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GENOVA – Siamo a fine settembre 1982: l’Italia si sta ancora godendo il mondiale conquistato l’11/7 scorso contro la GermaniaOvest a Madrid e, mentre vengono proiettati nel nostro paese i primi 2 film della saga di “Rocky Balboa” con protagonista Sylvester Stallone, la Serie A vive la sua III° giornata ponendo il I° Sampdoria-Roma dopo 5 stagioni sapendo che sia i genovesi, sia i romani, sono a punteggio pieno con 4/4 punti ottenuti nell’epoca del I° torneo con 2 stranieri tesserabili (fino al 1980 le frontiere erano chiuse da 14anni e l’anno passato si poteva prendere 1 solo giocatore non italiano)…nel nostro caso abbiamo li abbiamo tutti e 4 disponibili: Brady, Francis e Falcao, Prohaska fra cui l’irlandese e il brasiliano a ricoprire i ruoli di metronomi.

I presidenti Mantovani e Viola osservano compiaciuti, fra i 40.000 del “Luigi Ferraris”, il lavoro di Ulivieri con Liedholm oltre a fare attenzione all’operato di Barbaresco (arbitro fra i più esperti). 

Fatta eccezione per Ancelotti (ancora convalescente dal gravissimo infortunio al ginocchio della stagione precedente), rimpiazzato da Nappi con mutazione del modulo di base verso un 4-5-1 avente Pruzzo unico terminale offensivo, tutti i titolari scendono in campo pronti a darsi battaglia pure se l’andamento porterà a degli schieramenti molto più prudenti nel finale soprattutto per i padroni di casa:

[Bistazzoni;

Guerrini-Bonetti-Pellegrini (cap.)-Ferroni;

Casagrande-Bellotto-Brady-Scanziani;

Francis (42° Chiorri)-Mancini (82° Maggiora)]

contro

[Tancredi;

Nappi-Vierchowod-DiBartolomei (cap.)-Maldera;

Conti (77° Iorio)-Falcao-Prohaska-Valigi-Nela;

Pruzzo].

Liedholm sarà chiaro da subito: solo Vierchowod non deve MAI salire nelle azioni offensive poiché DiBartolomei (appena inventato nel ruolo di centrale difensivo) non è molto veloce e trovarsi a dover fronteggiare i 2 attaccanti avversari equivarrebbe a mandarlo al massacro…come tutte le profezie già annunciate, quando corre il 34° giro di lancetta Pellegrini rilancia un pallone lungo su Mancini che, senza pensarci, riesce a superare in velocità il capitano giallorosso trafiggendo Tancredi in uscita riuscendo a far leva sul fatto che tutto il reparto fosse fuori posizione. Poco dopo l’infortunio di Francis, rimpiazzato da Chiorri al 42°, l’arbitro fischia la fine della frazione facendo rendere conto tutti che non si sta vedendo la solita Roma…

Quando il pallone riprende a rotolare i capitolini cercano di piazzare l’assedio sfruttando le accelerazioni sugli esterni di Conti e Nela unite a un maggiore numero di inserimenti filtranti di Falcao ma la difesa blucerchiata fa ottima guardia riuscendo a limitare i danni a corner inconcludenti o punizioni deviate in angolo da parte di Bistazzoni su DiBartolomei e Maldera…l’allenatore svedese prova a giocarsi tutto gettando Iorio nella mischia nell’ultimo quarto d’ora al posto di “Brunetto” (unico nazionale in campo assieme a Vierchowod) ma la situazione non cambia più neanche con l’abbassamento del baricentro sampdoriano con il nuovo 5-4-1 causa l’innesto dell’ex Maggiora per il match-winner.

A fine gara i neo-promossi si godono un’insperatissima vetta mentre gli ospiti tornano mestamente negli spogliatoi prendendo per buono il fatto di non essersi arresi mai ma consapevoli di dover fare un’ulteriore passo avanti nella mentalità per poter lottare ai massimi livelli…

A maggio seguente la Samp si adagerà su un buon VII° posto dovendo far fronte a un’eliminazione molto precoce nel girone estivo di Coppa Italia a favore di Ascoli, Varese…la Roma, dal canto suo, tornerà a Genova contro il Genoa per conquistare il suo II° scudetto con 1 giornata d’anticipo accettando pure di mandare giù gli amari bocconi delle eliminazioni nei quarti di Coppa Italia e Uefa contro i futuri vincitori della Juventus e finalisti del Benfica.

Sampdoria-Roma iniziava proprio quel giorno la sua epoca più nostalgica e gloriosa…vedremo il futuro che tappe ci farà ripercorrere.

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