TORINO – Siamo in pieno inverno 1984 quando il calcio italiano sta cercando di rialzarsi rapidamente dall’eliminazione nelle qualificazioni ai campionati europei da disputarsi in Francia nella prossima estate: gli azzurri sono andati fuori, da campioni del mondo in carica, giungendo quarti e al penultimo posto di un girone composto da Romania, Svezia, Cecoslovacchia, Cipro (i rumeni si piazzeranno ultimi nel gruppo B in seguito a Spagna, Portogallo, Germania Ovest: erano ancora gli europei a 8 squadre con gironi, semifinali e finale ma i primi senza finalina di consolazione).
Si ricomincia a carburare
Per la giornata n.19 di Serie A (la quarta di ritorno) vediamo tutte le 8 gare alle 15 nell’epoca dei 2 stranieri per ogni club ma con un bilancio decisamente non buono nelle coppe: in Coppa UEFA il Verona é uscito dinanzi allo Sturm Graz nei sedicesimi mentre l’Inter ha ceduto all’Austria Vienna negli ottavi…sono rimaste solo la Roma in Coppa dei Campioni da esordiente e che a marzo fronteggerà la Dinamo Berlino nei quarti mentre la Juventus ci rappresenta in Coppa delle Coppe (alla terza partecipazione) vedendo all’orizzonte i finlandesi dell’Haka Valkeakoski sempre ai quarti previsti ad inizio marzo. La classifica prima di scendere in campo ci dice Juventus 26 punti; Torino 24; Fiorentina 23; Roma, Udinese, Verona 22; Milan, Sampdoria 20; Inter 19; Ascoli 17; Napoli 15; Lazio, Pisa 13; Avellino, Genoa 12; Catania 8…interessante pure il quadro delle gare previste, il quale riguarda Juventus-Lazio prima di tutte per poi proseguire con Roma-Torino 2-1 (28′ Maldera; 31′ Dossena; 83′ Pruzzo), Fiorentina-Sampdoria 3-0 (19′ Antognoni, 59′ Oriali, 73′ Pecci), Verona-Udinese 2-1 (13′ aut. Edinho; 53′ rig. Zico, 80′ Guidetti), Catania-Milan 1-1 (4′ Carotti; 38′ Bilardi), Inter-Ascoli 0-0, Avellino-Napoli 1-0 (6′ Diaz), Genoa-Pisa 0-0.
Tanta differenza in campo e vari nazionali
La cornice del “Comunale” di Torino, al primo scontro fra juventini e laziali dal 1980 data la retrocessione per illecito sportivo dei romani proprio allora, vede 35.000 spettatori fra cui almeno 5000 ospiti assiepati nella curva che é normalmente del Torino nei derby…sia i fratelli Gianni e Umberto Agnelli presenziano assieme al presidente di casa Giampiero Boniperti oltre all’ex bandiera biancoceleste divenuta patron Giorgio Chinaglia (subentrato a Casoni in estate); sul campo invece ecco un 4-4-2 molto tradizionale come quello adoperato da Giovanni Trapattoni, che può permettersi di contare su tutti i suoi migliori ad eccezione dei mediani Tavola-Koetting, fuori per carenza di posti disponibili mentre Paolo Carosi (subentrato a Juan Carlos Morrone lo scorso 11 dicembre 1983 dopo Napoli-Lazio 3-0 della giornata n.12) deve adoperarsi in ogni modo per sistemare un 5-4-1 orfano di punte di peso dato che bomber Giordano si é rotto la gamba ad Ascoli il 31 dicembre e dovrà stare fuori fino a fine anno, il centrocampista Marini é squalificato e il difensore Della Martire é fuori per scelta tecnica. Ben 5 i padroni di casa in odor di nazionale ma reduci anche dall’eliminazione precoce: Cabrini, Gentile, capitan Scirea, Tardelli, Rossi (tutti presenti nel vittorioso mondiale del 1982 in Spagna) mentre i giovani Tacconi, Caricola, Vignola e Orsi si stanno facendo notare in U21 al netto di chi come Furino (che si ritirerà a fine anno con 8 scudetti vinti, record poi strappatogli da Buffon nel 2018 con 9 affermazioni) o D’Amico, capitan Manfredonia ha già chiuso ogni rapporto con la rappresentativa di Bearzot (il primo c’era solo ai mondiali del 1970 e faceva la riserva, il secondo non ha mai giocato tornei internazionali, il terzo ha salutato dopo “Argentina 1978”); discorso diverso per gli stranieri, visto che il brasiliano Batista ha già dato l’addio ai carioca nel giugno 1983, il sammarinese Bonini non ha ancora esordito in nazionale maggiore, il polacco Boniek saluterà nelle qualificazioni degli europei dietro al Portogallo semifinalista seguito da Unione Sovietica e Finlandia…chi si toglierà le soddisfazioni maggiori a giugno saranno il danese Laudrup, eliminato in semifinale dalla Spagna ai rigori per 1-1 e poi 4-5 dal dischetto mentre il francese Platini futuro “Pallone d’Oro” nonché capocannoniere del torneo da vincitore con i padroni di casa a danno degli spagnoli per 2-0 (sarà il secondo europeo vinto dai transalpini e “Le Roi” realizzerà 9 firme: triplette contro Belgio e Jugoslavia, gol con Danimarca, Portogallo e Spagna…ad oggi record nella storia di una singola edizione). Se la Juventus ha ancora da giocare il ritorno degli ottavi di Coppa Italia il prossimo 22 febbraio avendo per 1-2 in casa all’ultimo minuto col Bari lo scorso mercoledì 8 (finirà 2-2 e i campioni in carica saranno eliminati molto prima del previsto dai futuri semifinalisti sconfitta dai finalisti del Verona), la Lazio é già uscita nei giorni estivi piazzandosi terza a -1 con 5 lunghezze alle spalle proprio della coppia Juventus-Bari (lo scontro diretto si era chiuso 1-1 a Roma mentre all’andata in campionato era terminata 0-1 con gol di Platini stesso).
