TORINO – Siamo nella primavera del 1998: il calcio italiano domina da 10 anni in Europa e oltre, la Dreamworks proietta al cinema “Il principe d’Egitto”, Ricky Martin compone “La copa de la vida” come inno per il mondiale in Francia che si disputerà fra poco più di un mese.
È stata una stagione durissima per i club di casa nostra, chiamati a confermare le performance di un decennio nel campionato più bello del mondo e con i giocatori migliori a popolarlo seppur con tante polemiche a livello arbitrale (come da perfetto costume italiano).
È il 26/4/1998 e si gioca Juventus-Inter, scontro diretto fra le prime della classe con 3 gare ancora da giocare dopo ma abbastanza agevoli per entrambe: la graduatoria recita «Juventus 65, Inter 64» e la vigilia è stata scaldata già da alcuni riferimenti dei dirigenti nerazzurri per alcuni, secondo loro, favori ricevuti dai bianconeri nelle gare precedenti; la risposta non si farà attendere e inviterà a lasciare i veleni fuori dal campo godendosi quella che è «come una finale scudetto, più di una finale di coppa» secondo il telecronista Massimo Marianella a Tele+.
I presidenti sono Chiusano e Moratti, i dirigenti principali si chiamano Prisco e Moggi, ad allenare troviamo Lippi e Simoni, i capitani corrispondono a Del Piero e Zanetti, i candidati al pallone d’oro sono Zidane e Ronaldo; entrambe sono impegnate sul doppio fronte: lotta-scudetto e finale europea (Champions per i piemontesi e Uefa per i lombardi in un derby tutto italiano con la Lazio).
I 2 allenatori sono molto attenti alla tattica ma non rinunciano mai ad attaccare: 3-4-1-2 da un lato e 3-5-1-1 dall’altro, i nazionali italiani di casa sono solo 4 (Pessotto, Torricelli, Inzaghi, “capitan Alex”) mentre gli ospiti dispongono di 2 uomini (Pagliuca, Moriero con Bergomi assente) senza dimenticare gli stranieri tipo Deschamps, Davids contrapposti a Winter, Simeone, Djorkaeff…tutti futuri partecipanti a “Francia 1998”.
Il “Delle Alpi” registra il tutto esaurito con 50.000 tessere vendute ma lo spettacolo non renderà giustizia alla cornice: i falli si susseguono a ripetizione e la qualità del gioco ne risente da subito…al 21° i padroni di casa passano in vantaggio con il “pinturicchio ” (soprannome di Gianni Agnelli per Del Piero) che rientra sul destro da sinistra e insacca con un tiro a giro rasoterra sul secondo palo da dentro l’area; l’Inter si trova ora nella situazione peggiore poiché deve rincorrere anche nel risultato oltre che in classifica ma si gioca poco e si picchia molto: Davids con Iuliano vengono ammoniti da Ceccarini e all’intervallo il risultato è ancora 1-0.
Alla ripresa del gioco succede il patatrac con i milanesi che provano a piazzare l’assedio ma senza pungere più di tanto con i 2 terminali offensivi abbastanza arrugginiti in fase realizzativa; Zamorano, Ze’ Elias e Birindelli, Conte rilevano Moriero, Winter e Montero, Inzaghi traducendo segnali ben chiari: Lippi vuole contrattaccare mentre Simoni si gioca il tutto per tutto ma al 72° ecco l’episodio che incendia il clima…Ronaldo e Zamorano riescono confusamente ad arrivare in area avversaria ma proprio il “Fenomeno” viene buttato a terra da Iuliano che gli frana addosso di schianto e Ceccarini lascia giocare (incredibilmente) fra le proteste ospiti, sul ribaltone decreta, invece, il penalty di West su Zidane che non pare evidente…a quel punto i giocatori nerazzurri lo accerchiano portando Pagliuca ad essere ammonito mentre Simoni viene espulso dopo aver ripetuto all’arbitro di vergognarsi. Dal dischetto il “10” dei sabaudi si vede respingere il tiro dal portiere e da quel momento non ci sarà nulla aggiungere apparte 2 tiri svirgolati del centravanti brasiliano, l’espulsione di Ze’ Elias al 79° giro di orologio per gomitata in faccia a Davids, l’ingresso di Pecchia proprio per l’olandese, i cartellini gialli rimediati proprio dal neo-entrato insieme a Simeone e Zamorano.
Al fischio di chiusura lo stadio ribolle di gioia mentre gli ospiti fanno “il diavolo a 4” negli spogliatoi inseguendo il direttore di gara riempiendolo reiteratamente di male parole per una gara che gli consegna l’aumento del divario da -1 a -4.
Le polemiche sono talmente roventi che scoppierà una rissa alla Camera dei Deputati, fioccheranno le interrogazioni parlamentari, si rischia una crisi istituzionale ai vertici della Federcalcio e nelle ultime giornate non si parlerà d’altro su tutti i campi.
A fine anno la Juventus festeggerà il III° tricolore in 4 anni consolandosi così della finale di coppa persa con il Real Madrid (seconda consecutiva su 3 giocate in 3 anni) mentre l’Inter si godrà la III° coppa Uefa in 7 stagioni pur rammaricandosi per uno scudetto che, sicuramente, prestò il fianco a moltissimi dubbi dal punto di vista “chimico” e federale pensando ai vincitori…dubbi che 8 anni dopo sarebbero stati affrontati in maniera particolare, ma questa è un’altra storia.