavi di Coppa nazionale (doppio 2-0 e 2-1 nell’incontro ad eliminazione diretta…5 vittorie consecutive contro gli avversari proprio come era successo fra il 1958 e 1960, ma lì si parlava solo di Serie A) conquistando ancora di più il cuore della curva in occasione di Lazio-Roma 0-2 del 7 novembre 2010, quando si vedrà De Rossi pazzo di gioia arrampicarsi sull’inferriata della curva in festa e pronunciare ai microfoni di “Sky Sport” le leggendarie parole <<HO SOLO UN RIMPIANTO, QUELLO DI POTER DONARE ALLA ROMA UNA SOLA CARRIERA>>. Nel giugno del 2011 viene annunciata la fine della gestione Sensi con cessione della squadra alla cordata statunitense di Thomas Richard Di Benedetto e James Pallotta, la prima presidenza straniera della storia del club e oltre che del calcio italiano: De Rossi, ormai fra i più grandi giocatori al mondo nel suo ruolo, aveva conquistato il titolo di Miglior Atleta Italiano lo scorso 4 febbraio assieme alla nuotatrice Federica Pellegrini per l’anno 2010 e la nuova annata si presenta fra più di un’aspettativa sapendo anche dell’arrivo del nuovo allenatore, ex della “Cantera” del Barcellona Luis Enrique: sarà un periodo fallimentare, in cui la Roma inizierà uscendo ai preliminari d’Europa League contro lo Slovan Bratislava (1-0 in Slovacchia e 1-1 in Italia malgrado una gara dominata) prima dell’inizio del campionato, sarà fatta fuori dalla Coppa Italia per 3-0 dalla Juve futura finalista nei quarti e in classifica ci si dovrà accontentare di un mesto settimo posto che sentenzierà la prossima stagione come la prima senza Europa dal 1997/98 oltre che la prima annata di sole umiliazioni in carriera contro la Lazio in 2 sfide molto contestate nonché concluse con il medesimo risultato, 2-1 (in particolare l’andata, persa con sentenza dell’esordiente di Klose in rimonta all’ultimo minuto, vedrà il capitano arrivare a contestare molto pesantemente le decisioni dell’arbitro ternano Paolo Tagliavento, arrivando a dire che, secondo lui, per lo spettacolo i suoi ne avevano vinte troppe di stracittadine e bisognava interrompere la striscia…); nel 2017, sempre De rossi, intervistato dall’altro ex giocatore Daniele Adani su “Sky Sport” racconterà che tutti i pettegolezzi (specie dopo l’esclusione per scelta tecnica in seguito ad un ritardo ad una riunione tecnica prima di Atalanta-Roma 4-1 di domenica 26 febbraio 2012) su un presunto cattivo rapporto fra lui e Totti con Luis Enrique non erano veri e che il catalano é stato l’allenatore che gli ha insegnato di più soprattutto per aver definitivamente completato il percorso del nostro giocatore, nel frattempo fidanzatosi con la famosa attrice Sarah Felberbaum, scegliendo di schierarlo più volte nel ruolo di libero nella difesa a 3 o di stopper quando si giocava a 4 insieme alle riserve Heinze o Kjaer a causa dell’emergenza dovuta agli infortuni gravi che terranno fuori per un anno la coppia titolare Juan-Burdisso (molti non ricordano che, complici anche le squalifiche di José Angel e l’instabilità fisica di Cassetti, i romani giocarono quasi tutto l’anno con una squadra rimaneggiata e non fu una decisione dell’allenatore quelle di inserire De Rossi difensore centrale in sfide importanti come contro la Juventus nell’1-1 di lunedì 12 dicembre 2011, ma questa é un’altra storia…)…l’unico rimpianto fu che a Luis Enrique lo manderanno via a giugno e secondo il protagonista con lui ci si sarebbe potuti divertire molto se solo gli avessero dato tempo, e senza contare che comunque “DDR” totalizzerà anche qui 32 gettoni giocando solo il campionato al netto di 4 firme fra cui quella contro la stessa Juve futura campione d’Italia. Dopo gli europei del 2012, in cui perderà la finale per 4-0 contro la Spagna a Kiev e un’intera estate trascorsa ad essere corteggiato dai campioni d’Inghilterra del Manchester City allenati dall’ex nemico interista Roberto Mancini, “Danielino” torna in città dove lo aspetta Pallotta, ormai unico presidente della squadra, oltre ad una vecchia conoscenza tecnica dell’ambiente capitolino: stiamo parlando di Zdenek Zeman, colui che diede il contributo più importante alla crescita atletica di Totti nel 1997-99 ma che stavolta resterà solo pochi mesi entrando in collisione con i principali senatori di uno spogliatoio comunque giovane e in cui si stavano affermando centrocampisti come lo statunitense Michael Bradley e il bosniaco Miralem Pjanic, al punto da vedere De Rossi relegato in panchina per problemi con l’allenatore, il quale dirà che De Rossi non stava rendendo da sé stesso e avrebbe potuto fare molto di più se avesse voluto…il conteggio stagionale ci dirà che il centrocampista metterà insieme 25+4 apparizioni senza mai andare a segno (seconda ed ultima volta in campionato dopo il 2003/04 ma “unicum” in generale) raggiungendo il record di 400 partite in giallorosso la sera di Roma-Milan 4-2 del 22 dicembre 2012 mentre il 17 marzo seguente, dopo Roma-Parma 2-0 arriveranno le 300 gare in Serie A (riconoscimenti festeggiati da Pallotta con 2 targhe onorifiche) ma ecco anche una delle maggiori delusioni della sua vita: domenica 26 maggio 2013 la Roma, dopo aver per 3-2 fuori casa (in cui “DDR” verrà espulso al 45′ del primo tempo per aver dato un pugno in faccia al capitano biancoceleste Stefano Mauri nel corso di una mischia in area in cui il direttore di gara Rocchi stava per fischiare rigore: sarà l’unico rosso contro i cugini) e aver fatto 1-1 al ritorno, perderà il primo derby capitolino valevole per un trofeo, visto che la Lazio si aggiudicherà la Coppa Italia per 0-1 grazie alla rete di Senad Lulic al 71′ (ultima finale giocata dal nostro eroe) chiudendo al peggio un 2012/13 in cui sabato 2 febbraio Zeman aveva lasciato il posto all’ex collaboratore di Spalletti Aurelio Andreazzoli a causa del bruttissimo Roma-Cagliari 2-4 (pure con quest’ultimo non correrà mai buon sangue malgrado una titolarità quasi perenne), che sarà rilevato dall’incarico a giugno.

