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VERONA – Il suicidio perfetto; questo è quello che è andato in onda al Bentegodi di Verona, per la squadra giallorossa. Difronte agli uomini di Zanetti reduci da sei sconfitte su sette partite, la Roma è riuscita nell’impresa di subire 3 gol, vanificando una prestazione tutto sommato nemmeno tanto negativa dal punto di vista del gioco. Dopo un buon inizio giallorosso Zalewski decide di confezionare il primo regalo agli scaligeri consegnando a Tengstedt un pallone comodo comodo da spingere in rete solo davanti a Svilar. Il passaggio in orizzontale del polacco è una cosa da ufficio inchieste. La Roma sotto senza subire tiri in porta, reagisce con Soulè che prima si pappa un gol a porta praticamente sguarnita calciando alto un rigore in movimento, poi pareggia di tacco con assist stavolta buono di Zalewski. Passano 6’ e altra frittata in area giallorossa: Magnani di testa realizza buttando per terra sia Ndicka che Dovbyk. Per Marcenaro e i bamboccetti del Var tutto regolare e Hellas di nuovo avanti. Si va al riposo sul 2-1 con Juric che decide di non modificare nulla della formazione iniziale. All’inizio della ripresa la Roma spinge per riprenderla, mettendo sovente alle corde il Verona che vacilla ed alla fine crolla: Kone (il migliore dei suoi) strappa in posizione centrale, apre per Celik il cui assist coglie preparato Artem Dovbyk che anticipa Coppola e mette dentro, 2-2. La Roma dà l’impressione di poterla vincere ed è qui che arrivano le cervellotiche sostituzioni di Juric: fuori in successione Le Fee, Zalewski, Soulè, Dovbyk e Kone e Roma che esce completamente dal match. Pellegrini continua girovagare senza senso per il campo, mentre l’ingresso tra gli altri di Cristante e Paredes, fa perdere passo e dinamicità alla Roma. Conclusione: contropiede di Mosquera, N’Dicka non commette fallo ma accompagna l’avversario per 20 metri, palla per Harroui che prende la mira e batte Svilar. 3-2 e tutti a casa. Nei 5’ di recupero concessi Dybala chiama Montipó al primo vero intervento della partita e Marcenaro manda tutti sotto la doccia. La Roma sconfitta ancora si lecca le ferite aspettando decisioni che la società ancora una volta assente probabilmente non prenderà mai.