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NAPOLI – L’inverno del 1988 è ormai agli sgoccioli e, mentre le radio si muniscono sempre più di musica pop proveniente dall’America, che Bertolucci sta per vincere 9 Oscar con il film “L’ultimo imperatore”, che al cinema esce “Karate Kid” e che la Germania Ovest si prepara ad ospitare gli europei di calcio intanto che a Seul vengono allestite le olimpiadi…il calcio italiano sta, pure se pochi lo immaginano, entrando definitivamente nella sua epoca più gloriosa sotto il profilo di dei risultati nelle coppe europee da parte dei club.

Il campionato massimo del nostro paese procede a ritmo serrato verso un finale fin troppo comodo rispetto al quoziente tecnico globale nell’ultima annata con 2 soli stranieri tesserabili in ogni team: il Napoli campione in carica, impegnato in casa contro la Roma 3° a -8, una settimana fa ha allungato a +5 sul Milan di Sacchi, che a sua volta ospita l’insidioso Verona a Milano…il tutto contornato dall’eterna sfida Juventus-Inter e dal gemellaggio in Fiorentina-Torino (entrambi spareggi UEFA). Sulla carta, per quanto riguarda la lotta del tricolore, i dubbi sono pochi: i napoletani hanno fatto bottino pieno aggiudicandosi 10 sfide su 10 fra le mura amiche al netto di una Roma che lontano dalla capitale ha portato via 2 punti solo in un paio di occasioni (di cui la 1° fu l’altra trasferta campana, ad Avellino)…le speranze dei milanisti di ridurre anche solo a 4 le distanze sono poche, ma i miracoli, come si crede in tutti gli ambiti della nostra società di questi anni, possono sempre accadere!

Il pre-gara è avvelenato da tanti scontri avvenuti nella zona dello stadio, a seguito dei quali 11 azzurri con 3 romani verranno arrestati: ormai il gemellaggio fra le curve si era rotto a partire (ufficialmente, ma non ufficiosamente) dall’1-1 del girone d’andata, quando Bagni aveva rivolto il “gesto dell’ombrello” al pubblico di casa per esultare al gol di Francini…senza scordare che le ruggini si erano già palesate prima della sfida; a Fuorigrotta, malgrado una capienza piuttosto ridotta, si sfiorano gli 80000 presenti, fra cui non più di 3000 romanisti fin troppo coraggiosi. Se fuori dall’impianto la situazione è molto dura, all’interno degli spogliatoi il clima è più che disteso: il presidente Viola scherza con Moggi e Ferlaino prima di recarsi in tribuna (i dirigenti di casa si accomoderanno a bordocampo) e chiede come sta Francini, dato per infortunato assieme a Filardi/Ferrara ma, invece mandato regolarmente in campo…la massima carica giallorossa poi, per concludere il suo giro, accompagnato da Galeazzi, immancabile voce della RAI, si avvicina a Maradona (febbricitante fino alla mattina) per fare un paio di battute e stemperare anche la poca tensione che rischia di accumularsi in diretta conseguenza del risultato (epico il colloquio fra il capitano azzurro e il presidente capitolino).

I 2 tecnici, Bianchi con Liedholm, non hanno tanto da fare sul piano delle disposizioni o delle scelte, quanto su quello tattico: oltre ai 2 difensori degenti dei capolisti già citati Filardi/Ferrara, gli ospiti non possono fare affidamento su Nela (rottosi il ginocchio ad ottobre e fuori fino al prossimo torneo) e sul capitano polacco Boniek (anche lui fuori per un problema fisico)…il 4-4-2 (poi 4-3-3 vero e proprio) molto “italiano” (marcature a uomo e controgioco di qualità) di casa, quindi, può essere schierato con quasi tutti i migliori ma con la chiara idea di durare alla distanza per non crollare subito sotto i posteri della faticosa sfida casalinga persa nel ritorno dei quarti di coppa nazionale con il Torino per 2-3 (all’andata era terminata 1-1)

[Garella;

Bigliardi-Ferrario-Renica-Francini;

Bagni;

De Napoli-Romano;

Maradona (cap.)

Giordano (58° Carnevale)-Careca]

così come il 4-5-1 impostato sulla “zona compassata” degli avversari

[Tancredi;

Tempestilli-Collovati-Signorini-Oddi;

Desideri (87° Conti)-Manfredonia-Giannini (cap.)-Gerolin (89° Domini)-Policano;

Voller].