La ripresa con Garcia, il secondo Spalletti, Di Francesco e l’addio

Dopo la Confederations Cup in Brasile in cui l’Italia arriverà terza dietro ai padroni di casa e alla Spagna, ecco che nella capitale arriva dal Lille fresco campione di Francia Rudi Garcia, il quale si impone subito l’obiettivo di rimettere De Rossi con Totti al centro del progetto giallorosso nel suo 4-3-3 molto simile al 4-2-3-1 che tanta fortuna aveva portato con Spalletti: Daniele fa il vertice basso con ai lati il regista Pjanic sul centrodestra mentre dall’altro lato ecco il nuovo arrivato olandese Kevin Strootman (a gennaio giungerà pure Radja Nainggolan) mentre il n.10 fa la punta con il nuovo idolo dei tifosi Alessandro Florenzi (designato a diventare il terzo nelle gerarchie per la fascia di capitano) e l’ivoriano Gervinho…il il 2013/14 sarà la stagione che tutti i romanisti ricordano come quella delle 10 vittorie nelle prime 10 giornate (ad oggi record nazionale) fra cui gare di spicco come il 2-0 casalingo con la Lazio (prima stracittadina vinta dopo 3 anni mentre al ritorno si chiuderà 0-0) e con 85 punti fatti ma nonostante tutto il piazzamento sarà il secondo dietro alla Juventus delle 102 lunghezze (primato anche questo) oltre alla semifinale persa in coppa nazionale contro i futuri vincitori del Napoli (vittoria 3-2 nel Lazio e batosta 3-0 in Campania in cui De Rossi si attrarrà le parolacce del pubblico baciando il suo scudetto sotto la curva avversaria nel tragitto verso gli spogliatoi) e il protagonista della storia, il 14 febbraio 2014, diventerà padre per la seconda volta quando nascerà la sua secondogenita Oliva Rose…a primavera si parlerà ancora di ben 32+4 presenze fra cui solo il primo gol della squadra in campionato in occasione di Livorno-Roma 0-2 dopo un digiuno di 15 mesi (non andava a segno da Cesena-Roma 2-3, ultima giornata del 13 maggio 2012) mentre a Roma-Sassuolo 1-1 del 10 novembre 2013 toccherà il traguardo di 318 gare in A e gioca la sua gara n.400 in giallorosso eguagliando lo storico condottiero capitolino Giuseppe Giannini ma un altro traguardo arriverà l’11 maggio, quando perderà in casa 1-0 con la Juventus già scudettata da 7 giorni ma si toglierà la soddisfazione di eguagliare il portiere Guido Masetti, capitano della prima Roma campione nazionale nel 1941/42 in modo da giungere ad essere il terzo giocatore più presente di sempre a Trigoria dietro a Totti e Giacomo Losi. Nel 2014/15, con l’arrivo del grande centrocampista Seydou Keita, c’é da onorare il ritorno in Europa dalla porta principale, ovvero il ritorno in Champions League dopo 4 annate ma il bottino sarà più che magro: secondo posto a -17 dalla Juventus vice-campione continentale, eliminazione ai quarti di coppa nazionale per 0-2 con la Fiorentina in casa insieme all’uscita dalla Champions ai giorni dietro a Bayern Monaco e Manchester City ma davanti al CSKA Mosca per poi salutare l’Europa League agli ottavi ancora contro i semifinalisti di ambo le coppe della Fiorentina (1-1 in Toscana e 0-3 nella capitale) oltre ad un bottino di 26+1+3+4 gare in cui segnerà 2+1+0 volte (entrambe le realizzazioni saranno contro il Cesena, in coppa nazionale deciderà lui il 2-1 casalingo su rigore contro l’Empoli agli ottavi nei supplementari: sarà il suo ultimo timbro in tale competizione) con l’unica vera gioia che arriverà dall’imbattibilità contro i dirimpettai, basata sulla rimonta per 2-2 a Roma-Lazio e l’1-2 a domicilio alla penultima giornata, decisivo per la corsa alla Champions League a discapito dei biancocelesti lunedì 25 maggio 2015. L’annata 2015/16 fa registrare, oltre all’arrivo dell’altro mediano Willian Vainqueur (sicuramente uno dei centrocampi più forti della storia del club) e degli attaccanti Mohamed Salah con Edin Dzeko, la presenza n.500 in maglia romanista per il n.16 in occasione di Roma-Empoli 3-1 di sabato 17 ottobre, in cui arriverà pure l’unica firma del campionato ma con un conto di 24+1+6 senza dimenticare 1+0+2 gol (in Champions segnerà la sua ultima doppietta internazionale in Bayer Leverkusen-Roma 4-4 del 20 ottobre) ma il 14 gennaio 2016 arriva l’ennesimo cambio di panchina dopo Roma-Milan 1-1 di 5 giorni prima…il ritorno é di quelli più attesi soprattutto dagli ultimi superstiti del 2009: Luciano Spalletti torna grazie