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BOLOGNA – La Lazio perde 3-0 in trasferta contro il Bologna. I biancocelesti hanno trasmesso l’impressione di una squadra spenta, senza alcuna idea o organizzazione offensiva per certi versi demotivata, forse complice la stanchezza generale della squadra. Sulla carta, i tre punti in palio a Bologna potevano essere conquistati facilmente; nella pratica, gli uomini di Maurizio Sarri hanno incontrato un avversario rude, contro il quale non sono riusciti ad opporre i mezzi idonei per invertire l’andamento del match.

AI ROSSOBLU’ BASTANO TRE MINUTI

Nei primi dieci minuti della gara la Lazio aveva tutto sotto controllo: possesso palla, palleggio da una fascia all’altra del campo e retroguardia ben organizzata. Ma è bastato veramente poco al Bologna per impadronirsi della partita: in tre minuti, Soriano e compagni hanno sbloccato le marcature e hanno anche raddoppiato. Al 14′ Barrow, su assist di Theate, ha disegnato una traiettoria a giro che si è infilata sotto l’incrocio, sul quale Reina ha potuto opporre poca resistenza. Gli ospiti hanno provato a reagire al colpo subìto, ma non è andata nel verso giusto e i ragazzi di Mihajlovic, sull’onda dell’entusiasmo, hanno sfruttato l’occasione per raddoppiare, consolidando così il risultato. Al 17′, tre minuti più tardi rispetto alla prima rete, Barrow ha battuto un calcio d’angolo sul secondo palo, Theate si è innalzato per staccare di testa e ha gonfiato la rete.

L’UNICA VERA OCCASIONE TRA I PIEDI DI MURIQI

Non è stata una buona partita per i biancocelesti, questo è evidente. Un match che lascia all’intero ambiente un intenso amaro in bocca. Più che il risultato, ciò che preoccupa è la reazione della squadra, la poca produttività di essa. L’unica vera occasione per accorciare le distanze è capitata tra i piedi di Muriqi, intorno al 26′, quando Felipe Anderson con un’ottima azione personale lo ha servito in mezzo all’area di rigore. Il ‘Pirata’ si è ritrovato solo davanti a Skorupski, ma non è riuscito a imprimere la forza necessaria alla sfera per impensierire l’estremo difensore del Bologna.

NELLA RIPRESA IL BOLOGNA COLPISCE ANCORA

Sarri nella seconda metà di gara ha cambiato qualcosa in campo, ma le sostituzioni non hanno dato esito positivo. Al 68′ è arrivata la sentenza definitiva: Hickey, si è preso gioco di Lazzari, saltandolo e concludendo sul primo palo; dal canto suo, Pepe Reina, che probabilmente si aspettava un tiro potente sul secondo palo, ha solamente smorzato la velocità del pallone, non riuscendo a bloccarlo del tutto, e la sfera è scivolata in rete.

SERVE LA TESTA

Una delle leggi non scritte del calcio è proprio questa: anche quando si perde, bisogna mantenere la mente salda, attiva, lucida. A circa un quarto d’ora dal triplice fischio, uno degli uomini con più esperienza della Lazio, è caduto nell’inganno. Acerbi si è fatto espellere dopo un fallo su Soriano per proteste, perché il direttore di gara Massa lo aveva ammonito e in seguito, a causa di qualche parola di troppo, lo ha cacciato dal rettangolo di gioco. Il numero 33 salterà quindi la gara contro l’Inter, piuttosto importante, in programma sabato 16 Ottobre alle 18:00.

QUALCOSA NON VA

Qualcosa non va, è chiaro. La squadra ancora non gira, o perlomeno quest’oggi è sembrata totalmente assente in mezzo al perimetro di gioco. Dopo l’ottima vittoria nel derby e i primi tre punti conquistati in Europa League, la Lazio sembrava uscita da quel periodo buio che stava attraversando nelle settimane antecedenti alla gara contro la Roma. Ora, questa sconfitta pesante, rimediata contro un avversario che era in forte crisi (ma che oggi ha meritato di vincere), rimescola le carte in tavola. E allora, la domanda sorge spontanea, qual è la vera Lazio? La risposta a questa domanda la potremo ottenere solamente col tempo; per il momento Sarri dovrà lavorare sodo con i suoi ragazzi, sfruttando anche l’imminente pausa delle Nazionali, per preparare al meglio la gara contro l’Inter.

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