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MARSIGLIA – Non era iniziata nel migliore dei modi l’avventura biancoceleste al Vélodrome di Marsiglia e non è neanche terminata come se la immaginava Maurizio Sarri. Nell’approccio alla gara la Lazio ha pressato i padroni di casa, mentre gli stessi cercavano un varco libero conducendo un lungo possesso palla. Intorno alla mezz’ora del primo tempo è arrivato il vantaggio dell’OM, grazie alla trasformazione di un calcio di rigore di Milik. Da questo momento la squadra capitolina non è stata più serena e ha combinato ben poco fino al termine dei primi quarantacinque minuti. Sul tramonto della prima frazione, tuttavia, Felipe Anderson è riuscito a piazzare la sfera alle spalle di Pau Lopez, mandando le squadre negli spogliatoi sul risultato di 1-1.

PROTAGONISTA LA VAR

Nelle prime due marcature di questo match d’Europa League la Var è stata la vera protagonista, a testimonianza di come, se usata con diligenza e criterio, possa essere uno strumento valido e affidabile. Al 30′ il direttore di gara Sanchez è stato richiamato a visionare un contatto in area di rigore tra Acerbi e Milik, con conseguente assegnazione del penalty alla formazione di Sampaoli. Proprio l’ex-Napoli si è assunto la responsabilità del tiro dagli undici metri, lasciando partire una conclusione rapida, potente e precisa che si è insaccata nell’angolino sinistro.

La tecnologia a bordocampo si è rivelata utilissima anche in occasione del pareggio biancoceleste. In pieno recupero, su una mischia nei pressi dell’area di Pau Lopez, la sfera è carambolata sui piedi di Felipe Anderson, che con freddezza ha incrociato con il piattone alle spalle dell’estremo difensore avversario, firmando il gol dell’1-1. Rete che, tuttavia, è stata dapprima annullata per un sospetto fuorigioco e convalidata qualche istante dopo, quando hanno comunicato all’arbitro la posizione regolare dell’esterno laziale.

NESSUNO COME LUI

Nella ripresa Pedro e compagni sono scesi in campo con una mentalità completamente differente rispetto alla prima metà di gara. Al 47′ Ciro Immobile è stato abile a rubare un pallone alla retroguardia avversaria, che con agilità ha calciato sul secondo palo, siglando l’1-2 e il 160esimo gol con la maglia della Lazio. Un’infinità. Questa sera il numero 17 ha scritto un’altra pagina della storia laziale: è diventato il giocatore che ha segnato di più indossando la casacca biancoceleste.

PAYET ROVINA L’UMORE

Nel finale la Lazio ha sofferto. Si è rinchiusa nella propria metà campo cercando di concedere il meno possibile al Marsiglia. Ma ciò sarebbe stato possibile solamente nel caso in cui l’attenzione di tutti gli undici presenti in campo fosse stata ai livelli massimi. Il Vélodrome non è uno stadio semplice in cui giocare e, complici la stanchezza e le forze spese, la retroguardia laziale ha concesso troppi spazi alla manovra offensiva dell’OM. Così, all’82’, Milik ha servito Payet, i due centrali – Luiz Felipe e Acerbi – si sono fatti trovare impreparati e il numero 10 ha potuto insaccare a porta vuota. Per poco poi, allo scadere del secondo tempo, Payet non ha trovato la doppietta personale, con un tiro che ha rimbalzato sulla parte alta della traversa ed è uscito sul fondo.

LA SITUAZIONE IN EUROPA

La Lazio, questa sera, più che guadagnato un punto, ne ha persi due. Poteva tranquillamente vincere gestendo in maniera migliore alcune dinamiche della gara. Nei minuti finali i biancocelesti si sono completamente abbassati sotto la linea del pallone, il centrocampo non ha schermato adeguatamente e il reparto difensivo non si è chiuso a dovere. Il gol del 2-2 è nato da una situazione di disattenzione, combinata con un pizzico di leziosità: talvolta serve anche dare un calcione al pallone

Per quanto riguarda il girone, il Galatasaray conduce con 8 punti, seguito dalla Lazio a quota 5. In terza posizione l’OM a 4 punti, gli stessi guadagnati dalla Lok. Mosca, che chiude al quarto posto. La situazione dei biancocelesti non è critica, altroché, ciononostante non possono permettersi di sbagliare le restanti due partite di qualificazione.

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