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ROMA – Nel gelido inverno del 2001 continuano le trattative postume per la pace dopo la guerra dei Balcani che aveva insanguinato l’est europeo per tutto il decennio precedente, a Roma ci si gode ancora l’aria del Giubileo di appena un anno prima e la Corea del Sud, oltre al Giappone, dopo la Confederations Cup vinta dalla Francia lo scorso luglio (prima squadra capace di fare il “tris” di tornei internazionali), sta per ospitare il prossimo mondiale (il primo del nuovo millennio nonché il primo disputato in Asia e fra 2 paesi diversi), i bambini tornano a casa di corsa dopo la scuola per vedere i cartoni animanti giapponesi e americani su “Italia 1” e la gente si appassiona alle serie tv della Rai “La squadra” insieme a “Distretto di polizia”.

Gli ultimi anni d’oro del calcio italiano e il contesto

Intanto, però, l’Italia gode ancora della fama di paese più importante al mondo a livello calcistico: per la dodicesima giornata di Serie A le gare più importanti sono rappresentate dall’anticipo del sabato Lazio-Juventus, previsto alle 20,30, da Bologna-Roma 1-3 e Parma-Milan 0-1 e il posticipo domenicale, ancora alle 20,30, Inter-Fiorentina 2-0…interisti e romanisti stanno tallonando il piccolo Chievo, in testa all’esordio nel massimo campionato mentre laziali, juventini e bolognesi si trovano in zona coppe e il Parma con la Fiorentina sono stati relegati in zona retrocessione. In particolare, l’attenzione della giornata è, in gran parte, per l'”Olimpico” dove la Juve arriva con una sola vittoria nelle ultime 8 partite (6 pareggi e una sconfitta, a Torino con la Roma per 0-2), non vince in in trasferta dalla seconda giornata (Atalanta-Juventus 0-2) e da allora ha ottenuto 4 pari lontano da casa mentre la Lazio è reduce da 2 successi consecutivi e in casa ha perso solo “a domicilio” della Roma per 2-0 a fine ottobre. Ambo i club devono affrontare un impegno di coppa la prossima settimana: i romani andranno a Siena per il ritorno degli ottavi di Coppa Italia (forti del 2-1 maturato all’andata) mentre i torinesi, giovedì, esordiranno nel secondo girone di Champions League ospitando il Bayer Leverkusen.

La cornice

Allo stadio accorrono in 70.000, fra cui almeno 10.000 ospiti e le 2 dirigenze al completo: il presidente Sergio Cragnotti (che ancora non lo sa, ma questo sarà il suo ultimo Lazio-Juve da massima carica biancoceleste, dato che a breve inizieranno guai grossi per lui a livello giuridico…) oltre alla triade Moggi-Bettega-Giraudo. Si sa, inoltre, che Alberto Zaccheroni è il nuovo tecnico dei padroni di casa ed è subentrato a Zoff dopo 3 pari nelle prime 3 giornate mentre Lippi è tornato sulla panchina bianconera 2 anni dopo il 1999, quando era stato esonerato in favore di Ancelotti…tutti e 2 praticano un calcio molto tattico ed utilitarista (Zaccheroni si è molto evoluto da quando usava il 3-4-3 a Udine e Milano) con in comune moduli molto simili: 4-4-2 e 3-4-2-1 dall’altro.

