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NAPOLI – E’ la primavera del 2011 e l’Italia vive un momento di grossa crisi economica intanto che l’Africa settentrionale é assediata dai moti della “Primavera araba”, la Mens Sana Siena, sponsorizzata dalla banca Montepaschi, si avvia a vincere il suo terzo tris consecutivo in Italia (scudetto, coppa nazionale e supercoppa nazionale), mancano solo 3 settimane alla Pasqua e la Serie A, pur essendo in un momento storico non felice, sta vivendo gli ultimi 2 mesi di una stagione che riserva meno emozioni dello scorso anno ma con la stessa intensità, specie nella trentunesima giornata: sono previsti un anticipo d’eccezione come il derby Milan-Inter 3-0 alle 20,45 del sabato grazie a cui i rossoneri capolisti andranno a +5 sui cugini terzi in classifica, un posticipo domenicale storico come Roma-Juventus 0-2 in cui si gioca le ultime possibilità per accedere alle coppe europee…ma soprattutto interessa a molti il “lunch-match” Napoli-Lazio, che va in scena fra 2 squadre che non hanno più impegni di coppa, dato che il Napoli era andato fuori a gennaio nei quarti di Coppa Italia per mano dell’Inter futura vincitrice (3-1 al Palermo all’ultimo atto) ai rigori in casa sul risultato di 4-5 e in Europa League il cammino azzurro si era interrotto ai sedicesimi dinanzi ai semifinalisti del Villareal (0-0 in Campania e 2-1 in rimonta negli ultimi 3 minuti del primo tempo in Spagna) sconfitti solo dal Porto poi vincitore nel “derby” con il Braga (si parla dell’anno d’oro del calcio lusitano nella seconda competizione europea: Porto-Villareal e Benfica-Braga sarà la “final four” e in finale sarà Porto-Braga 1-0); la Lazio, dal canto suo, aveva lasciato la coppa nazionale negli ottavi esattamente una settimana prima dei partenopei, venendo estromessa per 2-1 dalla Roma (poi fatta fuori dall’Inter in semifinale) agli ottavi di mercoledì 19 gennaio 2011.

Un contesto particolare

Il Napoli, dopo 4 anni dal ritorno in Serie A, ha ricominciato a sognare lo scudetto dopo gli anni d’oro di Maradona in azzurro e, al momento, si trova a 6 lunghezze da Milan ma può contare su un “San Paolo” che ribolle di passione con 60.000 spettatori pronti a spingere la squadra intanto che ai laziali é stata vietata la trasferta per l’ordine pubblico ristrettezze come la “tessera del tifoso”; si sa che, inoltre, che é appena passata l’ultima sosta delle nazionali e che l’Italia di De Sanctis, Maggio (che parteciperanno alla finale continentale, perdendola 4-0 contro la Spagna a Kiev, l’anno dopo) e capitan Mauri, oltre ad aver battuto 2-0 l’Ucraina fuori casa, ha superato la Slovenia nelle qualificazioni ai prossimi europei del 2012 proprio in Ucraina e Polonia per 1-0. I campani, allenati da Walter Mazzarri, quindi, fanno affidamento sul loro consolidato 3-4-2-1 dinanzi al loro presidente Aurelio De Laurentiis mentre i biancocelesti dell’ex azzurro Edoardo Reja (colui che li riportò in massima serie nella primavera del 2007) ripiegano sul 4-3-1-2 che tanta fortuna gli ha portato fino ad allora intanto che il patron Claudio Lotito non presenzierà: se i napoletani devono tentare di arrivare a 3 punti dal Milan per “vedere” il tricolore, i laziali devono cercare di restare a tallonare l’Udinese a quota 56 (loro sono a 54) e tenere lontana la Roma dal quinto posto (i giallorossi hanno fatto, finora, 50 punti).