Se da un lato abbiamo Francini/De Napoli/Romano (da sommare a Ferrara), dall’altro troviamo capitan Giannini: tutti pezzi fondamentali dell’Italia di Vicini al prossimo impegno continentale di giugno e che arriveranno al 4° posto dopo essere stati estromessi dai finalisti dell’URSS, i grandi anziani tipo Bagni/Giordano o Tancredi/Manfredonia/Collovati/Conti (gli ultimi 2 vincitore del mondiale nel 1982 in Spagna con Bearzot) si sono fatti già da parte lasciando il posto anche ai giovani Carnevale-Desideri…gli stranieri sono solo 3 poichè Boniek non solo manca, ma non si è neanche qualificato, al contrario di Voller, che guiderà i padroni di casa fino alla semifinale persa con l’Olanda futura trionfatrice (bronzo per i teutonici ma rimpianti fin troppo evidenti…) mentre capitan Maradona è ancora leader indiscusso dell’Argentina malgrado l’ingloriosa Copa America del luglio 1987 finita al 4° posto perdendo la finale di consolazione dinanzi alla Colombia: un torneo maledetto pure per Careca e il suo Brasile, uscito nei gironi a favore del Cile.

Quando Agnolin fischia l’inizio troviamo 2 compagini messe in campo fin troppo bene: Bagni segue Giannini, Policano cerca di avere la meglio su De Napoli, Desideri mette in continua difficoltà Francini, Ferrario molla pochissimo Voller equivalendosi con Collovati, che riesce a rendere quasi nulla Careca intanto che Manfredonia limita Maradona per quanto possibile e Gerolin tallona Giordano ovunque rischiando anche di farsi schiacciare più del dovuto al netto di un Romano che tenta di sfondare sempre dalla parte di Tempestilli (fin troppo bravo a non farsi sopraffare)…da subito si nota che il Napoli vuole fare la partita affidandosi molto alla spinta dello stadio dopo aver ricevuto come omaggio la splendida coreografia della “Curva B” ma la Roma non perde mai le distanze e si porta in vantaggio, dopo che Voller ha mandato alto di testa un cross di Policano, al 21° con un ottimo contropiede 3vs2 su cui, ancora Policano, mette Giannini da solo davanti a Garella consentendo al suo capitano di fare 0-1 con un bel piatto in uscita dell’avversario sul 1° palo; da qui inizia la fiera delle occasioni perdute dai partenopei: Tancredi fa il miracolo su incornata di Francini da corner di Maradona e De Napoli manda alto di sinistro dal limite dell’area presagendo i gialli rimediati da Manfredonia e Maradona (con il primo che riuscirà a mettere in difficoltà il secondo più di quanto non sembrasse il contrario) finendo poi con Policano (irruento con tutti ma poco furbo a farsi vedere) intanto che arriva il duplice fischio…in tutti i match siamo 0-0 a parte al “San Paolo” e a Genova, dove la Sampdoria sta facendo maturare un 1-1 d’autore firmato, al 15°, Gasperini (attuale tecnico atalantino)-Cerezo (andato in gol nello stesso istante di Giannini): una classifica troppo bloccata per essere definitiva, almeno per i maggiori appassionati.

Al momento che la sfera riparte a rotolare ricomincia anche l’assedio azzurro: Romano si libera anche di Tancredi ma quando crossa Collovati riesce a respingere con la porta vuota…Carnevale, entrato al 58°, si divora una rete facile spedendo alto un pallonetto di destro solo davanti a Tancredi e ancora il portiere si erge a protagonista salvando da sotto l’incrocio sinistro una punizione a giro di Maradona con la mano destra (quella “di richiamo”, come dicono gli esperti) prima che Desideri riesca ancora a salvare il risultato spazzando, sempre di testa, un altro bell’impatto frontale di Renica su angolo di Maradona quando ormai la traiettoria si disegnava inesorabile verso il montante opposto per il pari…lo squillo conclusivo, a conferma della sfuriata di Bianchi negli spogliatoi, consiste nel palo interno centrato ancora da Carnevale su diagonale destro chirurgico ma fin troppo preciso (a posteriori); i romani, rimasti rintanati a difesa del vantaggio per tutta la ripresa, riescono a mettere fuori il naso con Giannini solo al 70°, quando il n.10 va via sulla sinistra per poi crossare in mezzo all’area in contropiede ad indirizzo di Oddi, il quale scocca un destro di controbalzo senza speranze per Garella: 0-2 proprio in coincidenza del 2-1 Sampdoriano firmato Pari e dell’1-0 juventino a timbri di Magrin dagli 11 metri (ottime notizie per gli uomini di Liedholm, successive al vantaggio del Cesena in casa con l’Avellino, che pareggerà all’84°)…a questo punto ci vorrebbe un vero miracolo di San Gennaro per rimettere in piedi la capolista, ma Maradona non trova la porta in nessuna delle sue 3 opportunità, Carnevale si trova addosso un eccellente Oddi quando Gerolin se lo perde (e spreca anche una facile occasione sbagliando l’aggancio), Careca riesce solo ad accorciare per l’1-2 quando i minuti sono 80° attraverso un bellissimo stop asseguire con destro al volo verso il palo opposto e, ancora lo scatenato Maradona, sfiora il montante destro della porta nemica all’87° con l’ennesima punizione; il mister svedese decide di prendere tempo buttando dentro Conti insieme a Domini per ottenere forze fresche in un modulo ben funzionante pure negli scampoli di chiusura, la quale giunge senza ulteriori sorprese (tranne l’1-0 della Fiorentina su rigore firmato da Diaz al 90° preciso).