Tasso tecnico alto in vista dei mondiali

Sempre diversi gli interpreti che dal 31 maggio si daranno battaglia per aggiudicarsi una controversa coppa del mondo: la Francia campione di tutto si basa sul duo Thuram-Trezeguet (andranno avanti le sorprese Danimarca e Senegal) ma andrà fuori al primo turno (1 pari e 2 sconfitte con 0 gol fatti e 3 subiti) al pari dell’Argentina di Simeone, Lopez e Crespo (passeranno Svezia e Inghilterra) fra lo sgomento generale nello stesso modo del Portogallo di Couto (che cederà in favore di Corea del Sud e Stati Uniti ma dopo molte polemiche, specie per la gara con gli asiatici, passata agli onori della cronaca per le espulsioni eccessive di Joao Pinto e Beto…); l’Italia, invece, sarà bersagliata da errori arbitrali ripetuti pur annoverando uomini di livello come Buffon, Iuliano, Zambrotta e capitan Del Piero oltre a capitan Nesta e cederà agli ottavi nello scontro diretto con i coreani per 2-1 in rimonta al golden gol (in 4 partite gli azzurri si vedranno annullare 5 gol regolari che avrebbero cambiato il loro cammino radicalmente: invece di arrivare secondi nel gruppo dietro al Messico, si sarebbero piazzati primi e il loro tabellone sarebbe cambiato radicalmente…senza menzionare anche le sanzioni disciplinari comminate a Cannavaro e Totti, decisamente particolari nelle modalità), i quali supereranno pure la Spagna di Mendieta nei quarti ai rigori (3 reti buone annullate agli iberici, fra cui 2 nei supplementari). I ceki Poborsky e Nedved, il serbo Stankovic e l’olandese Davids vedranno il torneo da casa, avendo tutti mancato la qualificazione, mentre Peruzzi e Negro, al pari del croato Tudor, saranno lasciati a casa dai rispettivi commissari tecnici (Trapattoni e Jozic). Da una parte abbiamo, infine, una Lazio che deve fare a meno di una lunga lista di degenti su tutti i settori del campo: i difensori Stam, Colonnese, Pancaro, Gottardi, i centrocampisti Cesar, Simeone e la punta Castroman mentre la Juve si dovrà attrezzare malgrado gli infortuni di uomini importanti come Ferrara, Montero, Conte e l’ex Salas.

Lazio chiusa, Juventus vogliosa

Si capisce da subito che il pari non serve a nessuno, ma si vede pure una Lazio solida che si compatta e cerca di non farsi aprire dalle incursioni dei soliti bianconeri mentre i ragazzi di Lippi scelgono di affrontare la sfida senza paura, visto che i risultati non permettono altri passi falsi: Nedved, dopo essere stato calorosamente accolto dalla sua vecchia curva al primo ritorno a Roma da ex, manda fuori una punizione rasoterra a giro scaturita da un fallo che aveva portato all’ammonizione di Giannichedda e poco dopo Del Piero si fa anticipare su un bel passaggio da fondo da parte del ceko prima che Liverani trovi l’opposizione di Buffon sempre su palla inattiva e dopo che Davids aveva impegnato Peruzzi dalla distanza (lo stesso Davids ci riprova, poi, mandando a lato). La scintilla che rischia di far inacidire gli animi scocca quando Trezeguet e Inzaghi si trovano a contatto e il francese tenta di dare una testata all’avversario: lui rimedia il giallo e rischia la prova tv intanto che Tacchinardi e Couto arrivano alle mani con il vano tentativo di Tudor, Thuram e Giannichedda di dividerli; allo scoccare del 45′, ancora su punizione di Liverani, Inzaghi svetta più in alto di tutti e colpisce il palo a portiere battuto ma, all’intervallo, siamo ancora 0-0.

Ripresa molto calda

Nel secondo tempo la Lazio riprende subito in mano le operazioni e sblocca il punteggio al 49′: Tacchinardi appoggia male all’indietro su Buffon costringendolo ad uscire alla disperata per salvare il suo maldestro pallonetto e Liverani, dai 35 metri, tocca di sinistro beffando gli avversari con una bella parabola a porta quasi vuota…1-0. La Juventus cerca di rispondere e Tacchinardi serve in verticale Nedved, ma l’ex Peruzzi esce e blocca in presa bassa dopo che, al 55′, Crespo aveva spedito sul palo un bel destro confezionato grazie all’assist di Inzaghi; al 60′ inizia la giostra dei cambi: Maresca rimpiazza Zenoni andando in mediana e Davids di sposta a sinistra, al 68′ Amoruso entra per Del Piero e al 78′ ecco Paramatti per Tacchinardi (da adesso Lippi passa al 4-3-1-2 con Zambrotta arretrato a destra e Tudor a sinistra mentre Nedved veste da solo i panni del suggeritore). Gli juventini cercano di piazzare l’assedio ma mancano completamente di lucidità: Trezeguet spedisce fuori in sforbiciata di destro una sponda di Amoruso e quest’ultimo travolge Peruzzi in uscita fratturandogli il polso sinistro a 25′ dal termine (l’estremo difensore ne avrà per oltre un mese) intanto che Nedved spara alto dai 20 metri dopo un bel passaggio di Davids. Nel finale vediamo lo stesso Davids rimediare l’ammonizione assieme a Poborsky e Inzaghi per gioco scorretto precedendo i 3 cambi della Lazio: Dino Baggio e Claudio Lopez per Liverani e Inzaghi all’82’ e Fiore per Stankovic proprio al 90′: al triplice fischio il popolo biancoceleste si riunisce in un enorme abbraccio capendo di aver ritrovato la sua squadra, ormai a 17 punti e a -1 dai bianconeri mentre Lippi, che vede i suoi uscire sconfitta dalla tana della Lazio per il secondo anno consecutivo (dopo il 4-1 dell’anno passato), capisce che la sua squadra è in crisi e che, se vuole ritrovare la continuità delle prime 3 sfide (9 punti su 9) deve trovare una posizione giusta e definitiva per Nedved oltre ad ottenere una quadratura definitiva al piano tattico dei suoi, senza cambiare continuamente assetto e rivoluzionare ogni reparto.