Tanta tecnica, tanti indisponibili e pochi nazionali

I 2 assetti sono consolidati ma va considerata una cosa: nessuno dei 2 é al completo, dato che il Napoli deve fare a meno dell’ala sinistra Zuniga, squalificato per somma di sanzioni e che in estate giocherà la prossima Copa America con la sua Colombia (andranno fuori contro il Perù per 0-2 ai quarti dopo i supplementari), dello stopper Grava, infortunato, e dei tanti rimasti a casa per scelta tecnica come il difensore Cribari, i centrocampisti Vitale, Maiello, Blasi e l’attaccante Dumitru; i romani, dal canto loro, hanno dovuto depennare il centrale difensivo Diakité, i mediani Del Nero e Matuzalem oltre al capitano Rocchi, tutti rallentati da problemi fisici, ma senza tralasciare Radu e Ledesma, che dovranno scontare rispettivamente 3 e 2 giornate di squalifica a seguito delle espulsioni rimediate nel derby fuori casa dello scorso 13 marzo (concluso 2-0 con doppietta di Totti)…Radu aveva dato una testata a Simplicio mentre Ledesma aveva protestato per 90′ rimediando 2 gialli e la conseguente prova tv per insulti al direttore di gara Tagliavento. Oltre ai già citati De Sanctis e Maggio e a Zuniga, vi sono altri uomini che si faranno notare con i rispettivi paesi soprattutto il prossimo luglio: l’argentino Lavezzi che ospiterà il torneo ma andrà fuori ai quarti dopo i rigori per mano dei futuri campioni dell’Uruguay, in cui militano Muslera, Gonzalez Gargano e Cavani (1-1 e poi 4-5 dagli 11 metri).

0-1 all’intervallo

Quando l’arbitro livornese Banti fischia l’inizio, dopo aver ricordato l’ex portiere biancoceleste Roberto Lovati, morto in settimana, si capisce subito che il Napoli vuole tenere il pallino delle operazioni cercando di schiacciare la Lazio nella sua metà campo: trascorrono 5′ e Lavezzi si vede deviare un tiro da Dias, Hamsik arriva per primo, prova a rimettere in mezzo per “El Pocho” ma Muslera esce e blocca; al 10′ ecco che Cavani sfrutta una corta respinta della difesa su cross di Yebda ma manda altissimo di destro, al 20′ Lavezzi lavora un pallone sulla trequarti per poi mandare Hamsik al tiro dalla destra ma Muslera salva ancora mandando in corner sul primo palo. Al 24′ Dias si fa ammonire per un fallo su Cavani e al 29′ la Lazio mette la testa fuori per la prima volta realizzando lo 0-1: Zarate supera Dossena (poi ammonito al 34′ per proteste) a destra e serve in mezzo Mauri (quarto centro per lui in stagione), che vince un rimpallo con Campagnaro, salta capitan Paolo Cannavaro e conclude con un tocco di punta mancina sul palo opposto divorandosi, al 35′ l’occasione di raddoppiare ancora in contropiede, con Brocchi che lo serve in verticale per vie centrali ma il capitano degli ospiti incrocia al volo di destro mandando a lato di pochissimo senza vedere la porta; al 40′ l’ultima occasione dei primi 45′: Maggio, servito da Lavezzi, crossa in area ma Dossena spedisce alto sul secondo palo: Napoli che ha tenuto sempre il pallino del gioco ma la Lazio é stata molto più cinica e pericolosa.