La Roma fa il miracolo: portandosi a -6 diventa la 1° compagine capace di uscire vittoriosa da Fuorigrotta in campionato, espugna il capoluogo campano 3 anni dopo l’ultima volta (era l’1-2 del 16/12/1984: la 1° volta di Maradona contro i giallorossi nonché l’ultima segnatura di Falcao prima di essere svincolato) mentre gli avversari devono riflettere…hanno ancora 2 sfide di vantaggio sul Milan che ha pareggiato 0-0 con gli scaligeri; nessuno lo sa, ma i 5 punti, divenuti 4 in quella fredda domenica quasi primaverile a 51 settimane dallo 0-0 del 15/3/1987, saranno l’inizio del disastro per Maradona e i suoi…

A primavera il Napoli si piazzerà 2° a -3 dal Milan (45-42) totalizzando 1/10 punti nelle ultime 5 giornate (usciranno con le ossa rotte pure dallo scontro diretto a Napoli in cui si denoterà il sorpasso a 180′ dalla conclusione): un anno su cui si discuterà molto, arrivando a parlare di presunte pressioni della Camorra sugli azzurri per salvaguardare le vincite al “Totonero”, si accennerà ad un ammutinamento contro Bianchi capeggiato da Garella/Ferrario/Bagni/Giordano (tutti licenziati in tronco a fine campionato), si millanterà perfino di accordi fra Ferlaino e Berlusconi di natura non sportiva…quel che è sicuro è che Maradona diverrà capocannoniere con 15 timbri precedendo Careca a quota 13 (miglior tandem senza dubbio), che il club si mangerà le mani per la già citata estromissione dalla Coppa Italia dinanzi al Torino finalista (1-1 e 2-3, giusto per ribadire) ai quarti e chiuderà il bilancio (fin troppo fallimentare, visto il potenziale) facendosi sbattere fuori ai sedicesimi di Coppa dei Campioni (1° partecipazione in assoluto) dal Real Madrid semifinalista (batosta 2-0 a Madrid e pareggio per 1-1 dopo essere andati 1-0 in Campania); la Roma, che non vedeva il podio dal 2° posto del 1985/86 (quando perse lo scudetto a Roma-Lecce 2-3 lasciando scappare la Juventus) e non lo rivedrà fino al 2000/01 (annata del 3° scudetto giallorosso…ad ora l’ultimo) chiuderà con un buon 3° posto alle spalle di Milan/Napoli togliendosi lo sfizio di essere l’unica ad aver sconfitto le prime 2 della classifica in trasferta (pure se Milan-Roma 0-2 verrà omologata solo dopo la sentenza del giudice sportivo per il petardo che aveva colpito Tancredi a inizio ripresa prima che Virdis desse ai suoi l’1-0 maturato sul terreno di gioco) e di ritornare in Europa (Coppa UEFA, per l’esattezza) 24 mesi dopo: un piazzamento che verrà pesantemente scalfito, però, dall’ingloriosa spedizione di coppa nazionale, chiusa agli ottavi contro l’Empoli futuro retrocesso da 18° su 18 (partita persa 2-1 in Toscana con 0-0 seguente all'”Olimpico”).

Il nostro viaggio nel mito di Napoli-Roma sta per concludersi…ma perchè non fare ancora una sosta? Appuntamento al prossimo ricordo!!!!!

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