Dispiacere laziale e gioia bianconera

A maggio la Juventus vincerà lo scudetto (il ventiseiesimo e il primo dopo 4 anni nella terza annata consecutiva fra le prime 2) al fotofinish superando di un solo punto la Roma e di 2 lunghezze l’Inter (71-70-69) dopo una rimonta simile a quella subita dalla Lazio stessa 2 anni prima per poi aggiudicarsi la quinta Supercoppa Italia ad agosto (2-1 al Parma sul Parma a Tripoli grazie ad una doppietta di Del Piero)…i biancocelesti, invece, si piazzeranno sesti dietro a Juve, Roma, Inter, Milan e Chievo concludendo fuori da podio della classifica per la prima volta dal 1998 ma si guadagneranno l’ultimo posto disponibile per la Coppa UEFA e con una sola lunghezza di vantaggio a danno del Bologna (53-52); sul fronte della Coppa Italia Zaccheroni e i suoi saranno estromessi dal Milan nei quarti (2-1 a Milano e 2-3 a Roma: 3-5 nel computo totale), che sarà fatto fuori a sua volta dalla Juventus in semifinale (1-2 in Lombardia e 1-1 in Piemonte per un 3-2 complessivo) ma pure i sabaudi non gioiranno, visto che in finale crolleranno dinanzi al Parma (2-1 per la Juve in casa e 1-0 al ritorno in Emilia per la terza coppa nazionale vinta dai ducali, che sarà pure l’ultimo trofeo alzato dai gialloblù fino ad oggi); sul versante europeo, invece, la Lazio uscirà al primo girone di Champions dietro a Nantes, Galatasaray e PSV con il misero bottino di 6 punti in 6 partite (2 vittorie e 4 sconfitte: 3 volte batoste per 1-0 lontano da casa) mentre la Juve si fermerà al secondo girone arrivando ultima alle spalle Bayer Leverkusen, Deportivo La Coruna e Arsenal (7 lunghezze in totale, frutto di 2 vittorie e un pari casalinghi sommati a 3 sconfitte esterne: 4-0 ai tedeschi, 0-0 con gli spagnoli e 1-0 agli inglesi a Torino). Se pensate che il viaggio nel passato di Lazio-Juventus sia terminato vi sbagliate…manca ancora una tappa!

Il tabellino

LAZIO-JUVENTUS 1-0

LAZIO (4-4-2): Peruzzi; Negro, Nesta (cap.), Couto, Favalli; Poborsky, Giannichedda, Liverani (82′ D. Baggio), Stankovic (90′ Fiore); Crespo, S. Inzaghi (82′ C. Lopez). A disposizione: Marchegiani, Mihajlovic, Mendieta, Kovacevic. Infortunati: Stam, Colonnese, Pancaro, Gottardi, Cesar, Simeone, Castroman. Allenatore: Zaccheroni.

JUVENTUS (3-4-2-1): Buffon; Tudor, Thuram, Iuliano; Zambrotta, Tacchinardi (78′ Paramatti), Davids, C. Zenoni (60′ Maresca); Nedved, Del Piero (cap.) (68′ Amoruso); Trezeguet. A disposizione: Rampulla, Birindelli, Pessotto, Zalayeta. Infortunati: Montero, Ferrara, Conte, Salas. Allenatore: Lippi.

ARBITRO: Collina di Viareggio.

MARCATORI: 49′ Liverani.

NOTE: Ammoniti Trezeguet, Davids (J) e Giannichedda, Poborsky, S. Inzaghi (L).

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