Solo Juve
Le marcature sono chiare e lineari: Brio-D’Amico, Gentile-Cupini, Cabrini-Laudrup, Bonini-Batista opposti a Podavini-Penzo, Piscedda-Rossi, Filisetti-Boniek, Vinazzani-Platini, Spinozzi-Tardelli…eccezion fatta per i portieri e i 2 capitani nel ruolo di liberi, il copione é quello previsto, ovvero la Juve amministra mentre la Lazio cerca maldestramente di controbattere non avendo le armi per farlo; la prima occasione nasce dai piedi di Platini, che serve Gentile sulla destra ma il cross di quest’ultimo finisce fuori su incornata di Boniek ma al 12′ ecco il vantaggio di casa: Platini scambia con Gentile per poi convergere verso il centro, ottiene il triangolo con Rossi e Boniek esce vincitore dalla mischia trovando la deviazione di destro di Piscedda che spiazza Orsi dicendo 1-0 (unica, purtroppo, firma di Piscedda in stagione oltre che terza ed ultima per i piemontesi dietro a Contratto della Fiorentina e Vianello del Pisa, entrambe nel girone d’andata in occasione di un 3-3 e un 3-1). Altra gran palla recuperata e giocata da Platini, che lancia su Penzo e la sponda di quest’ultimo arriva a Boniek, il quale di interno sinistro incrociato colpisce il primo palo di giornata mentre la Roma va avanti contro il Torino e la Fiorentina mette il naso oltre la Sampdoria tentando di accorciare la classifica…ecco ancora Platini che crossa per Rossi sempre dalla destra (Spinozzi in enorme difficoltà) ma il centravanti incorna verso il montante opposto mentre sulla successiva punizione Cabrini di sinistro rasoterra scheggia il legno sinistro (già centrato da Boniek) ma la saga delle occasioni perse non si ferma finché ancora Cabrini non spedisce sul palo destro grazie ad una bella parata di Orsi un’altra punizione dalla sinistra di Boniek, poi di nuovo Boniek centra il portiere in uscita non riuscendo a far fruttare un rimpallo in area (intanto a Roma il Torino ha pareggiato verso la mezz’ora).
