La Virtus Roma torna in campo. Al termine di una delle stagioni regolari più logoranti e sofferte della sua storia, la società capitolina dovrà cercare di mantenere la categoria (A2) attraverso i playout, strutturati su un doppio turno (entrambi con sfide al meglio delle 5 gare) che vedrà una sola retrocessione: chi uscirà vincitore dal primo turno sarà già salvo, chi perderà avrà un’ultima occasione per rimanere nel secondo campionato nazionale. Roma-Recanati da una parte, Jesi-Omegna dall’altra: ciò che è stato fatto in regular season non conta più nulla, nell’atroce lotteria dei playout ogni possesso sarà decisivo fin dalla prima palla a due. Domani si parte.
ROMA AI PLAYOUT: I PERCHE’ – Nel tentativo di analizzare quali sono i motivi che hanno spinto Roma nel baratro dei playout, non si può non partire dalla decisione della scorsa Estate del Presidente Claudio Toti di autoretrocedere la squadra in Serie A2 per sostenerne i minori oneri economici rispetto alla massima serie. Una decisione sofferta ed aspramente criticata, che ha fatto seguito a quella dell’Estate 2013 che decretò la rinuncia ad un’Eurolega conquistata sul campo tramite una Finale Scudetto. Passare in poco meno di 72 mesi dall’eventuale disputa della massima competizione continentale alla partecipazione ai playout per evitare la retrocessione in terza serie, non per demeriti del campo ma per decisioni calate dall’alto, è troppo anche per il più accanito e fedele dei tifosi. In questa ripartenza dalla A2 decisa dalla società per garantirsi un futuro più stabile ed economicamente solido, sono stati tanti i fattori interni al campionato che hanno consegnato Roma ai playout. La Virtus ha pagato a carissimo prezzo il grande equilibrio che ha regnato nel girone Ovest, con ben 4 squadre arrivate a quota 26 punti (ovvero, 13 vittorie!) e con una classifica avulsa che ha finito per penalizzare proprio la squadra capitolina (negli scontri diretti con Casalpusterlengo, Latina e Rieti vanta un passivo di 5 sconfitte ed una sola 1 vittoria, il peggior dato tra le 4 squadre). Le tante partite perse in volata (ad Agropoli con la tripla decisiva di Tavernari ad un centesimo dalla fine del match, gli overtime contro Casalpusterlengo ed Agrigento, le gare buttate a Siena e Latina, la fiera degli sprechi contro Trapani poche settimane fa, ecc…) rivelano ora il loro letale peso specifico, con Roma che, in virtù dei risultati maturati sugli altri campi, vincendo l’ultima gara a Casale Monferrato avrebbe addirittura centrato i playoff. Con una vittoria si sarebbe lottato per la promozione, con una sconfitta per non retrocedere. Sappiamo come è andata. Esistono anche dei fattori tecnici alla base di questa maledetta post-season a cui la Virtus è condannata. Innanzitutto, la decisione estiva di affidare la squadra a Guido Saibene si è rivelata fallimentare. Il ritardo con cui la squadra è stata assemblata, le 4 sconfitte iniziali, il disordine tecnico mostrato dalla squadra ed il caso Leonzio-Saibene hanno fatto propendere per una rapida sostituzione in panchina, con il secondo ritorno da head coach dei capitolini di Attilio Caja. Con il tecnico pavese Roma ha avuto un bilancio di 13 vittorie ed altrettante sconfitte, ma a pesare come un macigno, stando ai numeri, sono le già citate 4 sconfitte sotto la guida Saibene e le prime 2 sotto la gestione Caja. Se considerassimo i risultati del campionato solo dall’arrivo di Caja (5a giornata) o dalla prima vittoria di Roma (7a giornata), la Virtus in entrambi i casi si piazzerebbe nona. Statistiche che servono a poco, ma che rimarcano ancora una volta quanto abbia fatto male quel tragico inizio di campionato con ben 6 KO consecutivi. Meriti e demeriti ci sono anche per il coach dell’ultimo trofeo romano (Supercoppa 2000): lodevole il suo lavoro nel dare un ordine tecnico-tattico alla squadra e nell’aver reso Olasewere un giocatore altamente pericoloso spostandolo da una zona più attigua al perimetro ad una decisamente più interna, che ha fruttato svariate doppie doppie tra punti segnati e rimbalzi conquistati. Discutibile invece l’aver sottovalutato troppo a lungo le pur ridotte potenzialità della panchina romana, costringendo giocatori come Meini e Maresca a dei tour de force in campo, con il capitano virtussino arrivato esausto al momento decisivo della stagione. Rotazioni troppo limitate hanno spremuto i titolari ed il mancato arrivo di forze fresche a campionato in corso (unico innesto Flamini, giunto a Roma dopo uno stop di 2 anni…) ha inciso in negativo: un’opportunità in più, una rotazione in più (c’è sempre stato Casagrande, spesso totalmente ignorato) avrebbero magari portato maggiore razionalità anche nella gestione dei possessi decisivi, che Roma ha sempre sprecato malamente, spesso senza neanche riuscire a costruire un qualcosa che fosse paragonabile ad un’azione offensiva di pallacanestro.