anche ai buoni uffici del dirigente Franco Baldini e De Rossi con Totti sono fra i più contenti del suo ritorno, tanto é vero che alla fine la Roma si piazza terza dietro a Juventus e Napoli facendo un girone di ritorno con una media da tricolore al netto dell’uscita ingloriosa ai rigori per 4-2 in casa contro i cadetti dello Spezia negli ottavi di Coppa Italia (0-0 sul campo) e la fine del sogno Champions agli ottavi per il doppio 2-0 subito agli ottavi dai futuri campioni del Real Madrid (squadra maggiormente affrontata da De rossi assieme al Manchester United nelle competizioni europee) ma ci sarà comunque spazio per una grande gioia in casa De Rossi, dato che il 24 dicembre 2015 il giocatore convolerà a nozze alle Maldive con Sarah Felberbaum, che il successivo 3 settembre 2016 darà alla luce il piccolo Noah, ultimo figlio della famiglia, a cui da qualche anno si era aggiunta anche Gaia (nata dal precedente matrimonio) senza tralasciare la doppia soddisfazione a danno dei laziali (2-0 in casa e 4-1 fuori). Il 2016/17, ricordata da tutti come l’ultima stagione calcistica di Francesco Totti, che si ritirerà dopo Roma-Genoa 3-2, ultima giornata di domenica 28 maggio 2017, De Rossi riprende in mano una squadra menomata dalle partenze di Keita, Vainqueur, Pjanic (il 4-2-3-1 adoperato di nuovo dal mister toscano ne risentirà pesantemente malgrado un ottimo impianto di gioco) consentendo a Nainggolan di reinventarsi come trequartista incursore “alla Perrotta” intanto che il “Pizarro di turno” sarà lui e Strootman fa legna davanti alla difesa…sarà l’annata in cui la Roma toccherà il suo record di punti con 87 lunghezze arrivando seconda dietro alla Juve solo a -4 oltre a perdere la semifinale di coppa nazionale contro i cugini (2-0 fuori casa e inutile vittoria 3-2 al ritorno) nell’anno in cui quest’ultimi torneranno a gioire in un confronto diretto: vincerà la Roma 0-2 all’andata ma al ritorno, alle 12 di domenica 30 aprile, festeggeranno gli avversari per 1-3 nella sfida in cui De Rossi andrà a segno per l’ultima volta contro di loro realizzando un contestato rigore nel finale di primo tempo (nel 2009 aveva incornato su punizione) ma questo sarà anche l’anno in cui lui stesso stabilirà il suo record di marcature consecutive, visto che punirà Milan e Juve nelle 2 settimane dopo il suddetto derby perso (la Lazio non trionfava contro la Roma dal 2013, dal famigerato gol di Lulic…e ci riuscirà 2 volte su 4 in poco meno di 2 mesi) mentre l’ultimo timbro lo mettere proprio per il temporaneo 2-1 nel suddetto Roma-Genoa; il bilancio stagionale dirà, oltre all’uscita nei preliminari di Champions League contro il Porto per 0-3 dopo l’1-1 in Portogallo (in cui lui si farà anche espellere dopo pochi minuti in casa) vedrà i suoi essere fatti fuori dal Lione negli ottavi di Europa League (partita persa 4-2 in Francia e vinta 2-1 in Italia in rimonta) intanto che i numeri diranno 31+1+2+6 partite giocate e 4+0+0+1 (la marcatura europea ci sarà nella trasferta in casa dell’Austria Vienna ai giorni di Euro League)…sembra procedere tutto bene, ma nell’intervista con Adani rilasciata in aprile qualcosa sembra scricchiolare, dato che De Rossi si lascia più volte scappare che sta pensando ancora al rinnovo e da Trigoria rimbalzano sempre più voci di un suo rapporto teso sia con Pallotta che con Spalletti intanto che Totti era già da un anno in conflitto con il tecnico. Alla fine Spalletti si trasferisce all’Inter ed Eusebio Di Francesco, altro ex collaboratore del toscano, arriva dal Sassuolo a guidare la prima Roma capitanata definitivamente da De Rossi, che dal 2006 aveva iniziato a convivere con l’appellativo fin troppo pesante di “capitan futuro” e in occasione del derby perso per mano di Klose nel 2011 un noto autore romano di un libro intitolato “Kansas City 1927” scrisse di lui, in dialetto romanesco <<DE ROSSI NUN SE SEMO ACCORTI CHE, A FORZA DA CHIAMALLO “CAPITAN FUTURO”, AVRA’ GIA’ FATTO 100 PARTITE CO’ ‘A FASCIA AL BRACCIO E A FURIA DE TAPPA’ FALLE PER NUN LASSA’ AFFONNA’ ‘A NAVE GLIE S’E’ ‘MBIANCATA ‘A BARBA>>; la squadra é quella dell’anno prima almeno nei titolari, ad eccezione di Salah, che saluta per andare al Liverpool intanto che arriva l’ex terzino sinistro della Lazio Aleksandar Kolarov (giunto dal Manchester City) e