Cambia solo il punteggio ma non l’esito
In avvio di ripresa proteste laziali per un contatto in area: su lancio di Batista, Brio con Tacconi si scontrano e la sfera arriva a Manfredonia, su cui Gentile interviene da dietro ma l’arbitro genovese Pieri (padre di un altro futuro direttore di gara non ché oggi opinionista a “90° Minuto”) non ravvisa gli estremi per un rigore piuttosto evidente…al 58′ cambiano gli ospiti con Piga che entra per D’Amico mettendo una giovane punta di ruolo e al 62′ Bonini lancia Boniek in contropiede, il quale salta Spinozzi prima di essere steso da Podavini in area con conseguente rigore realizzato da Platini incrociando basso di destro malgrado Orsi avesse pure toccato (14+2+2 per il fuoriclasse francese al momento…a giugno saranno 20+3+2 e si laureerà capocannoniere del campionato dopo esserlo già stato alla prima annata nel 1982/83 con 16 segnature); vediamo anche un altro intervento decisivo di Orsi, che su lancio millimetrico di un incessante Platini, riesce a murare a terra in uscita su sinistro di Rossi ma al 71′ ci pensa Laudrup a rimettere tutto in gioco quando scambia bene di prima al limite dell’area con Piga riuscendo poi a fare 2-1 di destro a giro (5 per lui in stagione ma saranno 8 al conto finale per un primo anno italiano piuttosto buono) sull’uscita di Tacconi…al 77′ dentro Meluso per per Piscedda e si passa al 4-4-2 con Laudurp più largo e avanzato (quasi un 4-3-3 con Filisetti-Podavini-Manfredonia-Spinozzi, Vinazzani-Batista-Cupini, Laudrup-Meluso-Piga) mentre all’80’ Trapattoni butta dentro Vignola per uno stremato Penzo ma il risultato non cambia più fino al 90′, quando arriva la notizia che la Roma ha battuto 2-1 il Torino e la Fiorentina ha superato 3-0 la Samp allungando ancora di più la classifica, che ora recita Juventus 28; Fiorentina 25; Roma, Torino, Verona 24; Udinese 22; Milan 21; Inter, Sampdoria 20; Ascoli 18; Napoli 15; Avellino, Pisa 14; Genoa, Lazio 13; Catania 9…dunque un turno in meno e distacco minimamente aumentato per una Juve che ottiene la quarta vittoria consecutiva in casa (2-0 all’Inter, 4-2 col Genoa, 3-1 col Pisa) tornando al successo in Serie A dopo il pari di Napoli per 1-1 mentre la Lazio é ancora senza vittorie lontano da casa con 3 pari e 5 batoste (4-2 a Verona, 0-0 in casa del Genoa e 1-1 in quella della Samp, 4-1 sul campo del Milan, 4-0 a Torino sponda granata, 3-0 a Napoli, 2-0 ad Ascoli e 1-1 sul terreno interista) senza dimenticare il fatto che questa sfida si richiude con una vittoria dei sabaudi per la prima volta dal 2-1 del 28 gennaio 1979 (l’anno seguente, quando i romani retrocessero per calcioscommesse e tornarono solo 3 anni dopo, era finita 0-0). Per la Juventus ci sono ancora 2 obiettivi da poter perseguire mentre la Lazio é sempre più penultima e rischia di chiudere già la sua nuova parentesi con il massimo torneo nazionale a 3 mesi dalla fine intanto che il pessimo bilancio dell’ordine pubblico ci parla di 3 feriti e 2 arresti negli scontri fra le tifoserie dopo la gara.
Gioia per tutti
Domenica 6 maggio 1984, pareggiando 1-1 con l’Avellino, la Juventus vincerà il suo scudetto n.21 tornando a dominare in Italia dopo 2 annate e per il quarto anno arriverà fra le prime 2 (tricolori nel 1981, 1982 e secondo posto nel 1983) chiudendo il cerchio per 43-41 contro la Roma che li aveva spodestati nel 1983 ottenendo anche Platini come re dei bomber per il secondo anno su 2 in Italia (saranno 3 con i 18 timbri del 1985) a danno del “friulano” Zico (fermo a 19 mentre Platini arriverà a 20) oltre a conquistare la sua unica Coppa delle Coppe per 2-1 contro il Porto il 16 maggio a Basilea (da allora rigiocheranno questo torneo solo nel 1990 uscendo in semifinale contro il Barcellona finalista) mentre la Lazio si salverà a 25 lunghezze appaiando il Genoa retrocesso assieme a Pisa e Catania ma si toglierà la magra soddisfazione di strappare un pareggio per 2-2 in casa dei romanisti che contribuirà a far perdere il campionato ai giallorossi nel girone di ritorno. Abbiamo ancora tanta strada da fare prima di concludere il nostro viaggio nella storia di Juventus-Lazio…allacciate le cinture e tenetevi forte!!
Il tabellino
JUVENTUS-LAZIO 2-1
JUVENTUS (4-4-2): Tacconi; Gentile, Scirea (cap.), Brio, Cabrini; Tardelli, Bonini, Platini, Boniek; Rossi, Penzo (80′ Vignola). A disposizione: Bodini, Caricola, Prandelli, Furino. Scelta tecnica: Tavola, Koetting. Allenatore: Trapattoni.
LAZIO (5-4-1): Orsi; Filisetti, Podavini, Manfredonia (cap.), Piscedda (77′ Meluso), Spinozzi; Laudrup, Vinazzani, Batista, Cupini; D’Amico (58′ Piga). A disposizione: Cacciatori, Miele, Piraccini. Infortunati: Giordano. Squalificati: Marini G. Scelta tecnica: Della Martira. Allenatore: Carosi.
ARBITRO: Pieri di Genova.
MARCATORI: 12′ aut. Piscedda (J), 63′ rig. Platini (J); 71′ Laudrup (L).