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ROMA – Quello che non ti aspetti… la Roma rabberciata, svagata, senza più obiettivi, d’improvviso trova caparbietà ed acume tattico per annichilire la Lazio e spegnere i suoi residui sogni di qualificazione Champions. Stavolta è Inzaghi a cadere nella trappola di Fonseca che regala ai tifosi un’immensa gioia prima del commiato di domenica prossima. L’ultima stagionale all’Olimpico per entrambe le squadre (da domani lo stadio del CONI sarà vestito a festa per gli Europei) premia una Roma diversa rispetto a quella vista negli ultimi tempi. Non è che la Lazio in questo mese abbia brillato di luce propria per condizione e risultati, ma soprattutto dopo il derby dell’andata, in pochi avrebbero creduto a quello che poi è successo realmente nel rettangolo di gioco. Un primo tempo tattico e bloccato in cui i giallorossi concedono agli avversari una palla gol grazie al solito errore di Ibanez che consente a Milinkovic di andarsene sulla fascia e servire dietro Luis Alberto, la cui conclusione è deviata da un intervento da applausi di Fuzato, inatteso protagonista, che col passare delle partite si sta dimostrando per distacco il miglior portiere stagionale giallorosso. Dall’altra parte Dzeko è in una di quelle serate in cui diventa incontenibile e per Acerbi, la serata si trasforma in un incubo. Il bosniaco prima costringe l’ex Sassuolo a ricorrere alle maniere forti per fermarlo, con tanto di giallo elargito dall’arbitro, poi proprio all’ultimo tuffo della prima frazione, s’inventa un’incursione da ala vera e propria, prima di servire un pallone al centro che chiede solo di essere spinto alle spalle di Reina: Mkhitaryan esegue col tap in che porta avanti la Roma. Nella ripresa ci si aspetta la reazione della Lazio, mentre la Roma è costretta a 2 cambi, uno per il solito infortunio di giornata (dentro Kumbulla per Ibanez), l’altro tattico con Bruno Perez a rischio rosso dalla parte di Lazzari (dentro Santon). Il ritmo sale, ma la manovra degli uomini di Simone Inzaghi diventa frenetica e monocorde: Fuzato dimostra ancora una volta di saperci fare, mentre Cristante, Dzeko e Pellegrini suonano campanelli d’allarme che la difesa biancoblu non recepisce. Nel frattempo Fonseca ha messo dentro Villar e soprattutto Pedro che poi si renderà protagonista del gol che chiude i giochi con un’azione personale conclusa con un tiro chirurgico all’angolino che Reina può solo accompagnare in fondo al sacco. 2-0 e festa giallorossa. Il finale è accademia: Dzeko conclude l’opera di cancellazione di Acerbi costringendolo al fallo ed al secondo giallo che lo porta ad abbandonare anzitempo la contesa e la Roma si ritrova in pieno controllo del match. In conclusione non resta che segnalare la grande prova in mezzo al campo di Darboe (primo millenium a giocare un derby) e quella sulla fascia di Karsdorp, sempre più a suo agio nella sua porzione di campo di competenza. La Roma blinda così il settimo posto, mentre la Lazio abbandona definitivamente le flebili speranze di agganciare la qualificazione alla prossima Champions.

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