la stagione si conclude con la Roma terza dietro ancora a Juve e Napoli mentre in Coppa Italia il cammino si chiude dopo l’1-2 agli ottavi col Torino in casa ma l’avventura più entusiasmante sarà quella fino alla semifinale di Champions League, che riserverà notti magiche per la “magica Roma” come Roma-Barcellona 3-0 del 10 aprile 2018 (11 anni esatti dopo il 7-1 di Manchester) in cui il capitano raddoppierà su rigore ad inizio ripresa riscattando l’autorete nella sconfitta 4-1 dell’andata non riuscendo a trattenere le lacrime dopo le contestate sfide con il Liverpool in cui la Roma perderà 5-2 in Inghilterra per poi vincere 4-2 e sfiorare i supplementari fra le lamentele per 2 direzioni di gara assai controverse…22+0+10 gettoni e 1+0+1 segnature (Torino e Barcellona) ricordando pure la vittoria per 2-1 nel derby casalingo e lo 0-0 al ritorno nell’anno in cui si aggiudicherà il Premio Bulgarelli Number 8. La lunga storia d’amore fra Daniele De Rossi e l’A.S. Roma si conclude a Roma-Parma 2-1 di domenica 26 maggio 2019, a 18 anni dalla conquista dell’ultimo scudetto romano contro gli emiliani e 6 anni dopo la maledetta finale di coppa nazionale…sarà un periodo molto tribolato, in cui il nuovo DS spagnolo Monchi fa arrivare uno dei suoi pupilli da Siviglia, il campione del mondo francese Steven Nzonzi, facendo intendere che De Rossi non é più fra gli intoccabili al pari di ciò che era successo a Totti 2 anni addietro (nel frattempo divenuto dirigente) e la stagione ne risentirà malgrado Frosinone-Roma 2-3 di sabato 23 febbraio 2019 in cui vestirà la fascia di capitano per la gara n.200 e gli ultimi 2 gol fatti (Porto-Roma 3-1 ai supplementari degli ottavi di Champions League e sua ultima sfida nelle coppe datata mercoledì 6 marzo, Sampdoria-Roma 0-1 di sabato 6 aprile) intanto che il conto ci dirà 18+1+4 presenze (il numero più basso dal 2003/04 anche a causa di tanti infortuni) da aggiungere a Roma-Lazio 3-1 del 29 settembre 2018 ma seguita da Lazio-Roma 3-0 del 2 marzo 2019, ultimo derby giocato e perso; proprio il 7 marzo Ranieri era tornato dopo 8 anni per sostituire l’esonerato Di Francesco e la sera di Roma-Parma gli applausi saranno anche per lui dato che i romanisti non hanno mai dimenticato le emozioni che Ranieri con De Rossi e Totti avevano regalato in quella fantastica annata 2009/10, oltre al commovente saluto di De Rossi alla Curva Sud, che gli dedicherà striscioni toccanti come “OGNI CARTELLINO, GOMITATA, SCIVOLATA…TU IN CAMPO COME NOI DIETRO LA VETRATA”…chi c’era in quella serata fredda e piovosa malgrado fosse maggio sapeva bene che “DDR” non si sarebbe ritirato malgrado l’addio con una società che non lo aveva neanche avvertito di non averlo più fra i piani dopo mesi di silenzio (versione ufficiale diffusa dai più) ma la sensazione era che stava realmente finendo l’epoca delle bandiere del calcio mondiale anche più di quanto non fosse successo con Totti stesso e tutti coloro che amarono il calcio più romantico di sempre, oltre al signorile modo di quella generazione benedetta dalle divinità del pallone, sentirono scendere le lacrime pure da avversari capendo che 18 anni della loro vita se ne stavano andando via del tutto intanto che “Danielino” chiudeva il suo rapporto con la squadra per cui aveva sempre tifato vantando 616 presenze (459+55+98) dietro solo a suo “fratello” Francesco, pur al netto di ben 13 espulsioni (molte delle quali per gesti proibiti o di reazione tipo le proteste ad indirizzo del direttore di gara Tagliavento in Roma-Udinese 1-1 del 2009, la gomitata in faccia ad un giocatore del Bari nel 2011, il pugno in faccia a Mauri nel 2012, un’entrata durissima su Chiellini in Juventus-Roma 3-0 del 5 gennaio 2014, il pugno in faccia Lapadula in Genoa-Roma 1-1 del 26 novembre 2017 per dirne solo alcuni)…a giugno saluterà anche Totti per problemi con la società (tempo dopo si riverbereranno inquietanti riflessi in merito al modo di lavorare della cordata statunitense facente capo a Pallotta) e la fascia di capitano passerà sul braccio di Alessandro Florenzi prima di Lorenzo Pellegrini (entrambi cresciuti nel mito forse più di Daniele che di “Checco”), inoltre realizzerà 63 reti (43+5+13+2) firmando 2 derby su 30 giocati (14 vinti, 8 pareggiati, 8 persi) fra cui 6 disputati da capitano.