ARRIVA DALTON PEPPER – L’arrivo dal mercato è giunto ieri: Dalton Pepper, il 2/3 statunitense classe ’90 decisivo nella salvezza di Rieti, vestirà la maglia dei capitolini per tutta la durata dei playout. Il prodotto di Temple University, lo scorso anno in Polonia con il Dabrowa Gornicza, con la canotta dei sabini ha firmato 17.8 punti di media, tirando da due con il 47% e da tre con il 33%. A questi numeri si sommano 4.7 rimbalzi e 2.8 assist. Un innesto notevole per Roma, se non fosse che il regolamento impone massimo due atleti stranieri a referto per ogni gara: se Pepper giocasse, uno tra Voskuil ed Olasewere dovrebbe rimanere fuori. Starà a Caja scegliere volta per volta chi sacrificare tra i 3, optando per un quintetto dall’estrema pericolosità perimetrale con la coppia Voskuil-Pepper (con Benetti al posto di Olasewere) o per uno starting five che faccia a meno del biondo danese. In vista di questi playout sarebbero servite forze fresche tricolori, ma il regolamento non consente più tesseramenti di atleti italiani, se non naturalizzati. Probabilmente si sarebbe dovuto agire prima, magari riuscendo ad evitare quest’ulteriore appendice di campionato…
U.S. BASKET RECANATI – La serie che ci apprestiamo a vivere metterà di fronte Roma e Recanati per la prima volta nella loro storia. Quella marchigiana è una società relativamente giovane: il basket a Recanati si diffonde a partire dagli anni ’30 ma in seguito allo scioglimento della Libertas Recanati, nel 1982 viene fondata la Unione Sportiva Basket Recanati. Dopo alcuni anni di spola tra Promozione e Serie D, negli anni ’90 ci sarà un lungo periodo di transizione in Serie C2, prima della storica promozione in C1 del 2002. L’assalto alla Serie B Dilettanti andrà a segno nel 2008 e nel 2009 fa il suo ingresso in società l’attuale presidente dei marchigiani, Giuseppe Pierini. Nel 2010 ci sarà l’altrettanto storica promozione in Serie A Dilettanti, al termine di una finale al cardiopalma contro Senigallia, vinta solamente all’overtime. La retrocessione in B dell’anno dopo viene cancellata da un ripescaggio, che permette alla società di stabilizzarsi in A Dilettanti, che poi diverrà Silver: la squadra ottiene una semifinale playoff persa contro Trieste ed una salvezza ai playout battendo Perugia. Nello scorso campionato si è registrato il punto più alto della storia di Recanati, che arrivando terza in A2 Silver si è guadagnata un posto ai playoff per la promozione in A1, ma il sogno si è infranto subito agli Ottavi contro Ferentino. Con l’unificazione di Gold e Silver, Recanati ha l’obiettivo di mantenere la categoria: il futuro dei marchigiani passa dai playout.
IL ROSTER RECANATESE – Una stagione complessa quella di Recanati, che ha sempre viaggiato nelle ultime posizioni ed ha evitato la retrocessione diretta per via della presenza nel suo girone della derelitta Matera. Per provare a conquistare la salvezza si è reso necessario anche un cambio di allenatore, con l’addio ad Andrea Zanchi ed il gradito ritorno di Giancarlo Sacco, storico coach pesarese classe ’57 che aveva già allenato a Recanati tra inizio 2014 e Giugno 2015. Dopo un iniziale assestamento, Sacco sembra aver trovato la quadratura del cerchio, tanto che Recanati (solo 8 vittorie in stagione) ha vinto ben 4 delle ultime 8 gare, tra cui i bei successi sui campi di Verona e Mantova. Stella della squadra è l’americano classe ’88 Kenny Lawson, temibilissimo pivot pescato dall’Ironi Nahariya in Israele, che si trova ai vertici di tanti classifiche individuali del girone Est: secondo miglior marcatore con 20.4 punti di media e 611 totali, miglior rimbalzista con 10.6 palloni catturati a match (con 7.6 rimbalzi è anche il migliore per quelli difensivi), la più alta valutazione con il dato di 23.7 di media e 710 complessivo, nonchè miglior giocatore in A2 Est per il mese di Gennaio. Il suo 58% da due è di poco superiore a quel 57% appartenente a Lenzelle Smith, guardia americana