El Matador doma l’aquila

Alla ripresa é Yebda a suonare la carica al 50′, quando rientra dalla destra, finta di passare a Maggio e conclude di destro ma Muslera blocca ancora a terra preannunciando lo 0-2 della Lazio al 56′: Garrido batte di sinistro in area una punizione dalla destra e Dias trova la deviazione al volo di destro (anche per lui quarto timbro ma in maglia biancoceleste: i primi 2 li aveva segnati l’anno prima fra gennaio e giugno in casa del Bologna e del Genoa in occasione di 2 rimonte per 2-3 e 1-2…mentre la prima segnatura del 2010/11 risale a Palermo-Lazio 0-1 dello scorso ottobre: curiosità interessante che li ha fatti tutti lontano dall’Olimpico e dovrà attendere Lazio-Verona 3-2 degli ottavi di coppa nazionale previsti il 10 gennaio 2012 per segnare in casa la prima volta mentre l’ultimo gol, il sesto, lo farà ancora in trasferta, a Reggio Emilia in Sassuolo-Lazio 2-2 il 29 settembre 2013). Se oggi avete una quindicina d’anni, o comunque nel avevate almeno 5 nel 2011, non vi potete essere dimenticati una cosa ben in evidenza nel calcio italiano: vincevano sempre le stesse, ovvero le milanesi, in attesa che tornasse ai vertici la Juventus, ma le squadre che mostravano di avere più tigna e arrendersi con meno facilità furono la Roma di Ranieri nel 2009/10 e il Napoli di Mazzarri del triennio 2009-12…gli azzurri, soprattutto, avevano un talento innato per le rimonte e le vittorie nei momenti più difficili (quando Mazzarri si levava la giacca soprattutto, si diceva che era il momento di tentare l’assedio disperato); quella domenica, all’ora di pranzo, sta per iniziare uno show destinato a restare nella storia del calcio partenopeo sotto il caldo sole di Fuorigrotta: al 58′ Mascara rileva Pazienza e il Napoli passa al 3-4-3 con Hamsik a fare il regista accanto a Yebda mentre Mascara é il centravanti con Cavani a destra e Lavezzi a sinistra proprio mentre lo stesso Lavezzi sta battendo un’altra punizione, che viene impennata al limite dell’area da Sculli…la “palombella” finisce sul secondo palo, dove sbuca Dossena che segna l’1-2 incornando di testa al 60′ (sarà la prima di 3 reti, per lui, in maglia campana: gli altri 2 li realizzerà contro il Siena all’ultima giornata dell’annata successiva in occasione di un trionfo per 2-1 casalingo); al 63′ ecco il 2-2: sempre Lavezzi batte di destro su punizione ma dalla sinistra, Dias “imita” Sculli mandando la sfera sul lato opposto dove arriva Maggio, in anticipo sul medesimo Sculli, che fa sponda su Cavani, completamente solo ma partito in sospetto fuorigioco, il cui colpo di testa si infila in rete dal dischetto del rigore. Ecco un’altra occasione del Napoli al 65′: Cannavaro lancia lungo su Mascara, che gira dietro a Garrido e approfitta di un errato calcolo del rimbalzo della sfera da parte della coppia Biava-Dias per concludere di piatto destro da dentro l’area ma trova il miracolo di piede di Muslera…al 69′ ecco il minuto che sembra cambiare il corso degli eventi, quando Sculli riparte in contropiede con la Lazio in superiorità numerica per poi servire Brocchi ai 20 metri, il quale calcia di destro e segna il 2-3 che non viene dato visto che l’arbitro non si é accorto che la palla é entrata dopo aver picchiato sulla traversa ma passano meno di 30″ che Mauri recupera il rinvio di Maggio successivo al tiro, passa a Zarate, che salta Campagnaro a sinistra e trova la parata di De Sanctis ma sulla respinta Aronica scivola facendo autorete di sinistro in modo da riportare gli avversari in vantaggio intanto che Brocchi protesterà pesantemente con Banti beccandosi il cartellino giallo ma senza capire che il suo gol é stato chiaramente compensato dall’autogol dell’avversario, dato che se l’arbitro avesse concesso il suo punto non sarebbe arrivata l’azione successiva di Zarate. Mazzarri butta dentro anche Gargano per Dossena al 76′ e passa al 4-3-3 con Maggio e Aronica terzini, Cannavaro-Campagnaro in mezzo, Hamsik regista con Yebda e Gargano mezz’ali oltre al tridente avanzato riuscendo a fare 3-3 all’80’: Aronica riceve una respinta in mischia e crossa di nuovo per Cannavaro, che gira di petto verso Cavani ma Biava fa fallo su di lui da ultimo uomo portando Banti a fischiare rigore con espulsione del difensore fra le proteste ospiti…dagli 11 metri Cavani spiazza Muslera aprendo il piatto destro e lo stadio si prepara all’assedio finale intanto che la Lazio si ritrova di nuovo a un punto dall’Udinese dopo averlo superato per ben 2 volte (i friulani perderanno 2-0 a Lecce alle 15 aumentando i rimpianti in casa capitolina); all’83’ Reja effettua un doppio cambio: Stendando per Bresciano a ricomporre la difesa a 4 e Floccari per lo stremato Zarate: 4-4-1 con Sculli a sinistra, Mauri a destra e Gonzalez-Brocchi a centrocampo col medesimo Floccari a fare il riferimento offensivo sperando negli inserimenti dei pochi uomini con energie ancora in corpo dopo una gara faticosissima ma Mazzarri non sta a guardare e all’85’ getta nella mischia pure Cristiano Lucarelli passando, letteralmente, al 4-1-3-2 più offensivo possibile con Maggio a destra e Aronica a sinistra, Campagnaro-Cannavaro in mezzo, Gargano davanti alla difesa, Lavezzi a sinistra con Hamsik incursore e Cavani che parte da destra mentre il tandem d’attacco é Mascara-Lucarelli e ormai la squadra di casa ha il controllo totale del gioco. All’87’ ecco Campagnaro che finisce fra i cattivi per un fallo su Floccari ma, all’88’ Mauri tira debolmente facendosi parare il tiro da De Sanctis, che non ci pensa 2 volte e rilancia lungo su Lucarelli, che prolunga di testa oltre il centrocampo verso Mascara, che “spizza” a sua volta verso Cavani, che brucia sullo scatto, anche qui in sospetto fuorigioco, Lichtsteiner stoppando di petto la palla prima di superare Muslera con un pallonetto beffardo identico a quello con cui aveva deciso 2-1 la gara con il Cagliari 2 settimane addietro: 4-3, quarta tripletta di Cavani nell’annata corrente (3 in campionato contro Juventus, Sampdoria e Lazio oltre a quella in casa dell’Utrecht nella penultima giornata dei gironi di Europa League) e 32 firme del “Matador” di cui 25 solo in Serie A per un anno in cui chiuderà a quota 26 spartendosi il trono dei bomber con il napoletano Di Natale dell’Udinese (33 in totale: 26+7). Nel recupero ci sarà anche spazio per una rissa esplosa a causa di un fallo di Cavani su Sculli: il laziale reagisce male e i due vengono a contatto testa a testa con tutti i membri in campo e in panchina a cercare di dividerli prima di farsi ammonire mentre Reja reclama vivacemente con Banti guadagnando l’espulsione intanto che gli ultimi scampoli di partita sfuggono via in modo da consegnare al Napoli la terza vittoria consecutiva (seconda in casa: ribaltone 1-3 a Parma e 2-1 al Cagliari) e alla Lazio la terza batosta in trasferta dopo quelle con Cagliari e Roma (1-0 e 2-0).