Pochi mesi al Boca Juniors e il ritiro

Il 26 luglio 2019, a 36 anni, firma un contratto annuale col Boca Juniors (squadra argentina di cui ha sempre detto di ammirare spirito e tifoseria, da cui rimane affascinato già dalla durezza dei compagni al primo allenamento oltre a farsi amare e rispettare dalla frangia più estrema della curva, la “Doce” alla vigilia del sentitissimo derby con il River Plate da giocare in casa). Il 13 agosto fa il suo debutto e segna in occasione della sfida di Coppa Argentina contro l’Almagro (squadra della serie cadetta nazionale), terminata 1-1 e poi persa ai rigori 1-3. Debutta nella Primera Divisiòn il 19 agosto successivo, disputando per intero il match contro l’Aldosivi. Il 6 gennaio 2020, dopo appena 6 mesi, annuncia l’addio al club e il ritiro dall’attività agonistica al netto di un bilancio di 5+1+1 apparizioni condite dal solo gol all’esordio.

La Nazionale

Ad oggi De Rossi risulta essere il quarto azzurro più presente di sempre con la divisa della nazionale alle spalle di monumenti come Buffon con Cannavaro e Maldini, maglia con cui ha collezionato 117 presenze sotto la guida di 6 commissari tecnici diversi, con cui raggiungerà pure quota 21 reti. Debutterà con l’Under-19 in Italia-Bielorussia 2-0 del 20 novembre 2001, neanche un mese dopo l’esordio fra i professionisti mettendo insieme 3 gare mentre arriverà in Under-20, con cui giocherà 4 volte, esordendo il 27 marzo 2002 in un Italia-Svizzera 4-0. Con l’Under-21 di Claudio Gentile il rapporto sarà più duraturo comprendendo 12 apparizioni oltre a 2 gol nel campionato europeo di categoria vinto nel 2004 e in cui realizzerà 2 timbri contro la Croazia e in finale contro la Serbia e Montenegro prima di disputare l’olimpiade di Atena nel 2004 insieme ad altri futuri campioni del mondo 2006 come Amelia, Barzagli, Pirlo, Gilardino ma stavolta ci si dovrà accontentare della medaglia di bronzo dietro all’Argentina del giovani Tevez e Saviola oltre al Paraguay con il protagonista che scenderà in campo nelle 3 sfide dei gironi oltre alla semifinale persa contro gli argentini. L’esordio in Nazionale A arriva il 4 settembre 2004 nonché alla prima di Marcello Lippi in panchina: a Palermo si gioca Italia-Norvegia 2-1 valida per le qualificazioni ai mondiali di Germania dell’anno dopo con il giocatore che segna anche per la prima volta in azzurro diventando uno dei fedelissimi dell’allenatore viareggino e nell’amichevole Italia-Islanda 0-0 del 30 marzo 2005 a Padova ecco la prima volta da capitano dell’Italia malgrado la giovanissima età (22 anni da compiere 4 mesi dopo); ai mondiali del 2006 ci sono lui con Totti e Perrotta a rappresentare la Roma in un torneo in cui gli azzurri partiranno fra le polemiche a causa dell’inchiesta di “Calciopoli” che aveva messo a soqquadro il mondo del pallone portando l’opinione pubblica chiedere la testa di tutti in federazione e sul campo ma alla fine Lippi resta al suo posot malgrado su figlio fosse coinvolto come dirigente e l’allenatore seleziona anche De Rossi come titolare nel 4-3-1-2 per la gara d’esordio col Ghana ad Hannover di lunedì 12 giugno 2006 e chiusa 2-0 per i nostri…Perrotta a sinistra con Pirlo davanti alla difesa e il reduce da un infortunio Totti completano un rombo di centrocampo fra i migliori della competizione ma il debutto di “DDR” é poco più che sufficiente, visto che si farà ammonire per primo e rischierà 2 volte l’intervento in area sull’attaccante africano Asamoah-Gyan; nella seconda sfida, quella di di sabato 17 giugno, l’Italia si trasferisce a Kaiserslautern per fronteggiare gli Stati Uniti in una gara che potrebbe già darci la qualificazione in caso di vittoria, ma invece finisce 1-1 e De Rossi si fa anche espelle al 26′ del primo tempo per una gomitata involontaria ma violenta in faccia al centravanti statunitense Mc Bride…un errore pagato caro e che costerà al giocatore 4 giornate di squalifica (inizialmente si temettero 5 turni di stop e torneo finito) con la speranza di poter rigiocare solo nell’eventuale finale vedendo una terribile analogia con lo sputo di Totti a Poulsen di 2 anni addietro agli europei portoghesi in cui si era usciti ai gironi (lì furono sempre 4 le partite di squalifica ma con sei turni in totale) ma qui avrà un ruolo chiave Totti con Lippi, i quali convinceranno il più giovane del gruppo a restare e dare il massimo malgrado gli attacchi subiti più dalla stampa italiana che straniera (addirittura De Rossi stesso, al programma RAI “Sfide” nel 2009, parlerà di aver letto, in quei giorni, cause relative a una sua infanzia disagiata, problemi sociali e della sua famiglia di cui nemmeno lui era a conoscenza…) continuando un’avventura che si concluderà con la vittoria del quarto mondiale vinto dall’Italia la notte di domenica 9 luglio 2006 a Berlino contro la Francia per 5-3 ai rigori dopo l’1-1 maturato sul campo e in cui Daniele entrerà al 61′ per sostituire Perrotta ma facendo annullare il 2-1 di Toni pochi secondi dopo a causa di un fuorigioco suo su punizione di Grosso prima