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pioli (1)La Lazio prova a resuscitare contro l’Udinese (stadio Olimpico, ore 18) dopo due settimane di autodistruzione. Sette gol incassati e zero segnati, sconfitta ed eliminazione contro il Bayer nel playoff di Champions, scoppola incredibile al Bentegodi contro il Chievo e subito le cassandre hanno ripreso a prevedere sventure epocali per la sgangherata banda di Pioli. Società processata, giocatori diventati mediocri e in qualche caso scarsi, tecnico confuso e aziendalista: il «tafazismo» dell’ambiente biancoceleste ha preso il sopravvento su qualsiasi ragionamento. Errori e sfortuna hanno partorito un’estate da dimenticare ma non è tutto da buttare e proprio Pioli ieri ha cercato di riannodare i fili di un gruppo che l’anno passato aveva incantato conquistando un terzo posto strameritato: «Si riparte pensando solo a rimettere in campo una prestazione all’altezza – spiega l’allenatore della Lazio – parlando poco e mettendo i fatti sul campo».

Facile a dirsi perché l’avversario, l’Udinese di Colantuono ha già violato lo Stadium dei campioni d’Italia mostrando di trovarsi più a proprio agio nella gare in trasferta, Pioli pensa solo a ritrovare ritmo e brillantezza della sua creatura smarrita dopo la batosta di Leverkusen: «È sempre difficile per tutti contro l’Udinese, ha fisico e si copre bene. Dobbiamo giocare in modo molto propositivo e veloce rispetto alle ultime partite, c’è bisogno di un ritmo superiore. Le prestazioni non sono state finora all’altezza delle nostre potenzialità ma io vedo un gruppo unito e compatto. Abbiamo valutato anche le cose negative in questi giorni ma ora dobbiamo pensare a quello che dobbiamo fare da ora i avanti. Mancano 36 partite di campionato, l’Europa League e la Coppa Italia: continuo ad avere massima fiducia».

Anche se la Lazio si è sciolta alle prime avversità, non si ritrova lo spirito che l’anno passato aveva permesso di raggiungere risultati straordinari rispetto alle previsioni della vigilia. Il tecnico suona la sveglia: «La solidità mentale è indispensabile, avere consapevolezza dei propri mezzi e che le partite ti presenteranno delle difficoltà e che vanno superate tutti insieme. Bisogna essere squadra soprattutto nei momenti più difficili della partita, a Verona non abbiamo messo niente di quello che avevamo preparato. Le partite non possono finire al primo gol subito». Per resuscitare la sua creatura Pioli cambierà modulo, si passa al 4-2-3-1 dando fiducia a Mauri mentre Matri comincerà la sua avventura dalla panchina: «È un attaccante con delle caratteristiche importanti. L’ho trovato in buone condizioni, ma non ottime. Si vede che non ha giocato da tanto, ma sicuramente sarà impiegato. Come abbiamo puntato su di lui? Gli infortuni di Klose e Djordjevic hanno condizionato perchè non sappiamo ancora quando rientreranno. Milinkovic Savic? Ottimo acquisto ma giocare nell’Under 21 serba non è come scendere in campo in serie A». Non partirà titolare come altri giocatori importanti come Anderson e Lulic, solo per citarne alcuni. Tante le assenze da Biglia a Klose, senza dimenticare Djordjevic e De Vrij: per ritrovare la vittoria serviranno testa, cuore e gambe e il tifo della Nord che torna all’Olimpico nonostante l’inutile barriera spacca-curva. Si spera nelle trentamila presenze ma per riconquistare il pubblico la Lazio deve cominciare a correre e Pioli è convinto di aver trovato la chiave per accendere la scintilla.

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