Conclusioni finali

Al triplice fischio tutta Napoli esulta mentre i laziali accerchiano Banti all’ingresso degli spogliatoi lamentando il gol non dato a Brocchi, il rigore giudicato inesistente in favore del Napoli e i sospetti fuorigiochi di Cavani sul secondo e il quarto gol di casa: anche il presidente Claudio Lotito non si farà pregare nel dire la sua, specie dopo il derby di 2 settimane prima, in cui erano state roventi le polemiche intanto che gli azzurri si godono la distanza di appena 3 punti dal Milan, vedono lo scudetto e fanno risuonare “‘O surdato ‘nnammurato” per tutta la città. A fine anno il Napoli festeggerà il ritorno in Champions League per la prima volta dal novembre del 1990, quando era andato fuori dalla Coppa dei Campioni per mano dello Spartak Mosca ai rigori nell’ultimo anno di Maradona in azzurro (doppio 0-0 e poi 5-3 ai rigori pur non avendo mai incassato reti in 4 sfide del torneo) facendosi forte del terzo posto alle spalle delle milanesi (Milan-Inter-Napoli: 82-76-70) e del ritorno a lottare per i vertici dopo tanti anni di oblio mentre la Lazio si fermerà al quinto posto dietro all’Udinese mancando l’accesso ai preliminari di Champions solo per differenza reti, avendo pareggiato pure lo scontro diretto ma con la gioia di essere arrivata sopra ai cugini per la prima volta dal il 2002/03. Fine del nostro viaggio nel passato di Napoli-Lazio…si spengano le luci, si accendano i riflettori e si dia inizio alla battaglia!!!!!

Il tabellino

NAPOLI-LAZIO 4-3

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, P. Cannavaro (cap.), Aronica; Maggio, Pazienza (58′ Mascara), Yebda (85′ Lucarelli), Dossena (76′ Gargano); Hamsik, Lavezzi; Cavani. A disposizione: Iezzo, Santacroce, Ruiz, Sosa. Infortunati: Grava. Squalificati: Zuniga. Fuori per scelta tecnica: Cribari, Vitale, Blasi, Maiello, Dumitru. Allenatore: Mazzarri.

LAZIO (4-3-1-2): Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Garrido; Brocchi, Bresciano (83′ Stendardo), Gonzalez; Mauri (cap.); Zarate (83′ Floccari), Sculli. A disposizione: Berni, Scaloni, Hernanes, Foggia, Kozak. Squalificati: Radu, Ledesma. Fuori per scelta tecnica: Diakité, Del Nero, Matuzalem, Rocchi. Allenatore: Reja.

ARBITRO: Banti di Livorno.

MARCATORI: 29′ Mauri (L), 56′ Dias (L); 60′ Dossena (N), 63′ Cavani (N); 69′ aut. Aronica (L); 80′ rig. Cavani (N), 88′ Cavani (N).

NOTE: Espulsi Biava (L) al 79′ per fallo da ultimo uomo e Reja (L) all’89’ per proteste. Ammoniti Dias (L), Campagnaro (N), Cavani (N) e Sculli (L) per gioco scorretto, Dossena (N) e Brocchi (L) per proteste. Osservato un minuto di silenzio in memoria di Roberto “Bob” Lovati, indimenticato portiere laziale scomparso il precedente 30 marzo all’età di 83 anni.

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