di realizzare il terzo tiro dagli 11 metri della serie conclusiva coronando il sogno di entrare fra gli immortali di questo sport insieme agli amici di una vita Francesco e Simone ma senza dimenticare tutti coloro con cui era stato ad Atene nel 2004 (sulla nostra strada erano state spazzate via Repubblica Ceca per 2-0, Australia per 1-0, Ucraina per 3-0 e Germania padrona di casa ai supplementari per 2-0). Lippi, coerente fino in fondo, rassegna le dimissioni l’11 luglio e Roberto Donadoni prende il suo posto affidando la maglia n.10 al protagonista visto l’addio anche di Totti in modo da responsabilizzarlo fra i titolari del centrocampo precedendo la prima gara da capitano, ovvero Italia-Sudafrica 2-0 a Siena del 17 ottobre 2007 in un periodo di assoluta affidabilità nel quale viene trattato come uno degli effettivi più importanti per l’europeo in Austria e Svizzera del 2008, a cui andrà insieme a Panucci, Perrotta, Aquilani ma non riesce a ripetere l’impresa del 2006, visto che salta l’esordio con l’Olanda, contro i francesi all’ultima giornata decisiva per eliminare ai gironi chi perde, segna il suo primo gol in tale manifestazione (2-0 per noi unica vittoria del nostro torneo oltre al rovescio 3-0 con gli olandesi, l’1-1 con la Romania) e sbaglia uno dei 2 rigori decisivi insieme a Di Natale che ci condannano nei quarti contro la Spagna futura vincitrice pur togliendosi lo sfizio di essere nominato “uomo partita” con i transalpini. Il 10 settembre 2008 ecco la prima doppietta con la maglia del paese: si gioca Italia-Georgia 2-0 per le qualificazioni ai mondiali sudafricani del 2010 (sarà pure l’unica doppietta) e nell’estate 2009 ecco l’appuntamento della prima Confederations Cup giocata dai nostri, in qualità di campioni del mondo dopo il ritorno di Lippi…De Rossi é il faro del centrocampo assieme a Pirlo e Gattuso ma riesce a segnare solo nella rimonta per 3-1 contro gli USA, proprio contro coloro che lo videro espulso 3 anni addietro divenendo ancora “man of the match”, non riuscendo a trascinare la squadra oltre la fase a gruppi (verremo fatti fuori insieme all’Egitto proprio per mano di Brasile e USA ma solo per differenza reti dietro agli americani). Nell’estate del 2010, dopo una stagione assai emozionante e faticosa, arriva il mondiale in Sudafrica, altra competizione disgraziata in cui De Rossi sarà l’unico romanista convocato dall’Italia ma in cui raggiungerà Totti a 9 gol come i romanisti a segno più volte con tale casacca proprio all’esordio per 1-1 con il Paraguay sotto il diluvio di Città del Capo, nella seconda partita é sempre lui a procurarsi il rigore segnato da Iaquinta con cui pareggiamo 1-1 contro la Nuova Zelanda a Nelspruit ma alla fine perderemo 3-2 con la Slovacchia debuttante a Johannesburg abdicando nel modo peggiore al trono di campioni e nonostante un’altra ottima prova della cerniera Pirlo-De Rossi a cui si aggiungerà il rifinitore della Fiorentina Riccardo Montolivo. Il 10 agosto 20101 ecco ancora la fascia di capitano in occasione di Italia-Costa d’Avorio 0-1 a Londra, prima gara di Cesare Prandelli a dirigere mentre il 3 settembre 2011 arriva il sorpasso a Totti come romanista più presente di sempre in azzurro proprio in occasione della rimonta per 1-2 in casa dell’Estonia, valevole per l’accesso agli europei 2012 in Ucraina e Polonia prima che il 7 settembre arrivi anche il decimo gol, che ne fa il giallorosso a segno più volte col a squadra di Coverciano. Ad “Euro 2012”, a cui si presenta insieme all’attaccante Fabio Borini come unici romanisti del gruppo, la situazione é molto tesa visto che, come nel 2006, é appena scoppiato l’ennesimo scandalo italiano del calcio-scommesse e le quotazioni dei nostri sono bassissime, sapendo che nei gironi ci aspetta la Spagna campione del mondo e d’Europa in carica insieme alla nostra “bestia nera”, ovvero la Croazia (contro cui Daniele aveva segnato il suo primo gol in assoluto con l’Italia 8 anni addietro) e la matricola Irlanda…proprio contro Spagna e Croazia De Rossi é costretto a giocare da libero insieme agli juventini Chiellini e Bonucci in un 3-5-2 completato da Buffon alle loro spalle a causa dell’infortunio di Barzagli e, se nel 2006 eravamo forti ma puntavamo sui singoli, stavolta questa sarà una delle compagini con il miglior gioco mai visto in epoca recente dalle nostre parti; De Rossi riprenderà il suo ruolo di centrocampo a partire da Italia-Irlanda 2-0 (doppio 1-1 nei precedenti impegni), decisiva per farci passare da secondi a danno degli slavi e con un 4-4-2 sempre a “rombo” in cui Pirlo é il cervello del gioco, De Rossi con Claudio Marchisio sono le mezz’ali che fungono anche da mediani intanto che Montolivo rifinisce per le punte Cassano e Balotelli…sarà un cammino entusiasmante che ci porterà fino alla finale di Kiev di domenica 1° luglio 2012 superando l’Inghilterra nei quarti per 4-2 dal dischetto scacciando definitivamente i fantasmi di Vienna nell’edizione trascorsa, batteremo la Germania 2-1 in semifinale ma cederemo all’ultimo atto contro gli