classe ’91 arrivata nelle scorse settimane da Barcellona Pozzo di Gotto e che in sole 4 partite con la canotta dei marchigiani ha già registrato 18.5 punti, 4.5 rimbalzi e 2.8 assist di media, tirando però con un misero 19% da tre. Debutterà invece nella gara di domani contro Roma l’ultimo arrivato in casa Recanati, il 2/3 italo-argentino Juan Marcos Casini, classe ’80 ex Jesi e Cantù e tornato nelle Marche dopo la stagione vissuta a Ravenna, dove ha messo a referto 6.4 punti e 3.2 rimbalzi, tirando da due con il 43% e da tre con il 40%; si alternerà con l’altro passaportato già nell’organico recanatese, l’italo-belga Dimitri Lauwers, classe ’79 ex Scafati che quest’anno viaggia a 6.3 punti, 2.4 rimbalzi e 2.8 assist di media. Il playmaker titolare dei marchigiani è il classe ’92 Andrea Traini, prodotto di Pesaro con cui ha debuttato in Serie A1 (high di 13 punti proprio contro la Virtus Roma nel 2012) ed alla seconda esperienza a Recanati: 9.5 punti, 3.3 rimbalzi e 3.4 assist per lui, che ha nel romano classe ’94 Alessandro Procacci (3.8 punti, cresciuto nella SAM) il principale cambio dalla panchina. Il capitano Attilio Pierini, classe ’81, è l’ala forte titolare del quintetto recanatese nonchè simbolo del basket locale: alla tredicesima stagione con la maglia gialloblù, ha vissuto tutta l’ascesa dalla Serie C1 all’A2 unica ed ancora oggi dà un apporto imprescindibile alla causa dei leopardiani con 10.9 punti, 4.4 rimbalzi ed il 39% da tre. Il lungo Giacomo Maspero, classe ’92, è a sorpresa colui che ha la più alta percentuale nel tiro dall’arco nel girone Est: il suo 44% (34/77) eguaglia quello del bresciano Fernandez. Daniele Bonessio, esterno romano classe ’88 ed unico ex della gara avendo vestito la canotta della Virtus sia nelle giovanili che in prima squadra tra il 2004 ed il 2006, vanta 2.8 punti, 3.7 rimbalzi ed 1.8 assist ma presumibilmente sarà assente per tutta la durata della serie a causa di una distrazione muscolare di secondo grado al polpaccio. Il pivot ex Ferentino classe ’94 Giovanni Allodi (1.9 punti e 2.4 assist) dà ulteriore fiato ai lunghi marchigiani, mentre chiudono il roster l’ala forte classe ’95 Obinna Nwokoye ed il giovanissimo play classe ’97 Luca Amorese.
PERICOLO LAWSON – Roma non disputava un playout da ben 23 anni, quando nella stagione 1992/93 mantenne la Serie A1 dopo aver sfidato Fortitudo Bologna, Rimini, Siena, Trapani e Modena in un girone a 6 squadre con gare di andata e ritorno. Situazione completamente diversa quella attuale, dove si giocherà per evitare di retrocedere in Serie B contro una giovane società come Recanati. I marchigiani hanno in Lawson un pericolo costante, capace di dominare l’area (con 37.3 rimbalzi la squadra di Sacco è quarta nella relativa graduatoria del girone Est) e tramortire i lunghi avversari. Callahan, Olasewere e Benetti saranno chiamati ad una serie lunga e faticosa: l’innesto di Pepper, specie se al posto del nazionale nigeriano, potrebbe favorire l’utilizzo della zona per blindare l’area capitolina. Appare in forma anche Smith, che Roma ha già affrontato 2 volte (sempre vincendo) con la maglia di Barcellona. Le sole 4.6 palle recuperate a gara (ultimo dato ad Est) denotano un’azione non particolarmente aggressiva e ciò potrebbe giovare ad un Meini impegnato in una fase di playmaking più ragionata e meno frenetica. A Caja la scelta di come utilizzare il jolly Pepper, sperando che Maresca possa tornare ai livelli di metà campionato e rivelarsi uomo chiave in positivo per le sorti virtussine.
IL CALENDARIO DELLA SERIE:
-Gara 1: Roma-Recanati, domenica 1 Maggio, ore 18 (PalaTiziano)
-Gara 2: Roma-Recanati, martedì 3 Maggio, ore 20.45 (PalaTiziano)
-Gara 3: Recanati-Roma, venerdì 6 Maggio, ore 21 (PalaSavelli, Porto San Giorgio)
-Eventuale Gara 4: Recanati-Roma, lunedì 9 Maggio, ore 21 (PalaSavelli, Porto San Giorgio)
-Eventuale Gara 5: Roma-Recanati, giovedì 12 Maggio, ore 21 (PalaTiziano)
Matteo Buccellato