iberici per 4-0 con “Danielino” che sarà gestito per tutta la manifestazione alternandosi con Thiago Motta (fresco di doppio passaporto italo-brasiliano) alimentando dei grossi rimpianti per un’estate che sarebbe potuta finire in modo molto diverso soprattutto a causa di alcuni errori di formazione da parte di Prandelli (4 anni prima la sfortuna ci aveva girato le spalle, stavolta toccherà a noi farci male da soli) ma De Rossi comparirà ugualmente nel team del torneo assieme a Buffon, Pirlo, Balotelli (con i primi 2 aveva anche condiviso la gioia tedesca nel 2006). A giugno 2013 arriva la convocazione per la Confederations Cup in Brasile, l’ultima che giocheranno i nostri, a cui si arriva grazie al titolo di vice-campioni d’Europa (gli spagnoli avevano il doppio diritto di partecipare avendo vinto mondiale ed europeo e il secondo posto per il “vecchio continente” scala a noi)…anche qui vedremo una nazionale che si farà rispettare con tutti battendo 2-1 il Messico e 4-3 il Giappone con rimonta avviata proprio dal nostro eroe, che con tale gioia raggiungerà i 15 gol superando mostri sacri come Giovanni Ferrari e Gianni Rivera oltre ad eguagliare Adolfo Baloncieri ma pure qui finirà male per mano dei maledetti iberici: giungeremo secondi dietro ai padroni di casa carioca perdendo lo scontro diretto 4-2 e in semifinale cadremo 7-6 contro le “furie rosse” ancora ai rigori dovendoci accontentare del bronzo dopo aver superato 4-2 (2-2 sul campo) l’Uruguay nella finale di consolazione. Ai mondiali 2014, che nessuno lo sa ancora, ma saranno gli ultimi per lui, De Rossi viene scelto ancora per giocare titolare assieme a molti del collettivo del biennio precedente (solo Aquilani, tornato in Italia nel 2012 per giocare alla Fiorentina, si tirerà indietro all’ultimo per un infortunio): vinceremo 2-1 con l’Inghilterra a Manaus ma le successive sconfitte per 1-0 contro Costarica a Recife e Uruguay a Natal il 24 giugno (4 anni esatti dopo Slovacchia-Italia 3-2…neanche fosse un segno) sentenzieranno la seconda uscita dalla coppa del mondo al primo turno (non accadeva dal 1974 e 2 volte consecutive non succedeva dal 1962-66) con conseguente licenziamento di Prandelli in favore di Antonio Conte. Conte debutta il 4 settembre 2014 in Italia-Olanda 2-0 a Bari con De Rossi ancora capitano, che raddoppierà su rigore siglando il centesimo timbro dei romanisti in nazionale…in Italia-Croazia 1-1 del 16 novembre 2016 giunge la presenza n.100 con l’Italia ma le brutte notizie arriveranno il 6 settembre 2015, quando viene espulso per la seconda ed ultima volta in Italia-Bulgaria 2-0 per un fallo di reazione su Micanski. Insieme ad Alessandro Florenzi si partecipa anche all’europeo in Francia del 2016, il primo a 24 squadre, dove “DDR” sarà titolare nell’esordio trionfale chiuso 2-0 col Belgio strafavorito e nella risicata vittoria 1-0 negli ultimi minuti con la Svezia…il nostro mediano sarà impeccabile sia su Witsel che su Ibrahimovic dimostrando che i suoi 32 anni non facevano ancora molta differenza ma dopo aver saltato la sconfitta 0-1 con gli irlandesi per scelta tecnica, nell’ottavo di finale di sabato 27 giugno a ecco l’infortunio muscolare che pone termine al suo torneo nella mitica vittoria 2-0 ancora con gli spagnoli campioni in carica: nei quarti di finale, complice la squalifica di Motta, ammonito sempre agli ottavi, l’Italia sfida la Germania campione del mondo a Bordeaux costringendola fino al nono rigore ma alla fine esultano i teutonici per 7-6 dopo l’1-1 sul terreno di gioco e sono molti in Italia a pensare che con De Rossi in campo quella partita sarebbe terminata in modo diverso aprendo ai nostri la porta della semifinale contro i padroni di casa nonché futuri campioni del mondo francesi per poi misurarsi con i portoghesi all’ultimo atto e restare nella storia con una delle selezioni più scarse di sempre ma fra le più affiatate che si siano mai viste. A Italia-Spagna 1-1 del 6 ottobre 2016, valevole per la qualificazione a “Russia 2018” e con il nuovo allenatore Giampiero Ventura, Daniele viene premiato dalla UEFA per aver raggiunto le 100 partite con il suo paese mentre il 7 giugno 2017 arriva a 113 apparizioni segnando il suo ventunesimo ed ultimo gol in Italia-Uruguay 3-0, nella quale scavalca Dino Zoff e Paolo Rossi nella graduatoria dei più presenti di sempre. Il 10 novembre 2017 disputa la sua ultima sfida in azzurro in occasione dell’andata dei playoff mondiali contro la Svezia deviando il decisivo tiro nell’1-0 finale per gli avversari mentre nello 0-0 del ritorno fissato il 13 novembre e che ci vede mancare un mondiale per la prima volta dal 1958 rimane in panchina discutendo anche con un dirigente che gli aveva detto di entrare per conto di Ventura (verrà ripreso dalle telecamere RAI mentre dice chiaramente: <<MA CHE MI FATE ENTRARE A FARE? IO SONO CENTROCAMPISTA E DOBBIAMO VINCERE, FATE ENTRARE GLI ATTACCANTI COME INSIGNE, NO?>> per poi annunciare l’addio alla maglia azzurra nel post-match dopo, appunto, 13 anni e 117 gettoni oltre a 21 reti.

Fuori dal campo

Dopo 1,5 anni fuori dai radar a godersi la famiglia, il 18 marzo 2021 inizia a lavorare nella nazionale italiana come uno degli assistenti del CT Roberto Mancini in vista dei successivi europei da disputare in tutta Europa e rinviata dal 2020 a causa della pandemia del Covid-19. Ritrova diversi ex compagni e si fa subito amare da tutto il gruppo azzurro, partecipando alla vittoria del torneo, diventando campione d’Europa la sera di domenica 12 luglio 2021 dopo la vittoria ai rigori per 3-2 dopo l’1-1 maturato sul campo in rimonta in casa dell’Inghilterra e del Mondo come il team manager Gabriele Oriali ma appena un mese dopo lascia il posto scegliendo di restare a Coverciano per avviarsi al corso allenatori ma sarà un periodo breve: a novembre torna come assistente tecnico delle nazionali giovanili maschili dall’Under-15 all’Under-20 per poi riaggregarsi a Mancini nel gennaio 2022. Ha vissuto un’intera carriera all’ombra di campioni come Totti nella Roma e Pirlo nell’Italia (si scoprirà tempo dopo che nella famosa estate del 2011 anche lo stesso Pirlo doveva arrivare alla Roma per ricomporre il centrocampo a rombo dell’inizio mondiale 2006 avendo gente come Pjanic, Pizarro, Gago in panchina e non ci arrivò per problemi con la società virando sulla Juventus dopo aver lasciato il Milan campione d’Italia…ma all’opinione pubblica si lasciano tanti pensieri su come interpretare mancate operazioni come questa) guadagnandosi e convivendo con il soprannome pesante di “capitan futuro” sempre con grande dignità e silenzio arrivando a quasi 36 anni con ancora tanto da dimostrare almeno per tanti scettici, ha mantenuto sempre la titolarità giocando solo nelle squadre della sua vita tranne in piccole parentesi malgrado l’ostinato corteggiamento di Mancini nel 2012 che lo voleva portare Manchester nel momento più alto della sua carriera…si é spesso lasciato andare a momenti di intemperanza dimostrandosi, però, sempre un amico leale e un leader vero nella vita per tutti i suoi colleghi e davanti alle telecamere oltre a restare nella storia del calcio entrandovi dalla porta principale nonostante non abbia vinto i trofei più importanti con la “sua” Roma (é stato uno dei capitani meno vincenti nonostante lui, ai trionfi, gli sia andato vicino più di una volta), su di lui non c’é più nulla da dire oltre al fatto che ha partecipato a diversi spot di Unicredit, Pringless, Adidas, Linkem, Gillette guadagnandosi anche la scena dal punto di vista pubblicitario come pure televisivo (recitò in una puntata della seconda stagione della fiction “I Cesaroni” in onda su Canale 5 il 14 marzo 2008 interpretando sé stesso assieme a diversi compagni) ma va ribadito una volta di più che stiamo parlando di Daniele De Rossi, o più semplicemente, “Capitan Futuro”.

Il palmares

ROMA= 2 Coppe Italia: 2006/07, 2007/08;

1 Supercoppa Italia: 2007;

ITALIA= Campionato Europeo Under-21: Germania 2004;

Bronzo Olimpico: Atene 2004;

Campionato mondiale: Germania 2006.

INDIVIDUALE= Oscar del calcio AIC

Miglior calciatore giovane: 2006;

Miglior calciatore italiano: 2009;

Team of the Tournament del campionato d’Europa Polonia-Ucraina 2012;

Premio Bulgarelli Number 8: 2018.

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